Giovanni Boldrini
pittore
Membro del movimento Ipespazialista Italiano.-Dopo quarant’anni gli artisti non possono continuare a ignorare un avvenimento così trascendentale come lo sbarco dell’uomo sulla Luna. E’ necessario che essi finalmente prendano coscienza che l’uomo è divenuto, oppure è ritornato ad essere, un viaggiatore cosmico, allo stesso modo di come lo è stato probabilmente in un remotissimo o più recente passato. E’ possibile che egli sia approdato sul suolo terrestre in momenti successivi arrivando da altri mondi, da altri tempi e da altre dimensioni; si sia stabilito sulla Terra, sia tornato al suo luogo di origine e sia di nuovo venuto sulla Terra una o più volte, per propria volontà o per necessità, mescolandosi a civiltà precedenti a somiglianza con quanto fecero gli europei quando sbarcarono in America nel XV secolo, scambiati dai nativi per uomini stellari.
Il rapido trasporto della materia, la quasi istantanea e più reale trasmissione di immagini, suoni e comunicazioni, la tecnologia cibernetica, quella del “Full Color”, del video e della musica “Dolby Surround” sempre più a portata di mano e ovunque, offrono nuovi orizzonti alla creatività dell’artista visivo o non, con possibilità illimitate per la ricerca di nuovi linguaggi e per la realizzazione di un’arte totale iperspazialista che assommi in sé tutte le arti, adeguata ad una civiltà terrestre che si appresta a far parte delle civiltà stellari.
L’Iperspazialismo rompe definitivamente il cordone ombelicale che per millenni ha tenuto l’arte legata alla Terra. Gli iperspazialisti si dichiarano precursori dell’ Era Cosmica; anzi, più che precursori, si dichiarano iniziatori dell’Era Cosmica nel campo dell’arte. Considerano l’arte non espressione di emozioni individuali, ma celebrazione di un rito di valenza collettiva e ritengono che il gesto dell’artista debba riacquistare un significato quasi sacro, solenne e eterno. Gli iperspazialisti si servono dell’arte per preparare lo spirito dell’uomo ad affrontare viaggi di esplorazione dello spazio cosmico e di ritorno tra le stelle.
L’Iperspazialismo non è solo arte, ma movimento di pensiero fondato sulla tesi che l’umanità è destinata ad un erranza indefinita nell’universo, il cui scopo non è soltanto il raggiungimento di livelli superiori di civiltà ma anche il conseguimento di una spiritualità etica sempre più alta; pertanto è aperto a tutte le arti e non solo a quelle visive. Architettura, letteratura, musica, cinema, eccetera, dovranno affrontare, prima o poi, la realtà dell’uomo stellare, proiettarsi con l’immaginazione nel futuro, prefigurandolo come realtà di fantascienza, oppure attingere a ricordi sepolti in angoli remoti della memoria cosmica ancestrale dell’umanità, facendoli rivivere come flashback di un racconto filmico.
Gli iperspazialisti ritengono che la pittura sia stata sempre e sia ancora l’espressione visiva più autentica dello spirito umano. L’opera pittorica iperspazialista, poiché improntata ad una proiezione dell’uomo verso l’infinito, non può essere circoscritta da una cornice. Le sue caratteristiche sono:
• Sembra sospesa nel vuoto agravitazionale. Ciò perché non ha linee verticali e orizzontali contrapposte che, in quanto coordinate terrestri, suggerirebbero stabilità gravitazionale.
• Ha contorno irregolare e spezzato, con una predominanza di angoli acuti dai quali linee di forza emergono per proiettarsi verso centri di attrazione esterni indefinitamente lontani.
• Il complesso della figurazione è ristretto tutto da un lato così da lasciare, all’altro lato, ampi spazi aperti verso l’esterno dove è collocato lo spettatore, come per inglobarlo e renderlo partecipe della realtà rappresentata.
• Si presenta come una porzione o come un assemblaggio di più porzioni di spazi enormi che hanno per struttura il vortice, l’elissoide, la sfera, il paraboloide, l’iperboloide, e qualunque altra forma adatta all’infinità dell’Universo, che mai potrà avere contorni che non siano curvi.
• Ha la peculiarità di consentire allo spettatore, attraverso una parte, di intuire come è strutturato il tutto e di afferrarne la grandiosità.
I temi iperspazialisti attengono al passato, presente e futuro cosmico dell’umanità. Se ne citano alcuni:
• Paesaggi deserti, naturali o artificiali, di pianeti mai esplorati.
• Distorsione della forme nell’attraversamento di confini spazio-temporali.
• Disastri terrificanti, esplosioni stellari.
• Incontri ravvicinati con ufo e extraterrestri.
• Trasformazione di microcosmi in macrocosmi o viceversa.
• Piattaforme spaziali e grandiose città artificiali.
