Formazione
Fin da giovanissima ho lavorato, in Italia e all’Estero, nell’ambito della comunicazione sviluppando progetti in qualità di Art Director.
Il mio percorso artistico si è sviluppato in modo parallelo tra questi due mondi da subito, dove la parte legata alla comunicazione è sempre stata quella attiva anche nei rapporti interpersonali, mentre quella legata all’arte è cresciuta attingendo da questa le esperienze e trasformandole in un linguaggio più individuale che man mano ha tracciato netti confini nell’espressione di questi due mondi: l’Arte è pensiero, è immaginazione tradotta in comunicazione, attraverso colori, segni, parole, stimoli che a loro volta creano un dialogo universale dove esiste interazione che crea a sua volta un percorso, cento, mille percorsi mentali in chi l’osserva e quindi vive perché si trasforma.
Il suscitare invece solo forte emozione è deputato alla Comunicazione il cui compito è molto preciso nello stimolare proprio quell’emozione di fronte a quel preciso prodotto.
Una buona comunicazione sa da prima cosa vuole ottenere da chi l’osserva.
E quindi decade il dialogo.
Questo mi ha portato di fatto ad oggi a seguire un percorso diverso, non partecipando particolarmente a mostre e collettive tradizionali se non in casi sporadici.
Proprio per mantenere «staccata» questa parte e avere più libertà di scelta nel decidere in modo totalmente autonomo e completamente libero quello che per me è il vero significato di PECORSO.
Un percorso non legato ad un iter tradizionale dove mercato dell’arte e arte non sempre percorrono la stessa strada.
Un percorso che si sviluppa e attinge attraverso il confronto continuo, esplorando l’evolversi sociale e culturale da un punto di osservazione che fa parte del mio lavoro: la comunicazione.
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Il mio lavoro parte da questa visione: partecipativa dal punto di vista emozionale, che abbraccia a tutto tondo l’evoluzione del contesto culturale e sociale, ma nel contempo mette al centro il paradosso uomo.
Ogni frammento del quadro è una strofa a se stante che nell’insieme crea un racconto che va al di là dal contesto in termini storici, culturali e di espressione sociale in cui si trova: queste sono solo sfumature, effetti di quello che l’uomo è nella sua essenza e, quindi, al di là di ogni riferimento al momento, io lavoro sul “pensiero”, sul trasmettere le emozioni che sono universali.
Come in un racconto, le emozioni si trasferiscono, prendono forma, libere e pur composte in un percorso che nasce e si realizza per scomporsi di nuovo e interagire con chi lo guarda.
Ed è anche per questo che ho dato vita al progetto Luxinars, arte nel quotidiano che nasce per rendere più fruibile l’opera e contestualizzarla nel nostro quotidiano.
Luxinars è un progetto artistico per contestualizzare l’arte nel quotidiano.
Dalle Opere a LuXinArs
Il progetto Luxinars nasce definitivamente nel 2000 ma entra nel suo concreto solo ora, realizzando l’esigenza di condividere in modo diverso quello che dipingo, portandolo ad una funzione forse più quotidiana ma proprio per questo più fruibile.
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Non solo quadro
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ed ecco perché Luxinars:
Lux, nel senso di dare luce all'arte, mettendola in primo piano nel nostro quotidiano attraverso diversi oggetti.
Questo oggetto vive nel quotidiano e interagisce anche più di un quadro, in questo modo l’arte può fruire simultaneamente alla soddisfazione di altri scopi.
Le prime creazioni come LuXinArs sono state lampade perché da sole catturano l'attenzione più di qualsiasi oggetto e trasmettono, anche in senso fisico, il concetto di luce.
Luce, vista però come vita, come energia, in ogni oggetto creato da un'opera perché ne trasmetterà «l'emozione.
E questo dialogo tra oggetto» e «opera» è continuo e interscambiabile nei miei quadri che a loro volta prendono a prestito da oggetti : ceramiche, polimeri, stoffe, carta e materie esterne «vive» quali pietre e legno che a lor volta diventano altro.
La contestualizzazione di elementi artistici nel quotidiano è sempre stata presente , era una forma funzionale e insieme di decorazione degli ambienti.
Anche la simbologia legata a quegli elementi è stata sempre presente e diventava altro, in una continua inclusione tra la materia che componeva un’opera
In quasi tutte le mie opere questo è altrettanto presente, dai simboli alla figura rielaborata dello sciamano in una ricerca continua, a volte consapevole e cercata e a volte frutto di una casualità creativa che non è mai casuale ma è il contatto diretto con nostro essere da sempre.
Come nell’installazione del «L’Uomo Del Futuro» che ha tutti gli elementi per questa metamorfosi, questa trasformazione da stato «passato» ad una nuova «identità» più evoluta perché finalmente compresa.
Tematiche
Le parole, le forme, i colori, la materia, gli equilibri e i disequilibri si fondono
a ricreare un altro linguaggio.
Ogni frammento del quadro è una strofa a se stante che insieme crea un racconto.
Come in un racconto le emozioni si trasferiscono, prendono forma, libere e pur composte
in un percorso che nasce e si realizza per scomporsi di nuovo e interagire con chi lo guarda.
«Ogni esperienza che facciamo, ogni cosa che vediamo ci rimane dentro anche se nel momento stesso
in cui la viviamo non sappiamo quando e quanto di questo si trasforma e rimane dentro di noi codificandosi
in una sensazione, un colore, una forma, un suono, un odore.
Ma è tutto dentro e, trasformato, ritorna e noi lo riconosciamo.
Diventa un altro linguaggio a cui attingiamo.
Un linguaggio diverso ma forse più profondo, che usa le sensazioni, i colori, le forme,
i suoni e gli odori che cerca di trasmettere su un altro livello di percezione e,
forse più immediato, senza i filtri delle parole.
Tu lo senti, forse lo riconosci, ma comunque ti parla.»
Tecniche
Principalmente mixed media proprio per conservare quella libertà di utilizzare ogni materiale trasformandolo e facendolo diventare altro.
Per questo nelle mie opere utilizzo il legno, gli arilici, la carta, la foglia d'oro e le pietre che per me hanno un significato profondo.
Premi
Alcune delle mie opere sono esposte presso strutture pubbliche: AISM, NIGUARDA