"LA FAME NEL MONDO E' FINITA" di FRANCESCO M. SCORSONE
Oggi cari amici artisti si produce solo spazzatura fatta per lo più di rifiuti speciali e ingombranti. Non più pennelli, colori, studio, conoscenza e tele ma solo idee bislacche per pseudo collezionisti modaioli che spesso cadono nella trappola degli “artisti” del nostro tempo.
Purtroppo i nostri musei sono pieni di stupide scempiaggini. Ma che ci volete fare sono i tempi moderni. I Politici vendono parole e non fatti che dureranno cosi gli "artisti" vendono opere "d'arte" che non resteranno nel tempo. Il gioco è questo: tutto deve essere consumato a "tavola".
Oggi si attacca un nastro adesivo a un muro e si titola: “linea Maginot”, si poggiano degli occhiali a terra ed ecco: “caduta accidentale”, si lascia incustodito un panino con mortadella addentato su una panchina e siamo in presenza dell’opera d’arte: “la fame nel mondo è finita”.
Sono esempi di cosa potremmo trovare in un museo: una scarpa, un panetto di burro rancido, uno specchio, una gamba di legno, una protesi dentale, un’impronta, un vecchio armadio, il rumore del cigolio di una porta (arte sensoriale), una zappa appoggiata a una parete (arte concettuale) ma potremmo continuare all’infinito perché tutto ciò che ci circonda merita una sua collocazione museale, basta solo decontestuarlo elevandolo a opera d’arte costruendo intorno ad esso (oggetto) una catasta di parole incomprensibili e il gioco è fatto.
L’importante è che tutte queste “stronzate” che vengono definite dalla critica militante, arte contemporanea, abbiano una rigorosa collocazione museale e soprattutto costino molto, anzi moltissimo.
Che volete che vi dica: l’arte è una cosa seria anzi serissima e chi la gestisce (storici, critici d’arte, studiosi, commercianti e galleristi) hanno l’obbligo morale di non “vendere” fumo ma concretezze fatte di lavoro e soprattutto di storia.
Francesco M. Scorsone
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