• Messaggi in codice di civiltà extraterrestri.
• Architetture nuove di mondi nuovi.
• Simboli spirituali e religiosi delle popolazioni cosmiche.
• Umani terrestri spiati dagli extraterrestri o viceversa.
• Esplorazioni tra i confini vita-morte dell’uomo cosmico.
• Rappresentazioni allusive a forme non corporee.
L’opera pittorica iperspazialista, per le sue caratteristiche strutturali e perché racconta di viaggi stellari, può essere definita “frammento stellare”.
Gli iperspazialisti autenticano le opere, oltre che con il nome terrestre, apponendo su di esse un cosmogramma personalizzato, per testimoniare il loro essere artisti stellari.
Formazione
Giovanni Boldrini nasce a Cascina (Pisa).
Personaggio genialoide, è un’artista, prima di vita e in un secondo tempo creatore d’arte.
Tecnica pittorica: Colore con aggregazione di materiali.
L’artista interviene su superfici piane sia con colori, sia con l’apporto di oggetti, quali bottiglie liquefatte, pneumatici, cerchi di botti ecc.
La superficie delle opere viene preparata, con ispessimenti, con materiali vari come tele compatte, balle, yuta, gesso, sabbia, ecc.
Gli oggetti immessi nei quadri sono sempre ed esclusivamente materiali di recupero. Colore e materiali, genialmente disposti creano una sintesi di straordinario livello artistico.
Boldrini supera di gran lunga il “Nouveau Realisme”, le sue tematiche sono più emozionali, evocative e passionali. La sua arte non è soltanto arte di mente, è anche e soprattutto arte di cuore. L’artista si interroga sui “perché” cosmici, indaga a fondo l’esistenza e la vita.
Boldrini è un’artista assolutamente NUOVO, fuori e al di sopra delle corrente e “ismi”, un’artista d’impeto e nello stesso tempo un’artista globale: l’arte come tutto, l’arte come passato, presente e futuro dell’uomo. La vita di un pittore
Tematiche
Giovanni Boldrini è un personaggio che entra di prepotenza e suo malgrado in una miriade di movimenti artistici che lo hanno inconsapevolmente formato e che lo proiettano in quella post-popular-art di stampo moderno, costituita da uomini che si sono fatti da soli.
Per questo artista tutto sembra essere nato all'improvviso, quasi per un "colpo di fulmine" , un innamoramento fatale che lo ha completamente coinvolto.
La sua è una "figurazione" essenzialmente fondata sull'introduzione di oggetti reali prelevati per lo più da una quotidiana esperienza urbana; "vuoti a recuperare", come lui li chiama (copertoni di auto, reti, bottiglie di plastica, legni, oggetti di qualsiasi genere) in un contesto pittorico variamente composito e generalmenmte riferibile all'espressionismo astratto e all'arte povera.
Gli sviluppi più recenti della produzione di Boldrini si caratterizzano infatti oltre che per la variabilità dei supporti (tele grezze, legno, rete) anche per l'uso più accentuato della pittura e del colore, mentre viene meno il valore comunicativo degli oggetti utilizzati e si accentua la loro funzione di puri stimoli visuali , di comunicazione di massa e più specificatamente per quei prodotti di una "economia di abbondanza" rapidamente trasformabili, e trasformati, in miti.
L'arte di Giovanni Boldrini si ricollega inconsciamente a quel modello socio-economico-culturale ormai universalmente accettato, con una maggiore e minore dose di ironia, come il migliore dei modi possibili.
In questo modo anche l'affermazione della dignità estetica di una bottiglia o di un copertone di auto, hanno contribuito alla costruzione di una ideologia del mito non più esclusivamente americana.
Va d'altra parte ricordato che l'attenzione per l'oggetto comune e la "restituzione artistica" si riallaccia anche ad una tradizione figurativa tipicamente italiana (Piero Manzoni, Crippa, Baj ).
L'intervento di Boldrini si sposta dalla creazione-invenzione di un'immagine, alla individuazione e al "montaggio" di elementi già esistenti, riciclando in questo modo procedimenti che avevano caratterizzato il surrealismo e il dadaismo e prefigurano anche successive operazioni di molti artisti concettuali.
Il lavoro di Boldrini, oltre ad essere una critica alla produzione di massa e al consumismo , esprime una drastica rottura con l'idea tradizionale della pittura accademica e dello spazio pittorico. Egli, in definitiva, agisce nel varco che separa arte e vita, senza rifugiarsi in quell'ideale torre d'avorio in cui si rinchiudono i cosiddetti "artisti intellettuali" , continuando a fare la vita dell'uomo semplice e del "buon padre di famiglia", divertendosi a creare, senza montarsi la testa di artisticità fasulla, deleteria e pericolosa e senza gloriarsi dei "complimenti" esterni.
