Paolo Miceli
Sono e sarò sempre un uomo che scolpisce. Scolpisco con la mente, con il pensiero, con le mani e a volte con il sogno. Immagino le forme, penso le forme, le vedo cambiare davanti ai miei occhi quando le manipolo e la sensazione di poter cambiare la materia è una straordinaria sensazione di liberta che per me non ha eguali. Non esiste il confine nella manipolazione materica, non esiste il bene e il male, non c'è giusto o sbagliato, nulla è impossibile, assente il dolore. Soli con la materia senza intermediari, nudi, indifesi, senza scuse. Soli con il bronzo, soli con il rame assente la solitudine che a volte ci guarda ed è la nostra unica compagna. Uomo che scolpisce, Mi piace questa definizione, non riesco infatti a sentirmi uno scultore e non riesco a sentirmi quindi un artista. Quello che sento è di essere un manipolatore di cose, di ombre, un costruttore di riflessi pieno di curiosità per tutto quello che significa trasformazione evoluzione. Nelle cose che faccio la trasformazione e l'evoluzione sono costanti. Si trasforma e trasfigura un metallo attraverso l'uso della fiamma e delle patine successive, ma si trasforma e trasfigura anche la forma del volto umano che a volte mi piace sia percepibile solo nei tratti più marcati e riconoscibili. Buona visita e grazie se vorrai lasciare un commento su ciò che ti colpisce di più.