Samuel Benigni
pittore
Samuel Benigni nasce a Mendrisio in Svizzera nel 1975, cresce e studia a Lugano.
A 18 anni mentre frequenta il secondo anno di Liceo economico una brutta avventura lo costringe a passare qualche mese a casa, così si avvicina al disegno e al mondo dell`arte. Letture sulla crescita spirituale si alternano a libri sull`arte e l`idea di tentare di entrare in un`Accademia di Belle arti si fa spazio tra i suoi pensieri. Studiare economia non era stata una scelta presa per interesse nella materia ma solo per mancanza di idee alla fine delle scuole medie così, dato il poco interesse e dopo questa brutta avventura, decide di lasciare gli studi liceali.
Di li a poco lascia la casa dei genitori per mantenersi da solo e inizia cosi a fare diverse tipologie di lavori, dalla fabbrica ai ristoranti e i bar per mantenersi. Inizia la preparazione all`esame per entrare in Accademia e grazie ad un amico che frequenta lo CSIA di Lugano, riesce a seguire qualche lezione di storia dell`arte e copia dal vero. Comincia a dipingere gli oggetti per quello che sono, i bar e le loro dinamiche diventano luoghi ove per mezzo di un diario e un pennello a china nera prendono vita molteplici storie quotidiane ma la sua ricerca si sposta presto verso la ritualità nell`atto del dipingere, si avvicina ad alcune filosofie orientali e all`arte orientale come la pittura zen Giapponese. Passa gli esami per entrare all`Accademia di Belle Arti di Bologna ma l`entusiasmo per essere stato accettato ben presto si esaurisce, portare all`esame di Storia dell`Arte libri su libri sulla visione artistica di qualcun`altro non era quello che si aspettava dall`Accademia o perlomeno quello che gli interessava studiare.
Nel 1996 gli viene regalato un libro su una mostra che si intitolava “Le voci della Terra”, erano pitture e sculture degli aborigeni australiani. Rimane folgorato da questo simbolismo tribale, c`era tutto quello che stava cercando in quelle pitture. Dopo un anno di poca frequenza decide di lasciarla, torna a Lugano e inizia a lavorare in un Bar per guadagnare i soldi che gli serviranno per intraprendere un viaggio in India della durata di sette mesi. L`arte pittorica viene accantonata capisce che la tela che voleva dipingere era dentro di se e il Viaggio poteva servire più dell`Accademia a tale scopo, una ricerca dei propri limiti, sia culturali che personali. Ritornò dal viaggio molto cambiato e il lavoro al Bar divenne fisso, fece altri viaggi in India, più brevi ma sempre intensi. La voglia di creare era sempre presente e iniziò a lavorare il cuoio come autodidatta producendo vari oggetti d`artigianato.
Da qualche anno si rimette a pitturare per continuare quel discorso iniziato anni prima, ripartendo da quel simbolismo tribale che lo aveva così affascinato, facendolo diventare adesso una vera e propria meditazione fatta di puntini, simboli e colori.