Michela Volpini
"il mio non è desiderio di rappresentare il rappresentabile, ma un'inspiegabile voglia di comprendere ciò che si vede o che si sente, per trasferirlo nell'espressione pura. La necessità di svincolarsi dal dato figurale, si risolve positivamente nelle opere di chiara matrice informale. Materia, gesto, segno e percezione: sono le modalità con cui affronto questa nuova stagione artistica."
La sublimazione-distruzione del materiale utilizzato ci conduce alla scoperta della violenta bellezza del quotidiano, quasi un banale impeto di ordinaria "follia".
L'elemento dilaniato, sfregiato nella sua essenza, non smette di esistere, al contrario, grazie a questo moto veemente si rigenera formalmente, innalzato a nuovo prototipo artistico e di pensiero.
Non si tratta di opere piacevoli o spiacevoli, di arte alta o bassa, ma di un modo di carpire la nostra esistenza in base a strumenti utilizzati. Una creazione distante dai "palati raffinati".
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