Dina Isacchi
pittrice
Dipinge dal 1963, ma solo nel 1975 si presenta al pubblico con una sua prima personale di grafica e pittura. Successivamente partecipa a numerosi concorsi e organizza nel corso degli anni mostre personali alla galleria d’arte “La tavolozza” di Lecco, all’Arengario di Monza, a Parma, a Brescia, a Como, alla galleria d’arte “Il tetto brianzolo” di Lissolo di Perego (LC) e nel suo atelier di Monticello Brianza (LC), dove tuttora realizza le sue opere.
Partecipa all’esposizione internazionale collettiva “Dal colore alla materia” presso la galleria Spazio Museale Sabrina Falzone a Milano dal 17 novembre al 1 dicembre 2012.
Partecipa all’esposizione collettiva “Luminosità” presso la galleria d’arte Artemisia Gallery a Bergamo in via Moroni 124 dal 7 al 23 dicembre 2012.
Partecipa alla terza Biennale Internazionale di Arte Sacra (I 5 sensi) con “La Bottega dell’Arte” a Linas - Francia - dal 18 al 21 aprile 2013.
Formazione
Liceo artistico e laurea in architettura al Politecnico di Milano.
Tecniche
Acrilico su tela
Modellazione argilla di Montelupo, realizzazione di sculture in terracotta
Premi
Tra i premi ricevuti citiamo:
Secondo premio “Il gallo d’oro 1978”, città di Abbiategrasso;
Primo premio “rassegna nazionale di grafica e pittura”, Galleria d’arte “La tavolozza “Lecco;
secondo premio (scultura) alla sesta edizione del premio “Primavera” 1982, Monza.
Scrivono di lei in particolare : Margherita Rizzardi, Giannino Cascardo, Carlo Fumagalli, Elisabetta Invernici, Pino Dal Prà, Mario Monteverdi.
Bibliografia
“Dina Isacchi ha affidato al cavallo – non animale, ma essere vivente e operante – il compito di suscitare il più e il meglio delle sue emozioni artistiche. Compiute esperienze pittoresche che l’hanno indotta anche a un colloquio con la natura, grafiche e dipinti che l’hanno spinta a indagare nella psiche umana, si è dedicata anche alla scultura. Plasmando la creta e facendole duttilmente assumere le forme predilette, ha loro attribuito quel movimento, quella fluidità, quella scorrevole agilità che, di grado in grado, si traducono in regole stilistiche, in deformazioni espressive, in interpretazioni anziché in “copie dal vero”. E ciò si estende anche alla figura umana, ai volti ispirati, ai sentimenti ch’essi contengono. Così con la materia diviene efficace strumento di elevazione dello spirito”.
Estratto dal “dizionario critico Artiitalia” primo quaderno curato da Mario Monteverdi patrocinato da A.N.V.A. (Archivio Nazionale Valori Artistici).