Formazione
Fotografo professionista ex gallerista (Marin selezione arte Milano).
Collaborazione con Artestruktura di Anna Canali decennale e critico professor
Carlo Belloli e Mari Vieira
Tecniche
Fotografia
Bibliografia
luciano marin è nato il 10 giugno 1945 a milano dove risiede frequenta la scuola cattaneo e corsi di solfeggio musicale, divenendo concertista per strumenti a percussione. nel 1968 inizia a dipingere e incidere; dal 1970 si applica alla fotografia nella ricerca della dinamica dell’immagine. nel 1977 inizia la sua partecipazione alle iniziative e manifestazioni di arte struktura e si dedica alla sperimentazione di nuovi media fotografici. realizza su tela emulsionata immagini televisive dinamiche relative a eventi sportivi internazionali per indagare la relazione spazio-tempo. suddivide le immagini fotografiche in strisce che rappresentano frazioni minime di spazio-tempo per poi ricomporle ed ottenere una nuova immagine in cui lo spazio tempo non è più reale, cronologico, ma acronologico, circolare, virtuale, realizza in seguito immagini dinamiche intervenendo con filtri su messaggi visivi pubblicitari, in una originale riproposta di soluzioni ispirate anche alla pop-art per una azione di opposizione all’invadenza dei mass media e della pubblicità progetta e realizza con l’uso di una stampatrice automatica e con una bobina di carta fotografica a colori una striscia lunga mt. 68 che propone il continuo variare del colore per tutta la lunghezza. contemporaneamente è intensa l’attività espositiva con mostre personali e rassegne di gruppo tra le quali: 1965 galleria numero, roma; 1976 galleria ondac, milano; mood gallery, udine; galleria il salotto, como. nel 1978 dopo un periodo di studi rivolti all’arte costruita e cinetica realizza le “foto soniche” immagini che nascono da movimenti di simmetrie ondulatorie prodotti da materie, percosse da suoni e rumori, utilizza sabbie, liquidi e polveri di diversa consistenza che colpiti da onde sonore si dispongono nello spazio secondo regole geometriche, realizza “corpi plastici” tridimensionali “modulatori di immagini inoggettive" a cui lo spettatore partecipa manualmente per inventare nuovi spazi.