Recensione del libro Fatti diVersi
PAESAGGI SONORI Più che altrove la poesia è memoria nel mentre scrive la vita. Non ricordo, nostalgia o economia del tempo orpellato di rimpianti, commemorazioni, reviviscenza di un passato mai compiuto dal lavoro del lutto e perciò ombra proiettata in un futuro di lamentazioni, di languide agonie, di mancamenti vittoriani. La poesia è un’orma del sacro, memoria inesausta non appesantita dai gravami della ragione con i suoi benefici ordinativi di regole che discriminano, separano e categorizzano. Quell’orma è la parola libera e quindi, libera, la poesia è scrittura della differenza (sua et subjecti); è sogno, è freccia, è lampo, è ri-nascere, è rinascimento. Andrea Muston scrive poesie d’amore: il suo cielo. E lo ama con le sue nubi e la sua luce: velature e disvelamenti, con il va e vieni della vita senza affanni né risentimenti, senza affetto come difetto, ma con la saggezza quale effetto del viaggio d’amore. E il viaggio è d’amore non amoroso che sarebbe un’erotica del sentimentalismo, una fissazione della donna all’immaginario angelicato e al suo rovescio: la donna resa animale fantastico nello zoo della malinconia. Il viaggio è d’amore, con le sue muse: la traccia e il disegno, impressioni della luce, pittura delle idee, sfumature della memoria in una lingua altra che attinge alla virtù della libertà; necessità d’infinito con i suoi paesaggi, con i suoi ritratti: geografie senza i precetti dell’estensione ovvero senza patetismi né patemi: la geografia dell’amore è il disegno con il suo cielo. Talento poetico, quello di Andrea Muston che scrive quando “canta" d’amore e che “scrive" quando disegna il cielo del suo amore: sogno, dimenticanza, racconto. E’ il tempo che non finisce. Gerolamo Sirena
Gerolamo Sirena [Editorialista]
Hai bisogno di informazioni?
Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto