Formazione
Lina Cadau
( artelina)
Lina Cadau, nasce a Fonni (NU),in un paesino ai piedi del Gannargentu.
Sin da bambina ha la passione per la pittura, si iscrive all'istituo d'arte di Nuoro che lascia dopo tre anni.
Estroversa nel 1980 lascia la sua tanto amata terra e si trasferice a Volpiano-TO.
Le difficolta' sono tante... dimenticate davanti ad una tela e dei pennelli.
lina cadau@icloud.com
artelina@alice.it
Tecniche
pittura ad olio
Premi
Critica Dantebus
NATALINA CADAU
L'ACQUA, LA TERRA E LA DONNA...
«L'acqua si scioglie i capelli nelle cascate» (Ramon Gomez de la Serna). Dalla acqua e
dalla terra patria sarda, nasce la splendida ars pittorica dell'autrice Natalina Cadau.
L'ACQUA: L'artista riprende dell'acqua alcune caratteriste uniche, adattandole alla
pittura e rendendole pilastri basilari di essa: la CREATIVITÀ dell'acqua, capace di
modellarsi in mutevoli ed incantevoli forme; il COLORE, capace di toccare le più
incredibili varietà e variazioni dal blu al verde, fino al trasparente e allo scuro; la
DINAMICITÀ, capace di passare dall'immobilità di uno stagno o di un mare piatto fino
all'impetuosità di un fiume o di un oceano in tempesta; la RIFLESSIONE, capace di
riflettere i colori e tutto ciò che vi si rispecchia, comprendendo in ciò anche il mondo
metafisico e spirituale delle emozioni e del cielo. «Il paradiso è sotto i nostri piedi, così
come sulle nostre teste» (Henry David Thoreau). Natalina che ha, evidentemente,
contemplato ed amato la natura, integra nel suo universo pittorico anche un altro
elemento fondamentale: la TERRA. Di essa coglie con stupore il miracolo dei profumi, dei
colori, della vita, del dare frutto, del fare da casa per gli animali e per l'uomo, dell'essere
qualcosa di vivo. Per essa l'autrice nutre un profondo e sacro rispetto. La terra è anche
veicolo di ricordi, di speranza nel futuro, di respiro del presente. «Dagli occhi delle donne
derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti,
le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo» (William Shakespeare). C'è,
infine, l'ultimo tassello che completa e sublima letteralmente il "quadro" dell'ars di
Natalina: la DONNA. In fondo l'acqua e la terra sono "donne". Questa meravigliosa
creatura in grado di dare vita, ispirare poeti, pittori, musicisti, fotografi...è colei che
accende la luce nel buio. Con tali premesse, tenendo a mente questi tre immensi elementi,
l'osservatore/lettore può, allora, avvicinarsi alla contemplazione delle opere dell'artista.
L'opera programmatica è "LA CASCATA": in mille splendide variazioni dal blu al verde,
sgorga purissima una cascata. Essa è in un LOCUS AMOENUS, abilmente dipinto da
Natalina, in cui prende vita l'arte che zampilla, come una sorgente dal cuore dell'artista.
Essa culmina nel mare, simbolo di vita e del fluire dell'esistenza, alimentandolo. L'opera
"OLTRE L'UNIVERSO" è il trait d'union tra l'acqua e la donna. Un volto femminile della
forma e dei colori dell'acqua contempla l'universo, che ha le sembianze di un cerchio
d'acqua e cielo chiaro. Il fluire, il divenire, l'andare "oltre" varcando i confini del tempo,
dello spazio e della mente è possibile grazie all'arte, alla contemplazione e al cuore. Gli
occhi sono il mezzo, l'acqua la forma, la donna l'anima. L'opera "MARE D'INVERNO"
accoppiabile con "SOLITUDINE" e "PRIGIONIA" da una parte e "MARE DI
SARDEGNA" associabile a "GIOVANE SPENSIERATA" dall'altra, mostrano due
diversi mondi: uno chiaro, limpido e solare, uno scuro buio e tempestoso. Sono le fasi della
vita e dell'esistenza. L'interno del cuore, ferito e oppresso o innamorato e raggiante.
L'ombra avvolgente del "MARE D'INVERNO" è la stessa che sorge dalla terra e
dall'erba, che ingloba la donna sulla panchina. L'oscurità culmina nella prigionia della
donna (nuda e del colore dell'acqua) chiusa dentro una stanza cupa. Invece, il bagliore
della spiaggia e del mare di "MARE DI SARDEGNA" ha la stessa "aura aurea" del
campo di grano dorato di "GIOVANE SPENSIERATA". Il lettore/osservatore che si
avvicinerà all'arte di Natalina si troverà, dunque, magnificamente trasportato all'interno
di un mondo variegato dalle infinite sfumature. Natalina mostra i tormenti dell'animo e le
meraviglie della natura. Il messaggio che lancia l'autrice è di speranza. Come l'acqua per
vie sotterranee, impervie, a volte sconosciute e impensabili, riesce a zampillare in una
cascata e in una sorgente, così l'umanità è in grado di uscire da ogni difficoltà e di
superare i confini del corpo e della mente, anelando all'universo, all'eternità. L'acqua, la
terra e la donna sono le tre arterie che nell'ars di Natalina formano questa via che
conduce all'Infinito...e allora il lettore può tuffarsi e lasciarsi andare! «Le nostre valigie
erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede; avevamo molta strada da fare. Ma non
importava, la strada è la vita» (Jack Kerouac).
Dantebus