Luci dal passato
tempera all'uovo, pigmenti naturali, vegetali e mi, tavola in legno gessata, 2018
Descrizione dettagliata dell’opera Nel 1911 Henri Matisse, ebbe modo di visitare i monasteri della Russia e le loro bellezze artistiche e spirituali riportandone un impressione così grande, che da quel momento in poi le sue opere appaiono influenzate dal fascino esercitato in lui dalle icone, specie nella ricerca della luce e dell’armonia del colore. Matisse non fu l’unico ad essere travolto dalla dirompente forza dell’icona, ne fu il primo ad esserne influenzato. Prima di lui e anche dopo molti artisti cercarono di tradurre in parte il linguaggio iconografico cristiano in altre forme di pittura. L’arte occidentale stessa, nel medioevo deve la sua rinascita, secondo quanto scrive il Vasari, all’opera dei maestri iconografi greci chiamati ad affrescare le chiese di Firenze, di cui Cimabue fu allievo e da cui apprese le tecniche, da lui poi venne Giotto e a Siena Duccio di Boninsegna e poi tanti altri. Ma anche nell’arte moderna e contemporanea si possono rintracciare le influenze iconografiche. In Kandiskij, Malevic, perfino in Wharol con le sue ripetitività. Ma tutti questi pittori contemporanei, non provenivano da una formazione iconografica, ne intuivano la profondità e il mistero, ne restavano affascinati ma ne ignoravano la fonte, l’origine, il senso. Forse l’unico che davvero seppe condensare efficacemente gli elementi fondamentali dell’arte bizantina, nella sua anti-naturalità e anti-plasticità fu El Greco, che si formò a Creta come iconografo e solo in seguito nel contatto con la pittura veneziana e italiana mutò la propria arte, ma inserendo elementi fondamentali dell’iconografia nella sua pittura. In particolare, la luce che, come nelle icone, non colpisce le figure dall’esterno ma emerge dall’interiorità, ed anche la ricerca del colore e la stilizzazione risentono chiaramente del suo passato e della sua esperienza da iconografo.
Sulla scia di questi, come di altri artisti, anche io, che provengo da una formazione iconografica, cerco di tradurre lo stile o almeno alcune caratteristiche della tecnica, del disegno e del simbolismo dell’icona, nella misura in cui questo è possibile, senza snaturare o confondere i linguaggi, nei miei dipinti non a soggetto sacro. Si tratta di una traduzione non facile ma la mia esperienza mi spinge a continuare questa ricerca. Quello che cerco in particolare è l’espressione, il ritmo, l’armonia, l’immediatezza, la luce. Soprattutto la luce è l’elemento fondamentale. In natura non esiste il colore, questo esiste grazie alla luce. Nel buio, dove non c’è luce, non c’è nemmeno colore. Distinzione, contrasto, tonalità, sfumature del colore dipendono solo dalla luce. Perciò quando dipingo, io non uso il colore ma la luce e questa emerge gradualmente dalle tenebre, dall’interiorità delle figure, le quali si animano e prendono vita proprio perché nella loro lotta con le tenebre conquistano la luce.
In quest’opera ho voluto mettere in risalto alcuni valori per me irrinunciabili e per cui sto spendendo la mia vita, come il recupero delle tecniche pittoriche antiche quali la tempera ad uovo, i supporti in legno, il gesso e l’utilizzo dei pigmenti naturali minerali, che permettono di fare l’esperienza della trasfigurazione, proprio perché come in uno specchio riflettono la luce, dando la sensazione che essa esca dall’interno del dipinto.
I corpi come gli oggetti, emettono luce senza trattenerla, la diffondono in uno spazio che per via della scelta prospettica mista, che coniuga elementi disegnati secondo la prospettiva lineare con altri che seguono quella rovesciata, sembrano galleggiare senza peso, come smaterializzati. Leggeri, i personaggi dipinti con la stilizzazione del disegno iconografico rappresentano uomini, donne e animali dentro una composizione articolata in cui le loro vite quotidiane si intrecciano. Ogni vita, anche la più ordinaria porta un germe di straordinarietà. Essi si fanno incontro a noi che contempliamo la scena di qua dal muro del tempo che ci divide da essi. Ci guardano, ci interrogano con lo sguardo, ci invitano a comprendere e a partecipare alla loro vita e alla loro gioia che si esprime anche nel ballo tipico sardo, così come dai variopinti costumi tradizionali. Questo muro che ci divide dal passato, dalle nostre tradizioni, radici e storia può essere rotto, dobbiamo guardare indietro per scoprire il senso, il valore del nostro presente e volgerci al futuro oscuro che ci attende con la speranza che ci è stata donata da coloro che ci hanno preceduto. Dal passato ci viene la luce per illuminare il nostro futuro.
Le vite dei nostri padri, non sono state inutili, hanno squarciato il muro che ci ha permesso di fare il salto nell’ignoto, a noi che come bambini impauriti fuggiamo dal nostro passato e spesso rinneghiamo le nostre radici. Questo bambino che fugge dal proprio passato, non può però fare a meno di esserne fiero e di indicarci in esso la via della vera sapienza. Su questa via siamo chiamati ad incamminarci anche noi per scoprire la bellezza e la luce che vive in ogni uomo.
Informazioni generali
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Categoria: Pittura
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Eseguita il: maggio 2018
Informazioni tecniche
- Misure: 180 cm x 120 cm x 1 cm
- Tecnica: tempera all'uovo, pigmenti naturali, vegetali e mi
- Supporto: tavola in legno gessata
Informazioni sulla vendita
- Collezione: Sardegna
- Prezzo: € 7.000,00
- Disponibile: si
Informazioni Gigarte.com
- Codice GA: GA156299
- Archiviata il: 25/11/2019
Dettagli generali
Laboratorio e Scuola d'arte sacra. Realizziamo opere su tavola gessata. Tecnica della tempera all'uovo. Pigmenti naturali: vegetali e minerali. Foglia oro 22 Kt. Oltre alle opere d'arte sacra, realizziamo anche opere non a soggetto religioso.
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