"L'UFO DI PALAMARA" di ANTONIO BRUNO -
"L'UFO DI PALAMARA : UN FATTO "COMUNE ? "
L'ufologia, come tutto ciò che potrebbe riservare grosse sorprese al nostro
rassicurante senso di "comune razionalità", può anche essere molto discreta,
niente affatto chiassosa o massmediale e, anche quando si presentasse al
pubblico, farlo con una grande ed educata dignità. Si tratta, a mio parere,
dell'ufologia più vera, più meritevole di attenzione proprio perchè estranea
a strumentalizzazioni di quasivoglia fonte.
Questo, naturalmente, non esclude automaticamente i soggetti che ne sono
protagonisti da molto probabili conseguenze deprimenti e meschine
consistenti soprattutto, qualora il loro nome venisse alla ribalta, nella
denigrazione gratuita e nella sistematica opera di diffamazione (etica e
personale) a cui certo scetticismo fanatico si dedica da sempre (vedi
Gustavo Rol in parapsicologia). Insomma, nient'altro che *sciacallaggio* che
poco o nulla ha a che fare con lo studio obiettivo dei fatti. In ogni caso,
credo che, nella sostanza, le esperienze di cui certe persone sono
protagoniste, hanno un tale potenziale di incisività sul corso della loro
vita da rendere del tutto secondarie queste dinamiche meschinamente umane.
Già in un'altra occasione ho parlato di "ufologia sommersa" e mi piace
ribadire che, a mio parere, essa costituisce una grande e potenziale miniera
di informazioni. Una miniera non ufficiale, certo, con nessuna possibilità
di incidere nello schema delle conoscenze scientifiche riconosciute, ma
ugualmente preziosa per una serie di validi raffronti e, essenzialmente, per
un sempre maggior ampliamento di eventi che, scienza o non scienza, possono
senz'altro, se veri, modificare l'andamento della nostra civiltà ed incidere
sui nostri schemi di progresso lavorando in noi "dal di dentro".
Un caso di "ufologia semisommersa", ovevro di cui, mi sembra, si sia parlato
in modo non eclatante, è quello di Geri Palamara, di cui troviamo notizia
qui: http://members.tripod.com/~monzacun/alienide/intro.htm
Come si vede, il caso è datato di qualche anno ma propone la tematica
affascinante e sempre stimolante dei cosiddetti "viaggi nel tempo" o dell'
"ipotesi parafisica".
Siamo , qui, in un campo puramente teorico ma al quale la scienza,
nell'ultimo secolo, ha riservato un'attenzione crescente. Consideriamo,
comunque, che se la storia dei "mavari" è vera ( e non vedo perchè dovremmo
mettere in dubio la parola di Palamara quando ci sarebbe sufficiente una
qualsiasi verifica in loco per accertarcene), mi sembra di non poca
importanza il fatto che nel Mediterraneo, sulle Isole Eolie e,
presumibilmente, chissà in quante altre zone del mondo, pescatori ed
abitanti hanno da tempo imprecisabile fatto propria una realtà che, nel
nostro modo di pensare comune, ci sembra semplicemente impossibile. Insomma,
i marinai di Alicudi e la gente che vive sulle isole delle Eolie, *non si
scompongono affatto* al racconto di Palamara e, anzi, dicono che il fenomeno
è ben conosciuto, tanto da avergli dato il nome di "mavari".
Si provi, ora, qualche scettico "quarkizzato", ad andare da uno di quei
pescatori ed a convincerlo *veramente* che si tratta di "fulmini globulari",
fenomeni rifrattivi, termici, biochimici, ecc...! Senza dubbio, quegli
scettici verrebbero ignorati o gratificati di false soddisfazioni...
Qui siamo di fronte ad una manifestazione genuina di ufologia classica o,
come crede Palamara, ad un' interazione fra diversi piani di esistenza,
tanto che, per motivi ignoti, esse sono diventate addirittura parte del
vissuto quotidiano di molti popoli.
L'avvistatore e la sua famiglia, testimoni del meraviglioso evento, parlano
di "sfere di luce" che "volano" e "planano disponendosi, poi, ordinatamente;
parlano di puntini zigzaganti, di "sagome umanoidi", ecc... Ed è proprio da
questi casi, credo, che si potrebbero trarre utili considerazioni. Come a
proposito del cosiddetto danno da "impatto culturale" che la nostra civiltà
subirebbe nel caso di un manifestarsi palese degli alieni. Prepariamoci a
delle sorprese. Se consideriamo i pescatori delle Eolie, infatti, vediamo
che la realtà di tali eventi misteriosi è entrata "morbidamente" nella
propria cultura, nelle precipue tradizioni e conoscenze e che si è giunti,
naturalmente, anche a quell'altra tappa simbolica del nostro rapporto con
l'ignoto: quella della divinizzazione o dell'interferenza nel fluire degli
eventi (i "mavari" favorirebbero abbondante pesca).
Ma se, questi, sono i normali sviluppi del progresso conoscenziale umano,
se, di fornte all'evento "nudo e crudo", che ci si presenta all'improvviso
in tutta la sua irragionevole meraviglia, l'uomo reagisce "amalgamandosi"
con i fatti anzichè obnubilarli, perchè temere tanto che i "contatti" fra
noi e gli "alieni" divengano raltà di fatto?
Non nascondo che la posizione di Palamara mi ha sempre attratto ed ho avuto
modo ripetute volte di spiegare come ritenga che, nell'universo (o negli
universi), ci sia spazio per molteplici realtà. Quindi, viaggi
intergalattici, perchè no,...visto che ritengo i limiti di velocità
impostici dalla velocità della luce superabili ?... Quella della velocità
della luce è la più forte barriera culturale presente sulla possibilità di
"visite aliene" sul nostro pianeta. Ma, se pure tralasciamo i casi numerosi
di prese di posizione in tal senso, vi è chi teorizza che, in presenza del
vuoto assoluto, questa legge non esista più. Le argomentazioni non mancano,
come possiamo vedere qui:
http://www.enel.it/…/boil…/boiler97/html/articoli/wired-foto
ni.asp
Il "viaggio nel tempo", allora, potrebbe essere la vagheggiata "scorciatoia
che permette a visitatori di "altri spazi e dimensioni" di entrare nei
nostri. Ma, questo, è noto da decenni gli scienziati. Solo che mi pare, da
profano, che l' idea sconvolga ancora troppo, a livello PSICOLOGICO, molti
di essi. Se le cose stessero così, la fisica ed una gran parte delle *verità
scientifiche* acquisite perderebbero ogni valore e, probabilmente, l'uomo
vero, quello dei mari e delle isole, delle montagne e dei deserti, che alla
realtà si è sempre rivolto con gli occhi dell'intuito e dell'interiorità,
tornerebbe a dominare il pianeta.
Forse "loro", gli alieni, tornano a cercare quell' "uomo originario" e, per
farlo, viaggiano attraverso le grandi illusioni del genere umano che sono
state chiamate "spazio" e "tempo". Il loro rispetto, in questo caso, sarebbe
enorme, tanto grande da camuffarsi come le nostre usanze, credenze, fedi,
richiedono. Tecnicamente parlando, invece, la loro manifestazione ripetuta
in luoghi specifici e "dove si respira una strana atmosfera", potrebbe solo
essere l'affacciarsi "alla fermata" dove, chi non corre abbastanza, perde il
tram..
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