La serie “Esodi” è costituita, per ora, da sei disegni che trattano il tema della scelta di non apparire.
Nella storia dell'arte, il ritratto, di persone celebri prima e di borghesi e popolani dopo, rappresenta una parte importante del ruolo sociale e rappresentativo dell'arte. Se Andy Warhol ebbe a dire che tutti hanno diritto ad un quarto d'ora di celebrità, lo sviluppo della televisione commerciale e dei social media sembra dargli ragione. Che cosa è un selfie pubblicato in rete se non un tentativo di “celebrarsi”? I personaggi raffigurati in questa serie rifiutano tale affermazione. Essi sono colti nell'attimo di uscire dal quadro: il loro volto é appena percepibile, oppure completamente ombreggiato.
In particolare nel disegno “Esodo” pur vedendo chiaramente un essere umano, non possiamo vedere il suo volto, non possiamo identificarlo. Non sappiamo, e non sapremo mai, chi è. Il personaggio si rifiuta di entrare nella logica dell'apparire a tutti i costi. Non si riconosce in questo modo sociale di vivere. Anche l'ambiente che abita perciò, é incerto, le pareti non coincidono, gli angoli non corrispondono, la luce che entra dalla finestra sembra essere quella di un riflettore teatrale. É un uomo in fuga da una omologazione che non approva.
In altri disegni i tratti dei volti sono appena accennati, ma sono così generici che non consentono di individuare una specifica persona.
I volti dei personaggi rappresentati non sono mai al centro del disegno; la posizione e l'atteggiamento danno l'dea che il personaggio raffigurato stia tentando di uscire dal quadro; gli ambienti non ci dicono nulla sui personaggi che li abitano, sono spogli e anonimi.