Quello che comunque va veramente apprezzato in Giovanni Boldrini, più di ogni altra cosa, è il suo inguaribile "slancio creativo" e il contributo che egli dà alla definizione di una "nuova estetica artistica". di carattere ecologico-metropolitano.
Eraldo Di Vita
Tecniche
Tecniche miste, sempre alla ricerca di materiali nuovi . amante della pop art e arte povera , riciclo di materiali , yuta e lamiere in ferro sono i supporti principali dove lavorare, senza tralasciare il polistirolo .
Quotazione
300/500/1000/3000 euro.
Premi
Giovanni Boldrini è Membro del Movimento Iperspazialista Italiano, fondatore del Gruppo Artistico GI.LO.DA.DA., formato da tre ragazzi Meravigliosi “diversamente abili”. Astrattismo geometrico , lirico, pop art e ricerca di materiali innovativi. Presente in Musei e Istituti con opere in permanenza.
Ultime importanti mostre personali :
- La Dogana di Palazzo Vecchio di Firenze.
- Gipsoteca Libero Andreotti di Pescia
- Atrio Palazzo del Pretorio di Pistoia
- Museo Archeologico di Pescia
- Biblioteca Comunale di Cascina (PI)
- Biblioteca Comunale di Seravezza (LU)
- Istituto Alfonso di Napoli
- Pinacoteca di Pianelle di Pescara
- Museo di Guglionesi di Cambobasso
- Galleria Gaudi di Madrid
- Galleria Visconti Palace di Milano
- Galleria Eco del Mare di Prato
- Galleria i Gigli di Firenze
- Galleria Soligo di Roma
- Galleria Lavatoio Contumaciale di Roma
- Galleria Soqquadro di Roma
- Galleria il Viaggio di Roma
- Galleria il Sole di Bari
- Galleria la Gaipa – Valmeria (Lettonia)
- Plein Air a Tervete Riga ( Lettonia) 2013
- Gala' dell'Art di Montecarlo 2013
- Gala' dell' Art di Montecarlo 2014. Terzo Classificato
- Premio Papa Paolo di Pompei , medaglia e diploma ad onorem con l'opera "Cuore Infranto Spirito Contrigo".
- Artexpo New York 2015
- Artexpo Barcellona 2015
- Expo di Milano 2015
- Gala' dell'Art di Montecarlo 2015
- Biennale di Roma 2015
- 56 Biennale di Venezia
“PROGETTO DIDATTICO” – La Ragazza dalla Mantellina Rossa. Progetto idetato e realizzato dal Gruppo Artistico . GI.LO.DA.DA. , formato da tre ragazzi diversamente abili, Davide Poggetti, Davide Castiglioni e Lorenzo Pacini, mentre l’opera scritta è stata realizzata dal poeta cubano
Boris E Gonzalez.
“PROGETTO STASERA ESCO” Progetto realizzato con 40 ragazzi diversamente abili creando esclusivamente Pop Art.
“PROGETTO TATTILE “Collaborazione col Museo Marino Marini di Pistoia con la creazione di opere riproducenti i capolavori del Maestro Marini per il pubblico non vedente.
Opere Presenti in Musei e Istituti:
Museo Archeologico di Pescia, Museo della Plastica Sandretto di Torino, Pinacoteca di Pianelle di Pescara , Museo Guglionesi di Campobasso, Istituto Alfonso di Napoli, Banca di Pescia, Comune di Chiesina Uzzanese, Comune di Cascina, Comune di Seravezza, Opera donata alla vedova Raciti, due opere in permanenza nella sala conferenza della Banca di Pescia . Opera donata alla famiglia di Gabbriele Sandri, installazione con la maglia della Lazio donata dalla stessa Società, Opera donata al Presidente della Lamborghini Italia, Opera donata alla Senatrice Rosi Bindi , raffigurante lo stemma dei DS.
Due grandi opere nel Meseo delle eccellenze di Cento. Sei opere in permanenza al Bao Necci di San Francisco. Grande opera in juta al mercato dei fiori di Pescia realizzata con oltre 60 ragazzi diversamente abili.
Opera raffigurante il Giglio di Firenze in esposizione permanente al terzo piano di Palazzo Vecchio.
Bibliografia
Formazione artistica
Membro del movimento Ipespazialista Italiano. Dopo quarant’anni gli artisti non possono continuare a ignorare un avvenimento così trascendentale come lo sbarco dell’uomo sulla Luna. E’ necessario che essi finalmente prendano coscienza che l’uomo è divenuto, oppure è ritornato ad essere, un viaggiatore cosmico, allo stesso modo di come lo è stato probabilmente in un remotissimo o più recente passato. E’ possibile che egli sia approdato sul suolo terrestre in momenti successivi arrivando da altri mondi, da altri tempi e da altre dimensioni; si sia stabilito sulla Terra, sia tornato al suo luogo di origine e sia di nuovo venuto sulla Terra una o più volte, per propria volontà o per necessità, mescolandosi a civiltà precedenti a somiglianza con quanto fecero gli europei quando sbarcarono in America nel XV secolo, scambiati dai nativi per uomini stellari.
