Giuseppe Mosca
scrittore
MICROBIOGRAFIASEMISERIA
Giuseppe Mosca, nato ad Alessandria nel 1964 verso mezzogiorno, non proviene da una ricca famiglia borghese americana all’alba della rivoluzione industriale o in un ospedale per i poveri sotto Alessandro I°, non ha interrotto gli studi universitari, anche se ci è andato vicino (forse avrebbe dovuto), non ha fatto la scuola militare di Pietroburgo o esercitato tutti i mestieri possibili, non ha fatto il benzinaio o il mozzo, non ha scaricato frutta al mercato, non è stato frenatore di treni, ornitologo, cameriere, non ha vagabondato per il mondo in cerca di chissà quali verità (pensate che avrebbe dovuto?) non ha mai affittato una barca, non è stato un pugile da riformatorio o un giocatore di rugby, collaborazionista antisemita, partigiano, esule dalla patria naturalizzato in un'altra, la sua famiglia non possedeva ceppi andalusi, non fu mai in cattività, nomade, non è stato in prigione ad Algeri, non ha mai posseduto una villetta nel Sussex, non è stato giocatore d’azzardo, un puttaniere, un descrittore di paesaggi, un discepolo, un giudice dalla toga virile, un tisico, musicista, giocatore di scacchi, cavaliere errante, commesso viaggiatore, poeta maccheronico, non ha esplorato paradisi artificiali o foreste di simboli, una volta ha tentato di essere un Buddha, si è talmente illuminato da aver fallito anche in questo.
Citando Wolf Giuseppe Mosca è un uomo dal “cielo diviso”, diviso nel senso di frattura, crepa, incrinatura, interruzione, sospensione, contrasto, ma in senso più letterale, Giuseppe Mosca è un uomo diviso che vede le cose da due angolazioni contemporaneamente, dotato di una particolare visione stereoscopica, guarda il mondo dal lato interno dell’angolatura degli eventi, maschera e antimaschera, regista nella sua testa, postino di bordo con contratto a perdere, fotografo di assenze, parolaio, incensatore di stanze domestiche, tessitore per corrispondenza, atomista, privo di alter ego, poiché come egli stesso afferma “non sono sufficientemente normale da volerne uno….”, antieroe a metà, Giuseppe Mosca è amato e odiato dalle donne come tutti gli uomini perbene, scrittore a corrente alternata. Egli è capace di gesti ampi di nobile altruismo e di meschine gelosie parassite, di possessi diabolici e di distacco olimpico, verticale nella scrittura, orizzontale nel pensiero, obliquio nella vita…….