Gennaro Cilento
pittore
Premi:
2011: Premio Speciale Fondazione Roma con l'opera "Rubbish",(Talent Prize,IV Edizione, Premio Arti Visive Guido Talarico Editore).
Alcune esperienze artistico professionali:
1996: Quadro di scena per la commedia "O monaco dint' o lietto" (regia Marco Kretzmer),Teatro Sannazzaro,Napoli. 1999: Scenografie,decorazioni e installazioni permanenti per la ditta Napoli Art, Camden Lock Market, Londra.
Alcune pubblicazioni:
2003: "Sono solo pensieri d'amore", libro di poesie di Mariano Luccero, Collana "Le schegge d'oro", Montedit Edizioni (opera in copertina). 2004: Rinascita Artistica,Centro Culturale Rinascita Artistica,Guidonia,Roma ( opera in copertina). 2004: Flash Art Magazine ,Giancarlo Politi,Editore,Milano ( FocusNapoli,testo critico per l'artista Domenico Di Caterino). 2005: Flash Art Magazine ,Giancarlo Politi,Editore,Milano (intervista). 2010: Bedesema Magazine,Alternative Live & Fetish Magazine. 2011: Insideart (ottobre), Guido Talarico Editore,Roma. 2011:Insideart (dicembre), Guido Talarico Editore,Roma.
Alcune mostre personali:
2000: "Un buco nell'arte",Centro Giovanile S.Sofia,Napoli,a cura di Carlo Roberto Sciascia,Maurizio Vitiello. 2003: "Plastica",Centro S.Sofia,Napoli, a cura di Antonio Milanese e Domenico di Caterino. 2005: "Eclipse",Galleria d'Arte Salvatore Serio,Napoli, a cura di Gerardo Pedicini. 2009: "S.O.S",Galleria d'Arte Il Diapason, Napoli. 2010: "VideO=DromE" (performace Fix Stefania Ciccarella),Artisti in Vetrina Gino Ramaglia,Napoli. 2012: " 'Ncapa sempe coppole,'e piere sempe zuoccole....I rifiuti di Napoli si rifiutano di essere rifiutati",Galleria d'Arte Salvatore Serio,Napoli,a cura di Pietro Franesi Direttore di NYBA, Biennale d'Arte Contemporanea di New York. 2012: "Olimpic Games London/Neaples 3012", NYart NYBA Gallery, Londra (GB), a cura di Pietro Franesi Direttore di NYBA, Biennale d'Arte Contemporanea di New York.
Alcune mostre collettive:
1993: "Transiti 5", Villa Comunale,Nocera Inferore (SA), a cura di Antonio D'Amore,Michele Villani,Mario Lanzone. 2000: "Mediterraneo...",Museo Storico-Archeologico,Comune di Ponza (LT), a cura di Gerardo Pedicini. 2000: "Monumemedia....",Festival Europeo (sez.video,col nome d'arte,Mariopesceafore),Museo Pignatelli,Napoli,Comitato scientifico a cura di Achille Bonito Oliva. 2000: "Parete..." (col nome d'arte Mariopesceafore), Sala Gemito,Napoli,a cura di Corrado Morra. 2000: "Inproiezione...", Convento di S.Francesco,Giffoni Valle Piana(SA),in collaborazione con Giffoni Film Festival,Accademia di Belle Arti,Napoli. 2002: "Stop Racialism...",Comune di Sirtori,Lecco,a cura di Mario Manzoni Sala. 2003: "Contemporanea",Galleria d'Arte Salvatore Serio,Napoli. 2003: "Mini Graphic & Painting World Wide Show",Abbazia S.Zeno,Pisa,a cura di Bruno Pollacci. 2004: "MurriPublicArt",Concorso d'Arte per Spazi Urbani, Bologna. 2004: "Immagina,6° Mostra Mercato",Fiere di Reggio Emilia (presente con Galleria d'Arte Salvatore Serio,Napoli). 2004: "1° Biennale d'Arte Giovani Artisti Campani",Istituto Statale d'Arte F.Palizzi, Napoli, a cura di Massimo Bignardi,Giorgio Di Genova,Carlo Fabrizio Carli,Ugo Piscopo,Ciro Ruju.
