LEZIONE 5 – ANCHE IL “TRASFORMALISMO” HA PRESO PIEDE
INTRODUZIONE ALLA LEZIONE 5 CORRENTI STILISTICHE MINORITARIE SONO ACCOMUNATE DALLa VALENZA DRAMMATICA NEL LESSICO TROPPE FRASI CATASTROFICHE Prima di prospettare la quinta lezione, più importante e più densa di concetti, riteniamo opportuno accennare al alcune correnti stilistiche minoritarie, ma significative, tra di esse affini, per la valenza drammatica che le accomuna. Tra queste enumeriamo: - il “lugubrismo-macabrismo”, che teorizza l’esposizione di scheletri, (non effigiati, ma autentici) teschi, tibie incrociate, ecc. - l’“insetticidismo”, che prevede l’esposizione di rullini e di fogli di carta moschicida cosparsi di mosche, tafani, mosconi, insetti vari a comporre nuvolature informali, o strutture figurali laddove la carta moschicida sia ritagliata in modo preordinato e idoneo; oppure pannelli lignei o metallici irti di farfalle inchiodate, ecc. - il “necrofilismo”, che contempla performances di grande suggestività, come fumate nel narghilè di mix di ossa triturate, tabacco inglese e setole di mummia, che producono forti allucinazioni; o come la formazione di belle bolle di sapone mediante l’uso dei liquami di scolo degli obitori, ecc. - il “Macellerismo-Crognismo”, che presenta mucchi di ossami freschi, da spolpare o raschiare nel corso delle performances, oppure mezzene e quarti bovini e/o suini, congelati. Ed ancora: animali di grossa taglia sezionati ed immersi in acquari di formalina; pezzi di animali, non sotto formalina, ma chiusi in teche ben sigillate per evitare la fuoriuscita di miasmi: topi spiaccicati, corredati dalla relativa trappola; carogne assortite in vari gradi di essicazione, ecc. Alcuni maestri stanno studiando speciali processi di plastificazione con cui trattare membra ed organi che costituiranno composizioni inevitabilmente intitolate “nature morte”. Altri stanno meditando una estrema, sublime performance: l’autoannegamento in un acquario pieno di aceto ad alta gradazione: l’opera avrà l’emblematico titolo di “autoritratto sottaceto”. Queste, dunque, le linee che costituiscono l’apice, la punta estrema del filone lugubre. E’ ben vero che tutta l’arte tradizionale è piena di scene che evocano pure atmosfere: uccisioni, teste mozzate, scorticamenti, squartamenti, autopsie, fucilazioni, ecc, ma si tratta di raffigurazioni, insomma di finzioni: in cotali rappresentazioni invece, è tutto vero, i reperti sono autentici. Tutte le altre innovazioni enunciano principi carichi di fascino. Pur vivaci e pregnanti difettano, tuttavia, della dimensione tragica. Queste espressioni, con la forte carica tenebrosa, con la tetra e funesta iconografia, intendono certamente identificare le sciagure, le catastrofi di questi tempi, essere simbolo e metafora delle laceranti e nefaste vicende attuali. LEZIONE 5 – ANCHE IL “TRASFORMALISMO” HA PRESO PIEDE Come abbiamo visto nelle precedenti lezioni, numerose sono le fonti dell’Arte, le motivazioni, le situazioni che danno origine a nuove linee artistiche. Ve n’è una molto particolare, completamente avulsa dalla normalità, cioè da quanto è riferibile al contesto dei consueti umani comportamenti: una fonte che ha a che fare col sovrannaturale, una magica sorgente che scaturisce dai segreti recessi del paranormale e dell’occulto e che produce una incantata corrente: il “Trasformalismo”. Fin qui abbiamo esaminato varie maniere ma questa, forse la più significativa, richiede ai suoi adepti doti eccezionali, facoltà e requisiti sovrumani. Alle pratiche di questa dottrina possono, infatti accedere quegli eletti dotati di innati poteri magici, o comunque prodigiosi, oppure coloro che: 1) abbiano frequentato (anche per corrispondenza) corsi parificati di Apprendista Stregone, con rilascio di patente; 2) abbiano servito, in qualità di garzoni, in botteghe di maghi o fattucchiere, per almeno 3 anni, percependone i segreti; 3) abbiano soggiornato, per almeno 3 anni, presso quelle tribù sciamaniche himalaiane, i componenti delle quali posseggono qualità fenomenali, come il dono dell’obliquità (che consente loro di camminare con un inclinazione di 30° rispetto all’asse verticale) o come la capacità di tramutare l’oro in elettrodomestici, derrate, carburante, sigarette, liquori, dolciumi, filmini hard, etc., qualità che vengono trasmesse per osmosi. Questi fatati artefici, con il loro straordinario potere (una sorta di pietra “filosofale”, non alchemica, ma spirituale) sono autorizzati a praticare il trasformalismo artistico, ossia a convertire, con un colpo di pennello magico, l’oggetto comune in opera d’arte. Ecco allora come una qualunque vile materia viene nobilitata ed assurge ad una superiore dimensione: l’Artista-sciamano tramuta, col suo