Anchise Picchi

pittore

Formazione

ANCHISE PICCHI : Fin dall'infanzia mostra già chiari segni di disposizione al disegno, realizzando fin dall'età di 5 anni, rappresentazioni naturalistiche della campagna e dei dintorni del suo casolare, nonché i primi abbozzi di figure di persone e animali. All'età di 10/12 anni conosce Francesco Gioli e diviene amico del fratello Luigi Gioli che lo invita spesso nel suo studio a Fauglia.

Conosce all'età di 15/16 anni lo scultore Alvio Vaglini di Pisa, di cui diviene amico strettissimo e con il quale lavora. Conosce poi Salvatore Pizzarello, Pietro Annigoni, Galileo Chini, Carla Celesia di Vegliasco, Fortunato Bellonzi. Frequenta verso il 1935/1938 il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti a Roma, dove diviene amico del fisico Oreste Piccioni, del gruppo di Enrico Fermi. A Roma consegue il Diploma e l'Abilitazione all'insegnamento del Disegno e della Storia dell'Arte.

Nel 1939/1940 è insegnante presso le Scuole Italiane all'estero, a Salonicco, in Grecia, da dove, per motivi bellici, è costretto a rientrare in patria. Insegna poi a Siena, Pisa e Collesalvetti (Livorno), dove conosce Luigi e Carlo Servolini. Luigi Servolini curerà nel 1978 la mostra antologica di pittura e scultura a Palazzo Strozzi patrocinata dal Comune di Firenze.

Negli anni che vanno dal 1950 al 1980 circa, tiene lo studio a Livorno, frequentando i maggiori rappresentanti del Gruppo Labronico. È amico di Renato Natali, Gino Romiti, Cafiero Filippelli, Carlo Domenici, Ferruccio Rontini, Giovanni Lomi, ecc. Sempre però mantenendosi indipendente ed esterno rispetto a correnti e gruppi artistici. In età avanzata, a 86 anni, si cimenta con il computer, realizzando con l'aiuto del solo mouse, diversi lavori di pittura digitale, pubblicati poi sul sito ufficiale, chiudendo idealmente un percorso singolare e poco comune per un artista contemporaneo: quello, appunto, che va dalla frequentazione diretta dei rappresentanti del movimento dei macchiaioli, fino alle moderne tecniche digitali.




In questi ultimissimi anni sono stati realizzati due volumi sull'opera di Anchise Picchi: uno sulla pittura e scultura e uno sulla grafica: Anchise Picchi tra Simbolismo e Novecento - suggestioni di nebbie e aspirazione di luce, a cura della storica dell'arte Francesca Cagianelli; Anchise Picchi, La Grafica, a cura del nipote Lido Pacciardi, con saggio critico introduttivo di Francesca Cagianelli - Bandecchi e Vivaldi ed., Pontedera, Pisa - 2004, 2005.

Ultimi riconoscimenti:

Medaglia d'oro per meriti artistici e culturali del Comune di Crespina, Pisa e Cittadinanza Onoraria.

Medaglia d'oro per meriti culturali ed artistici del Comune di Collesalvetti.

Ospite d'onore alla Fiera Nazionale di Pittura e Scultura M. Borgiotti, 2007, Livorno.

È morto all'età di 96 anni, il 13 novembre 2007, nella sua abitazione di Collesalvetti (Livorno).

Nel 2011 è stato intestato alla sua memoria e alla sua opera l'Istituto Comprensivo Scolastico Anchise Picchi, nel Comune di Collesalvetti.

Nel 2013 il Comune di Crespina gli intitola una strada.

Tematiche

Dopo un primo periodo di studio dei classici e dei macchiaioli, la sua produzione acquista una definitiva e inconfondibile impronta personale, con lo sviluppo di una serie di tecniche tra le quali eccelle la tecnica mista, con la realizzazione di tutta una serie di soggetti di chiara impronta iperrealista, mediata da un sentimento divisionista e da una concezione luministica delle masse e dei paesaggi.

Gli ultimi lavori esaltano l'uso di un divisionismo ben temperato, adattato in modo estremamente originale ad una soggettistica agreste, dove le ricorrenze degli sfumati delle nebbie e delle fusioni dei fondi, attraverso l'uso di una tecnica ruvida e grumosa, esaltano l'impronta luminosa che distende e scolpisce la scena.

La soggettistica riguarda la figura umana inserita e contestualizzata strettamente con l'ambiente e il paesaggio, quasi sempre agreste, che riflette le caratteristiche della campagna toscana dove Picchi ha sempre vissuto. I personaggi di questo ambiente e le situazioni che in questo si sono prodotte assumono tuttavia nella pittura dell'artista, mediante una interpretazione che evade dagli stretti ambiti soggettistici e ambientali, un significato di valenza universale, che illustra e sottolinea la fragilità e la precarietà dell'uomo di fronte alle sfide della vita e dell'ambiente. Numerose anche le nature morte, in tecnica mista. In scultura predominano il bassorilievo e l'altorilievo: in legno, bronzo, ceramica. Scene di Putti, ritratti, figure: tutte eseguite con spirito classico e moderno sentire. Composte sovente su una molteplice fuga di piani a formare veri e propri bassorilievi pittorici. Da menzionare i ritratti di Renato Natali, Pietro Annigoni e le lunette "I Putti vendemmiatori" e "I Putti musicanti", "Medusa in cammino".

