Arte e Psichiatria - Riflessi e Riflessioni
Arte e Psichiatria
La multimediale mostra storico-antologica “Arte e Psichiatria - Riflessi e Riflessioni” organizzata dal Centro Culturale ArtCamera, in collaborazione con il Centro per la Salute Mentale Franco Basaglia, la Provincia, il Comune, la Presidenza del Consiglio Comunale e la Università di Arezzo, esposta nel Loggiato del Palazzo del Comune, a cura di Rita Carioti, nasce in occasione della ricorrenza del trentennale della approvazione della Legge 180, e la conseguente chiusura dei manicomi.
L’intento preposto è quello di illustrare, in un cronologico percorso temporale, i vari aspetti della vicenda che vede come protagonisti persone con disturbi di salute mentale, mettendo in evidenza, e a confronto, la condizione dei malati negli Ospedali Psichiatrici prima e dopo la Legge 180.
Questa specifica tematica viene ampiamente approfondita nel Convegno “Memoria e attualità: tre giornate aretine per la salute mentale” nei giorni 26 - 27 - 28 marzo 2009 nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia di Arezzo dove intervengono autorevoli Rappresentanti Istituzionali locali, nazionali ed internazionali, che rendono inoltre onorificenza ad Agostino Pirella, ex Direttore dell’O. P. di Arezzo, per gli innovativi metodi sostenuti ed applicati verso i degenti.
Viene inoltre inaugurato il “Monumento dedicato alle vittime dei manicomi”, opera scultorea degli artisti Matteo Maggio e Paolo Bacci, vincitrice del Concorso indetto dal Centro Franco Basaglia, ubicata nell’ex Ospedale Psichiatrico di Arezzo, attuale sede Universitaria, alla presenza delle Autorità Istituzionali. ……………………………………………………………………………
La mostra viene inaugurata il 25 Marzo 2009 nella Sala del Saracino del Palazzo Comunale, con una proiezione Video, montato da Giacomo Piazzesi, concernenti suggestive e significative personali o dirette testimonianze di esperienza vissuta, sulla tematica della psichiatria, alla presenza di Bruno Benigni, Galileo Guidi, Emanuela Caroti, Giuseppe Caroti, Camillo Brezzi, Aldo D’Arco, Franco Scarpa, Maika Cavarretta, e la sottoscritta, i quali intervengono in un breve seminario introduttivo di presentazione. …………………………………………………………….
Il filo conduttore della narrazione di questo percorso in mostra è il linguaggio dell’Arte, che viene applicato sia come strumento documentaristco, sia come mezzo di espressività personale..
Lo storico reportage dei maestri Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, frutto della diretta collaborazione con il rivoluzionario Medico Franco Basaglia, illustra la triste e disumana condizione in cui i degenti vivevano negli Ospedali Psichiatrici di Gorizia, Ferrara, Parma e Firenze, nel 1968. Le foto, edite nel premiato libro “Morire di Classe”, sono state realizzate volutamente per alzare un grido di denuncia e sensibilizzare l’opinione Istituzionale, e per la prima volta anche quella pubblica. Queste foto hanno senza dubbio contribuito, dieci anni dopo, all’ applicazione della riforma della legge proposta dello stesso Basaglia.
Nello specifico territorio aretino e provincia, nelle foto di Ferdinando Rossi, si può osservare la realtà dei malati nell’ex O.P. di Arezzo tra gli anni 1977 e 1984, nel percorso che segue la chiusura del manicomio e il graduale superamento dello stesso, nel tentativo di costruire una nuova realtà individuale e sociale e l’inseriemnto nelle “case famiglia”, supportati dai nascenti Servizi di Igiene Mentale, attuali U.S.L. ………………………………………………………………………………..
Nella successiva contenutistica evoluzione, la realtà odierna viene invece illustrata dalle opere realizzate da persone con disturbi mentali che praticano i Laboratori delle Attività Artistiche coordinati da Medici e operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale di Arezzo, Firenze ed Empoli, in collaborazione con specialistiche Associazioni, quali “La Tinaia” in seno all’O.P. San Salvi di Firenze fondata nel lontano 1975, e lo “Studio Giambo” di Firenze che opera con l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo fiorentino dal 1986.
Insieme applicano le attività di “Arte-terapia” nei laboratori di disegno, pittura, scultura, ceramica, legno, poesia, teatro, musica, danza e molto altro, come efficaci metodologie di recupero, sostegno e supporto terapeutico, in quanto considerati rivelatori mezzi espressivi ed eccellenti veicoli che migliorano le componenti psicologiche socio-relazionali del soggetto rendendolo maggiormente consapevole del proprio “essere”. A tutti questi artisti, rivolgo un sentito pensiero di ammirazione per le pregevoli opere da loro realizzate, alcune esposte in questa mostra, altre in mostre permanenti di prestigiosi Musei europei tra cui quello di Losanna. ……………………………………………….
Una sezione di opere è dedicata a Livio Poggesi, artista toscano unanimemente riconosciuto, affetto da significativi disturbi mentali, che ha trovato nell’Arte un importante modo per esorcizzare le sue oscure fantasie, e dove sovente, o scrivendo o dipingendo amava rifugiarsi.
Una sezione isolata è dedicata alla disabilità fisica - non da meno trascurabile in fatto di ripercussioni psicologiche e consequenziali disagi che ne possono comportare - rappresentata dalla giovane Simona Atzori, artista affermata, definita “l’angelo con le ali ai piedi” la quale, nonostante sia nata senza braccia, ha trovato nell’Arte della pittura e della danza, che ha entrambi iniziato a praticare sin da bambina, una insostituibile ragione di vita. Un grande insegnamento dunque, sul quale in mostra, davanti alle foto che la ritraggono mentre danza o dipinge, certamente non si può fare a meno di soffermarsi a riflettere. ……………………………………………………………….. .
Correlato alla mostra, l’evento dello spettacolo “Festa di Matrimonio” nato nel laboratorio teatrale e musicale del DSM - Asl 8 di Arezzo in collaborazione con la compagnia Diesis Teatrango. Il premiato spettacolo, che vede coinvolte 11 persone in maggioranza disabili mentali, è visibile al Teatro Aretino di Arezzo il 26 Marzo.. ………………………………………………………………
Tutto ciò dunque per riaffermare la “possibile” alternatività, che Franco Basaglia aveva precursoriamente intuito e fortemente sostenuto, di contro ai disumani sistemi terapeutici applicati in passato, e purtroppo in buona parte del mondo - Italia inclusa - ancora oggi. Questa mostra intende dare nuova luce alla preconcetta “visione” immaginativa del folle, spesso demonizzato, maltrattato o emarginato, che invece come ampiamente dimostrato è dotato di profonda sensibilità e straordinarie, spesso geniali, intrinseche potenzialità. Si vuole inoltre sensibilizzare quella classe medica che “incomprensibilmente” non “riconosce” questa palese realtà, convinta nella propria “indefinibile “ coscienza, che tra i migliori metodi per curare una mente umana vi sono quelli della contenzione e dell’Elettroshock.
Vorrei concludere rivolgendo un rispettoso sentito pensiero a tutti i malati di mente, specie quelli raffigurati in mostra in alcune immagini, anche se di indubbia bellezza estetica, in così spiacevoli circostanze, la cui esposizione è unicamente al fine di creare vetrina di profonda riflessione della memoria storica, affinché quanto successo in passato possa non ripetersi più. Un pensiero di grande ammirazione a Franco Basaglia, al quale insieme ai malati è dedicato questo evento, ringraziandolo, anche a nome di molti, per quanto ha fatto e lasciato in eredità..
Rita Carioti
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