gesto demiurgico e miracoloso un aspirapolvere (un frullatore, etc.) in un altro esemplare, in tutto e per tutto uguale al primo, ma impregnato di energia trascendentale, promanante un magico alone, un’aura di sacro lucore artistico. Così vecchi frigoriferi, lavastoviglie (o parti di questi), ferri da stiro, macchine da cucire e da scrivere, bidoni (nel senso del contenitore) d’olio (vuoti), vecchie suppellettili, biciclette, motoscooters, barche, materassi, rami secchi, sanitari, bottiglie, vasi da giorno e da notte, porte, finestre, pneumatici, rubini, rubinetti, vecchie inferriate, etc., santificati dal magico tocco i circonfusi dalla sublime radiazione, sono proposti ed esposti nelle manifestazioni artistiche (grandissima ammirazione ha riscosso un’opera di stupefacente intensità espressiva, di eccezionale significato simbolico: un antico bellissimo cancello in ferro battuto, presentato aperto ed intitolato “Il Grande Trasparente”). Ed ancora: fumo di candela (sul muro), ortaggi interi od affettati (cipolle, cetrioli, carote, etc.), maccheroni, lardo, sale grosso (in ordine con l’assioma “tutto a brodo”: uno dei pilastri di questa disciplina), convertiti in opere d’arte ed esibiti ai collezionisti. Il bagaglio operativo e compositivo, tuttavia, non si limita agli oggetti (il cosiddetto “ready made”), ma vengono tirati in ballo anche gli esseri viventi: branchi di animali, per lo più di media taglia (p.es. pecore), che un collaboratore dell’artista provvede a foraggiare ed a mondare dall’inevitabile letame (che, in questi casi non concorre a formare l’opera d’arte) e gruppi di persone, in special modo giovani e leggiadre modelle esposte completamente nude. Esse hanno visi da persone, braccia da persone, gambe da persone, culo (spesso molto bello) da persone, però non sono persone. Cosa sono allora? Sono persone trasfigurate, ossia soffuse della divina emanazione e divenute opera d’arte. Va annotato che quest’ultima tipologia espressiva può dare adito a situazioni delicate. La letteratura riporta episodi di collezionisti che avevano espresso l’intenzione di portarsi a casa una parte dell’opera (un paio delle delle avvenenti fanciulle) “per vedere come sta nell’ambiente, in vista dell’acquisto”, ma l’espressione allupata del proponente aveva consigliato di declinare, con ferma cortesia, la richiesta. Ma questo straordinario linguaggio non ha confini. Artisti col senso del grandioso, sentendosi limitati dagli angusti spazi dei musei, hanno preso in considerazione l’esterno , le grandi estensioni per imporre il loro gesto sciamanico. Colline, prati, boschi, ponti, palazzi (eventualmente da impacchettare), piazze, icebergs (limitatamente alla parte affiorante, contrassegnata con speciale colorante rosso, data l’abitudine di queste strutture a spostarsi continuamente), orti, vigneti, canali, cisterne, darsene, stagni, cave, piantagioni, etc. sono così assurti alla nobile qualifica di elaborati artistici. Le opere create nell’ambito della straordinaria linea trasfiguralistica hanno prezzi elevatissimi e questo aspetto costituisce una forte tentazione per i falsari. Pertanto vengono organizzate squadre di speciali cacciatori di patacche, o “ art-detectives”, o “fraud-busters” che sono istruiti a cura dell’Associazione Gallerie & Caverne, negli istituti dove si preparano anche i “ghost-busters” (cacciatori di fantasmi). Questi specialisti, con l’ausilio di sofisticati apparecchi, sono in grado di rilevare le radiazioni artistiche emanate dalle opere d’arte, oppure la loro assenza. Si ricordano casi eclatanti di mistificazione: un millantatore aveva tentato di spacciare per opera d’arte l’ascensore di casa sua, da tempo fuori servizio ed intitolata “dinamismo frustrato”, ma niente da fare: mancava l’aura; un altro aveva tentato il colpo col proprio nonno (un bel vegliardo in poltrona, con tanto di pantofole, sigaro toscano, giornale e gatto acciambellato sulle ginocchia): anche costui è stato subito smascherato, tra l’altro suscitando le escandescenze dell’inconsapevole congiunto, nonché le soffiate battagliere del felino. Esiste una questione che da tempo impegna i maestri di pensiero: il sacro fluido è permanente? A conclusione della disputa i santoni, riconosciuti dal Gotha artistico internazionale, hanno sentenziato: per gli oggetti inanimati permane; per gli esseri viventi deve essere rinfrescato almeno due volte all’anno. Questa strabiliante ed eccelsa espressione è forse, tra tutte le maniere, la più importante; infatti accoglie gli aneliti al misticismo i desideri di spiritualità di una Società, altrimenti sempre più votata al materialismo, all’aridità ed all’indifferenza. Stefano Nardi
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