Vastissima la produzione di grafica: disegni, incisioni, schizzi, studi: a carboncino, penna nera, grafite; in bianco e nero o colorati con gessi, pastelli, polvere di colore e rari acquarelli (specialmente usati per la colorazione di disegni della prima metà degli anni venti). Gli ultimi lavori di grafica mostrano un rafforzato contrasto chiaroscurale, conseguenza di una vista sempre più debole, condotti ancora, tuttavia, con una concezione disegnativa che l'artista medesimo riassume nella seguente asserzione: Il disegno non è la linea, il tratto chiaro e scuro che lascia la matita o il pennello e che segue il contorno degli oggetti, ma l'insieme delle masse e la loro disposizione e proporzione nello spazio; la contrapposizione dei chiari e degli scuri. Ciò che correntemente s'intende per "disegno" non è che superficiale grafismo e calligrafismo... Quando manca il gioco della luce, manca la vita!


Pensieri e citazioni.
Il mondo creato dall'Arte è più bello del "reale" perché è "ideale".
La natura, in arte, deve essere punto di partenza, non di arrivo. Essa contiene in sé il seme della Poesia. L'artista deve saperlo raccogliere e farlo germogliare e crescere nel proprio animo, trasportandolo sulla tela perché chi osserva possa goderne i frutti. E il vero artista deve farsi guidare sempre dal sentimento. La materia ha un'anima e tende alla vita..
Sento in tutta la vita universa un dualismo eterno così che mi induce a riconoscere l'esistenza della materia e dello spirito contemporaneamente, non potendo essere l'una senza l'altro e viceversa: la loro esistenza è condizionata reciprocamente... Tutte le azioni umane sono grandemente ritardate rispetto alla volontà, al Volere che le vuole attuate, ossia incontrano resistenza nella materia. L'umanità lotta disperatamente contro lo spazio e il tempo, contro il dolore, che sono conseguenze della materia.
Posso ingannarmi, non ingannare; conoscere la Verità e non uniformarvi le azioni è delitto che cielo e terra condannano...
Gli uomini sono creature d'educazione e non operano che a seconda del principio d'educazione che loro è dato...
L'Arte non deve essere "obbiettiva", ma "poesia delle masse", con rapporti e alternanze di ombre e di luci.
Là dove muore la luce anche se il disegno eccelle, là muore l'Arte. Quando manca il gioco della luce manca la vita.





L'Arte è dramma ed ha per sfondo l'infinito. Come la Natura segue la via più corta così l'Arte a suo modo fa la stessa cosa, cioè è sintesi, semplicità, ma non aridità. Non è arida, né falsa, né artificiosa o complicata. Un'opera d'arte è tale soltanto quando suscita nell'osservatore un'idea di qualcosa che vive e si muove ed ha un'anima...
La tecnica è l'insieme degli strumenti e materiali occorrenti per operare; la maniera è il particolare modo di usarli. In altre parole: da una sola tecnica è possibile usare diverse maniere.
Lo stile è quella sorta di impronta che, anche con maniere diverse, fa riconoscere sempre l'artista che le ha usate nell'opera prodotta.
(Sento il mio)... affetto d'artista per motivi che hanno ispirato l'arte per secoli e sono ancora ben lontani dall'avere esaurito la loro funzione. Un'atmosfera pulsante, dilatantesi fuori dei limiti di una cornice...
Fai ciò che ti piace e come ti piace, ma devi essere sincero con te stesso, devi cioè essere sicuro che quel che ti piace ti piaccia veramente più d'ogni altra cosa. È qui che sta il difficile. La libertà è l'anima stessa dell'Arte.
Il disegno non è la linea, il tratto chiaro e scuro che lascia la matita o il pennello e che segue il contorno degli oggetti, ma l'insieme delle masse e la loro disposizione e proporzione nello spazio; la contrapposizione dei chiari e degli scuri. Ciò che correntemente s'intende per "disegno" non è che superficiale grafismo e calligrafismo... Quando manca il gioco della luce, manca la vita!
L'artista è simile a un dio: concepisce e realizza e porta alla luce, nello spazio e nel tempo, ciò che sogna. Concreta e porta alla luce e fa vivere ciò che prima non c'era. Sentire l'universo come un'unità indivisa e colma d'ogni differenza… Non si tratta di fare quello che c'è e com'è, ma di inventare quello che non c'è o non si vede, ma che tu senti vero e ti piacerebbe ci fosse e farlo vivere…
L'arte nasce dal mito. È mito essa stessa. Parlandoci da sempre, dagli strati meno noti dell'animo umano come dalle oscure profondità delle grotte preistoriche dipinte, essa è lì, apparentemente senza un preciso scopo (ma qual è, se c'è addirittura, l'utilità dell'Universo?) a rendere più libera la nostra debole condizione di umani.
Devi porti di fronte all'opera d'arte come un bambino di fronte all'arcobaleno: l'impressione è tanto più viva e sincera quanto più immediata e veloce è la comprensione. Il godimento di un'opera d'arte deve entrare attraverso la porta spalancata dell'anima, non attraverso i labirinti del cervello…
Ogni cosa, nella sua natura più profonda, è sfuggente e inconoscibile… L'artista deve tracciare la via perché il sentimento possa cogliere ciò che la ragione non può contenere…
L'artista sovente veste, più o meno inconsapevolmente, la faccia di Medusa che tutto cristallizza e pietrifica, rendendo immobile e fisso, irriconoscibile, il mondo. Può destarlo a nuova vita soltanto distogliendo lo sguardo, affidando le sue sensazioni alla molteplice variabilità e fecondità della propria fantasia. La realtà non sta fuori, ma dentro di noi. Dietro la maschera di pietra stanno la carne e il sangue e la luce magica delle cose, di quelle che non diventano, ma sono messe nel mondo già compiute e perfette...
appresentate con sfondi paesaggistici, marine, incendi e i soggetti sacri e degli emarginati e dei deboli.