Mostra di Arte
Saluto del Presidente del Consiglio Comunale
E' con vero piacere che rinnovo la collaborazione organizzativa con il centro culturale Art Camera dopo il successo dell'esposizione di arte fotografica presentata lo scorso anno nel loggiato del palazzo comunale.
Questa volta la mostra si amplia sia per gli spazi, andando ad occupare anche i corridoi interni e la sala Giostra del Saracino, sia per le modalità di espressione artistica, coinvolgendo anche la pittura, la scultura, la musica ed il teatro.
Resta il legame degli autori con il territorio aretino, nel tentativo di offrire uno spazio e di valorizzare gli artisti che possono dare continuità alla nostra feconda tradizione culturale.
Un ringraziamento particolare va a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del catalogo, che sarà memoria del contemporaneo e che costituisce un’efficace presentazione dei quindici artisti che espongono, molti di loro aretini per nascita ed alcuni per adozione.
Giuseppe Caroti
Presidente del Consiglio Comunale
Questa amministrazione ha deciso da tempo di aprire alle arti il Palazzo Comunale: arti figurative, musica, teatro, letteratura.
Considero la fotografia al pari di queste citate, come un genere che il Novecento ha saputo elaborare, perfezionare, trasmettere al nuovo millennio. “Carpe diem” è per un fotografo l’imperativo da perseguire, specialmente quando si tratta di immortalare l’espressione di un volto, il gesto di un corpo, le pieghe di un ritratto: significa “fermare” un’immagine offerta dalla realtà circostante, un paesaggio o un soggetto in movimento, e consegnarla, spesso, alla storia. Per quanto riguarda scultura e pittura, il fermo-immagine è già nella testa dell’artista che, pur girando per il mondo alla ricerca di ispirazione, ha poi però bisogno di ritirarsi nel chiuso di se stesso, seduto o in piedi, dinanzi al materiale da plasmare o alla tela da dipingere. Processi mentali e manuali diversi che questa mostra curata da Rita Carioti prova ad accostare.
E l’accostamento è meno pretenzioso di quanto uno possa credere: per restare alla vicenda delle arti figurative, l’Impressionismo francese, il saper cogliere l’attimo con gesta pittoriche, non avrebbe avuto la fortuna critica e di pubblico se contemporaneamente non ci fosse stata la nascita e lo sviluppo dei primi dagherrotipi.
Invito volentieri l’intera città a visitare questa mostra, occasione per ammirare dall’atrio del Palazzo Comunale alcuni degli scorci più belli che Arezzo possa offrire. Invito altresì ad assistere agli eventi collaterali, con protagoniste la musica classica ed etnica e il teatro. Un insieme che somiglia davvero a un omaggio a tutte la arti, indistintamente, nel tentativo di ricordare la loro autentica natura: essere cioè parte di un unico straordinario linguaggio universale.
Giuseppe Fanfani
Sindaco di Arezzo
Saluto del Presidente della Provincia
Il legame tra la provincia di Arezzo è l’arte è un legame forte, che viene dalla storia e che è ormai indissolubile. Per questo motivo, abbiamo deciso di contribuire a sostenere questo omaggio ai grandi artisti italiani, tra i quali un’attenzione speciale meritano quelli legati, per radici o natali, alla terra toscana. Che la nostra regione sia da sempre una culla privilegiata di talenti è un dato di fatto che il mondo intero ci riconosce, e in questo quadro, decisivo è il contributo dato alla storia dell’arte e della cultura dai grandi figli di Arezzo che tutti ben conosciamo.
E aretini sono gli autori contemporanei che concretizzano l’omaggio ai grandi dell’arte, attraverso le proprie opere, in una sorta di passaggio del testimone tra epoche diverse, ma all’interno di uno stesso fervore creativo, di una medesima ispirazione artistica. Particolarmente interessante è lo scambio tra linguaggi e tipologie di espressione. I quindici artisti che si sono resi protagonisti della mostra hanno scelto di mettersi in gioco esplorando, ognuno con i mezzi espressivi che gli sono più congeniali, le altrui sezioni artistiche, offrendo chiavi di lettura inconsuete delle arti e degli artisti oggetto dell’omaggio.
Non è necessario soffermarsi sulla caratura degli artisti: le loro opere parlano da sole, senza tralasciare di raccontare la passione e l’entusiasmo riversato in questa iniziativa.
Mi è gradito solo auspicare a questa mostra il meritato successo di pubblico e critica.