2005: "Solid'Arte",Casina Pompeiana,Napoli,a cura di Gerardo Pedicini. 2005: "Immagina,7° Mostra Mercato",Fiere di Reggio Emilia (presente con Galleria d'Arte Salvatore Serio,Napoli). 2005: "Yoksullukvesanat-Poverty and Art", I° Biennale Internazionale d'Arte di Grameen,Microcredito Turchia,Ankara,Turkey. 2006: "Sotto/Sopra..",Galleria d'Arte Pagea,Angri (SA), a cura di Gerardo Pedicini.
2006: "Solid'Arte",Palazzo Genovese,Salerno, a cura di Gerardo Pedicini. 2008: "Multi Media Show of Contemporary Art", 3° Sardegna Arte Fiera (in collaborazione con Flash Art Magazine),Ex Carceri,Castiadas (CA), a cura di Mario Cossu. 2008. "Altro Sistema S.Barbara Project...", Pro Loco,Iglesias (CA),a cura di Domenico Di Caterino. 2010: "New",Galleria d'Arte Apotheca Artport, Pozzuoli (NA). 2010: "Biennale del Libro d'Artista..."(in collaborazione con LineaDarte Officina Creativa),Palazzo Merolla,Marano (NA). 2011: "Interiora...",II Edizione del Festival dell'horror indipendente.Brancaleone,Roma,a cura di Didi Ferri e Ass.Cult. Impulsi. 2011: "4° Biennale Giovani Artisti Campani..",Istituto Paolo Colosimo,Napoli, a cura di Tania Merenda, Accademia Belle Arti di Napoli. 2011: "Trip Art... "- "Artisti in Vetrina" Gino Ramaglia, 8 Expo Tattoo, Mostra D'Oltremare,Napoli. 2011: "Talent Prize 2011", IV Edizione,Premio Arti Visive Guido Talarico Editore,Museo Centrale Montemartini,Roma. (Premio speciale Fondazione Roma). 2013: NYBA, Biennale d'Arte Contemporanea di New York a cura di Pietro Franesi, Direttore NYBA. 2013: "Buongiorno, Italia"; Incontrarti 2013, Le proposte del Premio Vasto,XII edizione, Scuderie Palazzo Aragona,Vasto (CH) a cura di Daniela Madonna,collaborazione tecnica Bruno Scafetta.
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...I quadri di Gennaro Cilento proiettano senza filtri né eufemismi nell'angosciante realtà dell'inquinamento e dello smaltimento dei rifiuti, che nonostante gli accordi internazionali per il rispetto dell'ambiente continua ad essere una tetra protagonista negli scenari vitali dei cosidetti paesi evoluti, Italia compresa.
Quella che l'artista definisce una "blasfema fluorescenza" fagocita il ricordo dell'aria pura e dei cieli cristallini, avvolgendo le sagome di ciminiere minacciose e cassonetti bulimici. Teschi silenziosi sono la cifra di un attualissimo memento mori lanciato agli adulti di oggi, affinché riflettano sull'asfittica eredità che stanno preparando per le nuove generazioni e le tutelino...
(dal catalogo della mostra "Buongiorno, Italia", IncontrArti 2013 Le Proposte del Premio Vasto, Scuderie Palazzo Aragona, Vasto (CH),testo critico Daniela Madonna)
LA “TRIP ART” DI GENNARO CILENTO. L’ARTISTA SI RACCONTA
E’ un pomeriggio freddo e piovoso. Questo pomeriggio incontrerò l’artista contemporaneo Gennaro Cilento e ci porterà alla scoperta della Trip Art. L’appuntamento è ad un caffè in Piazza del Gesù e mentre passo accanto all’imponente obelisco dell’Immacolata, penso che sia proprio l’ambientazione ideale per un’intervista. Gennaro lavora nel campo dell’arte dal 1992.
Eccoci qui. Sono stata giorni interi a guardare le tue opere. Analizzando i lavori ho colto visioni post-nucleari, paesaggi industriali, maschere antigas, cassonetti di rifiuti, ciminiere fumanti in cieli grigi e bambole-cyborg ibride. Un contesto post-human, quasi una rappresentazione del delirio antropocentrico che subiamo oggi giorno. Come nasce l’idea di quella che tu definisci Trip Art?
"Tutto ciò che richiama il punk, il cyberpunk , l’underground e le immaginicatastrofiche mi ispira, in particolar modo i bidoni della spazzatura, i paesaggi urbani, la realtà industriale che circonda le grandi metropoli con le loro ciminiere che rigurgitano veleni. I personaggi in maschera antigas, che dipingo spesso, sono immersi in un post-atomico spazio-non spazio. Sono sempre alla continua ricerca di immagini da rivisitare ed esasperare con colori acidi! Definisco “Trip Art” il mio linguaggio non solo perché inteso come una visione distorta ed artificiale della realtà, dovuta ad una sorta di “viaggio lisergico” causato da allucinosi nubi tossiche, ma anche come viaggio vero e proprio nella tela, alla scoperta sempre di nuove cromie."
