"IL RIPOSO DEL DIO"

pittura acrilica, tela, 2015

IL RIPOSO DEL DIO
Piu’ oltre ruggivano le Plancte ,
sotto le grandi onde , là dove poco prima usciva il fuoco
dalla cima degli scogli , alzandosi sulla roccia rovente ,
e il fumo oscurava i raggi del sole nell’aria caliginosa .
Anche allora , malgrado fossero interrotti i lavori
di Efeso , un caldo vapore si condensava sul mare .
Lì accorsero in loro aiuto da ogni parti le giovani
nereidi ,e Teti divina afferrò , postasi a poppa , la pala
del timone , guidare la nave tra le rocce erranti .
Come i delfini affiorano dal mare nel sereno
e volteggiano in branco attorno a una nave
in movimento ,mostrandosi ora davanti ,ora dietro
e ora ai lati , per la gioia dei marinai ; così le nereidi
rincorrendosi a vicenda volteggiavano insieme
intorno alla nave Argo ,mentre Teti la teneva in rotta .
Quando già stava per urtare contro le Plancte ,
alzarono le vesti sulle bianche ginocchia e saltarono
sulle stesse rupi e in cima alle onde , dividendosi
in due schiere , da una parte e dall’altra del passaggio
La corrente scuoteva Argo , investendola di fianco ;
le onde , sollevandosi violente , rumoreggiavano
da ambi le parti contro le rocce , che ora si levavano alte
nel cielo come dirupi , ora stavano basse nel mare
profondo ,e l’onda selvaggia si stendeva enorme
su di esse . Come ragazze che su una spiaggia sabbiosa ,
con le vesti avvolte ai fianchi , giocano a lanciarsi
la palla divise in due squadre – la ricevono l’una
dall’altra , e la sfera vola in alto fino al cielo senza mai
toccar terra - , allo stesso modo le Nereidi , lanciandosi
a turno l’una all’altra la nave che procedeva rapida ,
la tenevano alta sulle onde e sempre lontana dalle rocce ,
mentre l’acqua intorno ribolliva mugghiando.
Persino il signore del luogo , Efesto , ritto sulla cima
della rupe scoscesa , le guardava appoggiando la spalla
possente sul manico del martello
(Apollonio Rodio)

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