Vincenzo Ceccarelli
Presidente Provincia Arezzo
La mostra “L’Arte rende omaggio all’Arte - Il nuovo Big Bang Arretium”, vuole essere un omaggio ai Grandi Artisti della nostra cultura italiana, Pittori, Scultori, Disegnatori Musicisti, Letterati, Poeti, Architetti, Compositori, Cantanti, Danzatori, Attori, ecc. Ponendo maggiore attenzione ed evidenza a coloro che hanno nel tempo avuto radici e luoghi natali in terra Toscana e aretina , culle di impareggiabili “Creatori” e realizzatori di una irripetibile produzione di opere d’Arte, consolidate ormai come punti di riferimento ideali e spirituali del patrimonio universale culturale della intera umanità.
L’omaggio ai Grandi del passato lo rendono altri bravissimi autori aretini del nostro vissuto contemporaneo, a dimostrazione del fatto che le radici del passato sono ben radicate e continuano a svilupparsi, vivere e pulsare con passione e grande fermento spirituale.
La mostra è articolata in un originale ed inconsueto metodo di rappresentazione dove le differenti sezioni artistiche interagiscono tra loro, contaminandosi e completandosi, e rafforzando la intrinseca potenzialità rappresentativa ed interpretativa dell’arte.
La mostra vuole essere anche una ampia vetrina cronologica mirata alla valorizzazione del variegato patrimonio artistico del passato, ai cui artefici si deve molto dell’eredità lasciata, e del presente, i cui contemporanei artisti avendo raccolto tale patrimonio e fatto proprio, lo hanno reinterpretato o creato ex novo con nuove e differenziate forme espressive.
Tengo ad evidenziare con mio sentito piacere che a tale iniziativa hanno aderito artisti, collaboratori, responsabili Istituzionali, con entusiasmo e spirito collaborativo, creando inconsapevolmente uno speciale legame sinergico, in perfetta armonia con quello che voleva essere lo spirito di complice aggregazione e interazione e interazione contenuto ed espresso in mostra.
Forse solo l’Arte mantiene ancora questo puro, misterioso e straordinario potere comunicativo, che mi auguro anche per il futuro non possa modificare la sua vera ed intrinseca ragione di essere.
Rita Carioti
Presidente Centro Culturale ArtCamera
La Mostra si segnala non solo per la qualità degli espositori ma anche per il talento degli organizzatori, simili nel cognome e nella forza con cui riescono a creare. La curatrice Rita Carioti è un piccolo vulcano di idee non solo nel campo professionale della fotografia artistica ma in ogni campo ove possa indicarsi una immagine di bellezza (ne rivela il gusto lo Studio affacciantesi su due giardini ove il verde si sposa con il fascino dei ruderi dell’Anfiteatro). All'avvocato Giuseppe Caroti va il merito di aver messo a disposizione – sensibilità culturale unita a senso civico - il Palazzo Comunale, esaltandone così le qualità architettoniche: dalla Sala consiliare che egli con equilibrio presiede, all'atrio antistante al luogo ove egli lavora, e dal Loggiato aereo che spazia sull'infinito, fino alla Sala dedicata alla Giostra del Saracino, non trascurando il Cortile porticato ove nel punto migliore i gradini e l'albero sembrano fornire un ideale palcoscenico per attività teatrali.
Insieme hanno donato alla Città un evento artistico importante che già l'anno passato ebbe grande successo e che quest'anno si viene allargando. Il punto di partenza è la fotografia d'arte che vuol interpretare la realtà, cogliendone espressioni che la bellezza suggerisce stimolando la creazione artistica; vi si aggiungono qualificati pittori e scultori, i quali intendono recare omaggio alla creazione artistica nel più ampio ventaglio, a tutte le arti come espressione di bellezza: sì che l'Arte rende omaggio all'Arte, nella intuizione che la creazione artistica è risposta alla sovrannaturale Bellezza che risplende nella natura.