E’ interessante l’esperienza del viaggio. Una cosa è certa: tutti amiamo viaggiare, anche solo con la fantasia. E qual è il messaggio di questo itinerario artistico che proponi?
"Le mie opere indubbiamente riportano la mente a scenari apocalittici che non lasciano presagire nulla di buono e a scottanti temi sociali come l’inquinamento e il problema dello smaltimento dei rifiuti. Da anni il nostro paese, specialmente Napoli, è attanagliato da questi problemi…non ultima la “terra dei fuochi”, argomento che purtroppo di recente va tanto di moda! Il mio messaggio, anche se non è concettualmente mia intenzione mandare messaggi attraverso la pittura, è inerente comunque ad una sorta di “The Day After” che causa sconclusionate mutazioni di tutto ciò che ci circonda, sia nelle forme che nei colori. Una fiaba post-nucleare dove anche carri armati giocattolo, robottini, trenini e aeroplanini sono vere e proprie biomacchine da guerra."
Dunque, la tua arte segue due filoni: da un lato ci sono gli oggetti e i paesaggi e dall’altro le donne post-umane. Soffermiamoci un attimo sulla seconda tematica. Nel 1991 Donna Haraway definisce il corpo: né fisico, né testuale, né organico ma crea un miscuglio vivente e tecnologico. Le tue bambole, se così vogliamo definirle, sono molto sexy e presentano uno stile quasi porno e sadomaso. Come nasce questa rappresentazione?
"Il filone dei paesaggi e quello delle figure femminili si sviluppano in direzioni parallele e possono apparire un tantino diversi, ma legano entrambi in quanto concepiti come una sorta di ologrammi. Le donne sono come bambole ad uso e consumo di un pubblico voyeuristico, sex-cyborg e programmate per il piacere. Eccessive nel loro essere carne-lattice. L’estetica, per così dire, porno-fetish mi ha sempre attratto in quanto reputo si sposi perfettamente con i miei colori che richiamano anche un po’ le luci fluo caramellate del pop porno, tipico da sexy shop. Creste colorate tipiche delle sgargianti mode punk, i richiami al goth-dark , le borchie, gli spilloni da balia e i piercing, che profanano la carne, rappresentano l’aspetto erotico delle mie visioni femminili. In particolare, il latex tende a fondersi con i loro corpi conferendogli artificialità e plasticità, rendendoli oggetti del piacere “sintetico-feticista”."
Interessante il colore come luci fluo caramellate. Sai, il termine Trip l’ho trovato geniale perché, appunto, i livelli cromatici dei tuoi dipinti non passano inosservati! Anzi. Si entra in un vero e proprio vortice luminoso: colori accesi e minimali. A me è sembrato di essere inondata dalle luci dei cartelli pubblicitari di marketing e del consumismo odierno. Che rapporto c’è tra il colore e la materia?
"Nelle mie opere il colore la fa da padrone ma non soffoca le forme che sono risultante e contenitore di esso, delle sue svariate sfumature. Tu fai riferimento alle luci dei cartelloni pubblicitari e di marketing e la tua sensazione è in un certo qual modo riconducibile alla mia arte in quanto alcune delle mie prime opere, quelle delle figure amorfe e degli elettrodomestici un po’ si ispiravano a tutto ciò. L’ispirazione alla cartellonistica pubblicitaria c’era, però in una maniera, per così dire, un po’ naif! L’oggetto era posto di solito su un contrastante fondo fluorescente piatto, con delle scritte inventate che richiamavano la divulgazione. In seguito gli elettrodomestici si sono per così dire evoluti in macchine fantastiche che si sono ambientate man mano in “festosi” scenari apocalittici (eruzioni vulcaniche, esplosioni industriali) e il colore ha ricoperto un ruolo sempre più fondamentale ma senza mai totalmente invadere o sostituire le forme, soprattutto quelle che appaiono in primo piano. In ogni caso vortici luminosi e spirali sono un “leitmotiv” del lavoro che porto avanti da sempre, sono come dire un po’ il “fulcro psichedelico” del mio linguaggio."
