SPAZIO all’Arte nel fratTEMPO
Questione di tempo. Il tempo, infatti, è prevedibile, al contrario degli accadimenti. Tempo e accadimenti marciano appaiati, quasi a precipitare in qualcosa che non conoscono e non possiedono però lo affittano, stendono una corda trasversale sul doppio fondo della vita, e mentre si dipanano nel loro itinerario, ognuno parla a senso unico senza remore e deroghe nello spazio di altrui identità.
E così il tempo recupera lo spazio, lo elabora, lo distanzia dal patrimonio di memoria relazionale, fino a chiedersi se vedersi ed esserci siano stati l’assunto di un passato remoto. Oppure vedersi e non esserci, oppure esserci e non vedersi, che sono il paradosso della nostra contemporaneità. Esserci o non esserci sono la modalità del differimento spaziale, disancorato dalla prevedibilità del linguaggio comunicativo. È un’operatività impazzita, un combinarsi non prevedibile di sillabe, pensieri, idee, una logica combinatoria irrelata, sfuggente a ogni controllo e ad ogni senso, con un codice interno che solo un’intelligenza artificiale è, o sarebbe, in grado di comprendere.
Nell’ambito di queste connessioni possiamo includerci anche la voglia ingombrante di spazio, di passato, di tempo, esposti sino alla presunta esperienza conoscitiva che arriva a sfiorare l’estrema vacuità del nulla. Sofferenza è il vuoto, uno spazio senza volume, un luogo senza dimora, un luogo dove mummificare ogni istanza di ragione, perché nello spazio e nel tempo assoluto non vi è più alcun rimedio per nulla.
[© Luciano Caggianello]
immagini di Luciano Caggianello
musica per gentile concessione di Diavoloops "Music"
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