Tali artisti nostrani sono diversi per formazione e stili e intenti e contenuti: specialisti in fotografia d'arte (come la stessa Rita Carioti, notevole per inquadrature preziose di artisti e di ambienti artistici; e Marco Morbidelli con foto di architettura) e Lorenzo Daveri con foto di sculture raffiguranti grandi personaggi della cultura e dell’Arte; e Laura Cirenei con foto relative all’Arte della musica; e Riccardo Mendicino che coglie movenze ritmate sull’Arte della danza; e vi sono pittori che dalla pittura giungono alla fotografia imponendo all'obiettivo pittoriche illusioni (Quirino Rondinini); o viceversa dalla fotografia trascorrono alla pittura e al disegno (a dar forme inusitate al tratto in china come Massimo Triolo) o che piegano l'arte grafica a storie di cartoons e fumetti (Fabio Valdambrini). E vi sono quanti fanno emergere sculture da pietre, tronchi e radici rimodellandoli in pochi indovinati tocchi (Carlo Cerofolini); e chi ama servirsi di materiali di scarto e recupero assemblandoli (Walter Tiezzi: con intenzione politica culturale e indicazione etica); e coloro che legano l'arte al turismo culturale e alla cinematografia e al teatro (Alessandro Neri); o inventano gioielli nel tratto sicuro e imaginifico di raffinato designer (Alessandro Marrone). E v'è il talento della subbianese Laura Serafini in una eleganza che, a colori vivi e contrasti marcati, signoreggiando diverse tecniche, fa guardare nel nudo connotazioni dell'animo femminile. Soprattutto piace rilevare la vocazione di quanti amano talmente la tradizione pittorica da farsi tutt'uno con i grandi maestri, riproducendone i capolavori: le repliche d'arte di Riccardo Serafini (con preferenza al Novecento surrealista) o del bibbienese Massimo Boschi (versato nell'Ottocento romantico e impressionista); o di Adelmo Panci ove la riproduzione si anima al punto che non riesci a distinguere nella Gioconda o nell'autoritratto del Duehrer qual sia l'originale: per lui non v'è distanza tra l'appassionato e l'autore (prediletti i grandi artisti dei secoli XVI-XVIII) poiché nella epifania della Bellezza trascendente l'intensità di sentimenti suscitata è simile in ogni anima e differisce solo nella capacità, che taluni hanno in dote, di esprimere quella luce che la sensibilità artistica innata in ognuno riesce a intendere.
Questi artisti sono consapevoli della qualità delle loro opere, ma, in più, sanno trasmetterci amore per ogni arte, nelle diverse forme. Donde il titolo genialmente dato dalla curatrice. Tra queste forme d'arte si rende omaggio soprattutto a due, che a pittura e scultura e fotografia sono gemelle: la musica e il teatro: la musica strumentale ed etnica e sinfonica e il canto corale e lirico e il teatro di prosa. Donde la felice idea di accompagnare la Mostra a eventi espressione di queste arti. Così nella Inaugurazione il Concerto vocale e pianistico della Schola Cantorum Fosco Corti dedica a Guido d'Arezzo brani di Gregoriano; e un omaggio alla lirica offrono il soprano Stella Peruzzi e il baritono Andrea Sari Mareso, che si impongono per qualità cromatiche: lei trascorre da Purcell a Mozart fino a Puccini passando per il preferito Donizetti; lui, di timbro verdiano, interpreta Haendel e Mozart e Rossini e il grave Tedeum di Scarpia. Li accompagna il maestro Matteo Andreini, che al talento rilevato nell'exploit di "enfant prodige" ha aggiunto dalla Roma di Santa Cecilia raffinata tecnica pianistica e sapienza concertistica, che illustra con Debussy e Gershwin. L'omaggio alla musica è intervallato da versi sulle arti e accompagnato da un video di immagini (foto di autori e cantanti e spartiti e miniature e pitture e sculture) relative alla musica.
Alla musica etnica è dedicata una serata, nella Sala Consiliare, da Jessica Lombardi e Silvio Trotta esperti di folk.
Quale omaggio all'arte scenica, non poteva esservi scelta migliore della commedia "Il teatro comico" di Goldoni, offerta dal Piccolo Teatro Città di Arezzo nella serata conclusiva della Mostra (nel cortile del Palazzo civico), perché essa (la prima delle diciassette commedie da lui presentate per la mitica stagione del 1750, acme di una prodigiosa attività) è il Manifesto della Riforma teatrale goldoniana: e del Goldoni è ormai esperta la compagnia del Piccolo Teatro che l'anno passato ha aperto con "La famiglia dell'Antiquario" l'Anno 300° della nascita del grande veneziano. Ammiriano un Capocomico e Pantalone del livello di Fabio Bavoso e una Giovanna Fiorentini Prima Donna dalla raffinata presenza scenica, la briosa Colombina Ombretta Statuti e i giovani Giulio Giannotti, Giovanna Francioli e Elisa Paffetti; e SAdelmo Panci nelle vesti del Poeta, un Dottore come Bruno Valenti noto dicitore di Dante, il Suggeritore (ma in scena, recitante) Giancarlo Statuti, e la coppia di zanni Brighella / Arlecchino vivacemente interpretata da Angela Rossi e Mirco Sassoli esperti di Commedia dell'Arte.
E un omaggio all'arte popolare della rievocazione storica in costume, la Giostra del Saracino, è nella esposizione (nella Sala dedicata a tale evento) di fotografie artistiche su tale espressione di identità culturale.
Fabrizio Fabbrini
Presidente Piccolo Teatro Città di Arezzo
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