irene taddei. Recensione critica
Frammenti del passato disciolti in nevralgiche memorie architettoniche raccontano la storia solenne e spirituale dell’uomo. Al di sopra dell’esistenza, al di là del visibile, imponenti architetture intellettuali svettano con enfasi narrativa dall’immaginario creativo di Irene Taddei.
Come soliloqui del pensiero, le fotografie dell’art designer toscana descrivono sapientemente l’intima sensazione di sospensione umana, di ossequio e timore per l’indicibile, al cospetto dell’incommensurabile. L’animo si prostra al recondito disegno dell’universo e dal tumulto dello scatto in bianco e nero affiora, con palpito inatteso, la grandiosa poetica del sublime, espressa attraverso un accurato studio luministico e una sperimentazione formale senza pari.
La ricerca artistica di Irene Taddei permea di umori romantici e postmoderni che nel loro connubio intrinseco contribuiscono a forgiare l’idea di un’urbanità interiorizzata. Città della psiche sono queste immagini, specchio del desiderio di conoscenza.
Nella serie “Tensione dinamica” vengono sviluppati i concetti di limite, memoria e sfida, in cui il movimento diviene paradigma dell’interpretazione critica, nonché elemento caratterizzante del percorso emotivo. Un tappeto di porpora interrompe il silenzio cosmico dello scatto, suggerendo un’ascesa dell’intelletto.
Da “Spazio del movimento” sono desunti, invece, i motivi del gioco architettonico e l’avvolgenza delle forme, motivi che assumono tratti più monumentali in “Identità complessa”. Dalle vestigia del passato Irene Taddei estrapola i singoli elementi e i dettagli strutturali capaci di rivivere di una nuova luce intellettuale verso il futuro della fotografia contemporanea.
Sabrina Falzone
storico e critico d'arte
aprile 2009
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