Togaci
pittrice
I sentimenti e le emozioni accompagnano ogni istante del fluire della vita in ogni essere umano. A volte con la partecipazione consapevole percepita dallo stesso; altre volte con la negazione intrinseca di taluni/talune di essi/esse, oppure con la totale rimozione esperienziale.
Il livello cosciente in tutti gli aspetti positivi - negativi, e con tutte le sfumature, permette all’uomo di affrontare grandi prove, grandi dolori , grandi delusioni, così come , grandi amori , grandi ideali con atteggiamenti consoni ad una raggiunta maturità psicologica.
Ciò non significa essere esenti da dubbi , e nemmeno non riconoscere le gioie o le difficoltà del proprio vissuto legato alla precarietà di permanenza in tali stati, perché secondo il pensiero orientale , a me caro, tutto fluisce e si “rigenera nell’ impermanenza”. Quindi essere consci a livello razionale ed emotivo di tale principio, vuol dire che nelle varie difficoltà, riuscire ad attingere alle proprie risorse interiori, dà la forza necessaria, per poter sperare ed ogni volta “ricominciare”, con un atto affermativo, a riconciliarsi con il proprio destino.
Togaci questo lo percepisce, lo sa e lo rivela in tutte le sue opere, siano pittoriche, siano poetiche, siano fotografiche.
La caratterizzazione di emozioni legate alla paura, alla rabbia, alla tristezza , si possono individuare nei tratti e nelle espressione dei volti degli ultimi suoi lavori di pittura. Le quattro donne sono unite, sebbene in maniera ed atteggiamenti differenti , al filo d’indagine di cui sopra.
In “Stefania”, l’artista esplicita un’enigmatica accondiscendenza verso qualcuno o qualcosa, data dallo lo sguardo penetrante, indagatore e dall’ accenno di un sorriso di assenso.
Nell’”Urlo”, la rabbia non è controllata ma esplicitata in maniera decisa dall’atteggiamento del volto e di parte di corpo; gli occhi e la postura, immediatamente portano a fare il collegamento con un gran senso di indignazione.
“Le tue labbra”, indicano sia un aspetto sensuale, sia un aspetto di comunicazione. Veicolo del verbale, del detto e non detto. Di quello che possono significare le parole ed i silenzi.
In “ Ricordo n. 3” s’intravede tutto il pathos di un grande dolore, la disperazione che non ha lacrime consolatrici ed appunto per quello diventa più profonda . Ma nell’istante del catarsi e dell’abreazione di un sentimento, l’energia trattenuta , può riconvertirsi in forza.I tratti di questi volti, sono tracciati con decisione ed esecuzione semplice e lineare, eppure, o proprio per quello, risultano estremamente efficaci e di immediata comunicazione visiva ed emotiva.
Le sue fotografie notturne, a mio parere, a livello simbolico, raffigurano un “inconscio” illuminato dalle luci dei lampioni che piano, piano, s’insinuano per dar luogo ad un nuovo processo di auto identificazione e reale consapevolezza del suo essere e del suo sentire, in attesa che arrivi nuovamente ed in maniera più allargata l’alba di una nuova coscienza!
Adriana Collovati
Tematiche
MOLTO ATTENTA AI TEMI SOCIALI:LA SOLITUDINE E LA QUASI TOTALE ASSENZA DI COMUNICAZIONE INTERPERSONALE.
SI CONCENTRA SUL CORPO COME MEZZO DI COMUNICAZIONE E SUL TEMA DEL RICORDO,A LEI MOLTO CARO.
Tecniche
tecnica mista /olio
fotografie analogiche
Premi
Menzione di merito per il valore artistico per il quadro "l'urlo "
dalla galleria l'epireo roma
Bibliografia
I sentimenti e le emozioni accompagnano ogni istante del fluire della vita in ogni essere umano. A volte con la partecipazione consapevole percepita dallo stesso; altre volte con la negazione intrinseca di taluni/talune di essi/esse, oppure con la totale rimozione esperienziale.
Il livello cosciente in tutti gli aspetti positivi - negativi, e con tutte le sfumature, permette all’uomo di affrontare grandi prove, grandi dolori , grandi delusioni, così come , grandi amori , grandi ideali con atteggiamenti consoni ad una raggiunta maturità psicologica.
Ciò non significa essere esenti da dubbi , e nemmeno non riconoscere le gioie o le difficoltà del proprio vissuto legato alla precarietà di permanenza in tali stati, perché secondo il pensiero orientale , a me caro, tutto fluisce e si “rigenera nell’ impermanenza”. Quindi essere consci a livello razionale ed emotivo di tale principio, vuol dire che nelle varie difficoltà, riuscire ad attingere alle proprie risorse interiori, dà la forza necessaria, per poter sperare ed ogni volta “ricominciare”, con un atto affermativo, a riconciliarsi con il proprio destino.
Togaci questo lo percepisce, lo sa e lo rivela in tutte le sue opere, siano pittoriche, siano poetiche, siano fotografiche.