Il rapido trasporto della materia, la quasi istantanea e più reale trasmissione di immagini, suoni e comunicazioni, la tecnologia cibernetica, quella del “Full Color”, del video e della musica “Dolby Surround” sempre più a portata di mano e ovunque, offrono nuovi orizzonti alla creatività dell’artista visivo o non, con possibilità illimitate per la ricerca di nuovi linguaggi e per la realizzazione di un’arte totale iperspazialista che assommi in sé tutte le arti, adeguata ad una civiltà terrestre che si appresta a far parte delle civiltà stellari.
L’Iperspazialismo rompe definitivamente il cordone ombelicale che per millenni ha tenuto l’arte legata alla Terra. Gli iperspazialisti si dichiarano precursori dell’ Era Cosmica; anzi, più che precursori, si dichiarano iniziatori dell’Era Cosmica nel campo dell’arte. Considerano l’arte non espressione di emozioni individuali, ma celebrazione di un rito di valenza collettiva e ritengono che il gesto dell’artista debba riacquistare un significato quasi sacro, solenne e eterno. Gli iperspazialisti si servono dell’arte per preparare lo spirito dell’uomo ad affrontare viaggi di esplorazione dello spazio cosmico e di ritorno tra le stelle.
L’Iperspazialismo non è solo arte, ma movimento di pensiero fondato sulla tesi che l’umanità è destinata ad un erranza indefinita nell’universo, il cui scopo non è soltanto il raggiungimento di livelli superiori di civiltà ma anche il conseguimento di una spiritualità etica sempre più alta; pertanto è aperto a tutte le arti e non solo a quelle visive. Architettura, letteratura, musica, cinema, eccetera, dovranno affrontare, prima o poi, la realtà dell’uomo stellare, proiettarsi con l’immaginazione nel futuro, prefigurandolo come realtà di fantascienza, oppure attingere a ricordi sepolti in angoli remoti della memoria cosmica ancestrale dell’umanità, facendoli rivivere come flashback di un racconto filmico.
Gli iperspazialisti ritengono che la pittura sia stata sempre e sia ancora l’espressione visiva più autentica dello spirito umano. L’opera pittorica iperspazialista, poiché improntata ad una proiezione dell’uomo verso l’infinito, non può essere circoscritta da una cornice. Le sue caratteristiche sono:
• Sembra sospesa nel vuoto agravitazionale. Ciò perché non ha linee verticali e orizzontali contrapposte che, in quanto coordinate terrestri, suggerirebbero stabilità gravitazionale.
• Ha contorno irregolare e spezzato, con una predominanza di angoli acuti dai quali linee di forza emergono per proiettarsi verso centri di attrazione esterni indefinitamente lontani.
• Il complesso della figurazione è ristretto tutto da un lato così da lasciare, all’altro lato, ampi spazi aperti verso l’esterno dove è collocato lo spettatore, come per inglobarlo e renderlo partecipe della realtà rappresentata.
• Si presenta come una porzione o come un assemblaggio di più porzioni di spazi enormi che hanno per struttura il vortice, l’elissoide, la sfera, il paraboloide, l’iperboloide, e qualunque altra forma adatta all’infinità dell’Universo, che mai potrà avere contorni che non siano curvi.
• Ha la peculiarità di consentire allo spettatore, attraverso una parte, di intuire come è strutturato il tutto e di afferrarne la grandiosità.
I temi iperspazialisti attengono al passato, presente e futuro cosmico dell’umanità. Se ne citano alcuni:
• Paesaggi deserti, naturali o artificiali, di pianeti mai esplorati.
• Distorsione della forme nell’attraversamento di confini spazio-temporali.
• Disastri terrificanti, esplosioni stellari.
• Incontri ravvicinati con ufo e extraterrestri.
• Trasformazione di microcosmi in macrocosmi o viceversa.
• Piattaforme spaziali e grandiose città artificiali.
• Messaggi in codice di civiltà extraterrestri.
• Architetture nuove di mondi nuovi.
• Simboli spirituali e religiosi delle popolazioni cosmiche.
• Umani terrestri spiati dagli extraterrestri o viceversa.
• Esplorazioni tra i confini vita-morte dell’uomo cosmico.
• Rappresentazioni allusive a forme non corporee.
L’opera pittorica iperspazialista, per le sue caratteristiche strutturali e perché racconta di viaggi stellari, può essere definita “frammento stellare”.
Gli iperspazialisti autenticano le opere, oltre che con il nome terrestre, apponendo su di esse un cosmogramma personalizzato, per testimoniare il loro essere