Un curriculum davvero vasto: Hai lavorato a Roma, Milano e Londra. In particolare, nella nostra capitale, in occasione della mostra inerente al Talent Prize 2011 (Museo Centrale Montemartini), hai ricevuto il Premio Speciale Fondazione Roma. Inoltre, nel giugno scorso, hai partecipato alla Mostra IncontrArti, all’interno delle Proposte del premio Vasto (Scuderie di Palazzo Aragona). Sei proprio un artista completo! Tu dipingi, ti dedichi alla scultura, crei istallazioni e video art. In che modo coniughi questi talenti e cosa ne pensi degli happening che nel 1963 hanno invaso il mondo dell’arte?
"Coniugo il tutto sempre adottando lo stesso linguaggio o comunque se si tratta di un’installazione o di un video, dove non si può intervenire manualmente, cerco di non tralasciare mai il concetto base della mia poetica. E’ come possedere un paio di occhiali che indossandoli mi permettono di vedere tutto mutato secondo il mio stile. Per quanto riguarda l’happening , lo considero una forma d’arte sostanzialmente di matrice molto concettuale, per certi versi innovativo, soprattutto per l’epoca in cui si diffuse, ma credo anche che certi addetti ai lavori ne hanno un po’ troppo abusato, sinceramente, innalzandolo su un piedistallo. L’happening tende a svincolare il pubblico dal ruolo di fruitore passivo ed in alcuni casi addirittura lo coinvolge, promuovendo per lo più il mutevole e il performativo incarnando spesso valori in antitesi a quelli caratterizzanti l’universo delle “belle arti”. Per tutto ciò tanto di cappello essendo sempre un’espressione artistica ma chi la considera superiore alle altre espressioni solo perché offre in primis il concettuale o la considera ancora oggi innovativa o di rottura, sbaglia. L’happening è una forma d’arte pari a tutte le altre!"
Ornella Cotena (dal MURO MAGAZINE Curatrice Lea Ficca, 2013)
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"LA MIA PITTURA COME UN VIAGGIO LISERGICO"
Intervista a Cilento, vincitore del Premio Fondazione Roma al Talent Prize 2011.
Chiara Pirozzi.
NAPOLI - Gennaro Cilento (Napoli, 26 aprile 1975) si è diplomato all'Accademia di Belle Arti del capoluogo campano. Fresco vincitore del premio Fondazione Roma alla quarta edizione del Talent prize, concorso d'arte contemporanea riservato ai giovani voluto dall'editore Guido Talarico, Cilento ha una personalità vulcanica che ben si ritrova nei colori e nella pienezza delle sue tele. Lo abbiamo incontrato a ridosso della collettiva romana del Talent prize.
QUAL E' IL PUNTO DI PARTENZA DELLA TUA RICERCA CREATIVA?
"La mia prima produzione artistica è quasi esclusivamente incentrata sulla rappresentazione dell'oggetto, in particolare mi sono soffermato sullo studio e sulla realizzazione di elettrodomestici amorfi e apparentemente privi di personalità, come le macchine da cucire, le macchine da caffè, i robot da bar.Questi oggetti sono per me delle biomacchine fantastiche e tendo, quindi, a costruire una sorta di mostri apocalittici ipertecnologici."
I TUOI DIPINTI SONO SPESSO CARATTERIZZATI DA IMMAGINI ALTAMENTE ESPRESSIVE,REALIZZATE GRAZIE ALL'UTILIZZO DI COLORI FORTI MA, CONTEMPORANEAMENTE, LE RAPPRESENTAZIONI SONO TENDENTI ALL'IPERREALISMO PER GLI OGGETTI RIPRODOTTI. DA DOVE TRAI L'ISPIRAZIONE CREATIVA?
"Tutto ciò che è punk, cyberpunk, industriale e caratteristico del degrado urbano, m'ispira come ad esempio i bidoni della spazzatura, le ciminiere che rigurgitano veleni tossici, i gabinetti pubblici, l'immondizia.Sono sempre alla ricerca costante d'immagini da ricampionare e esasperare con i miei colori acidi e fluorescenti. La pittura per me rappresenta una personale e particolare visione distorta e sintetica della realtà: il mio viaggio lisergico."
NEL CICLO DI DIPINTI VISIONI POST-NUCLEARI, IL DATO FIGURATIVO TENDE A SPARIRE IN FAVORE DI SCORCI DI PAESAGGI URBANI APPENA ACCENNATI PERCHE' CARATTERIZZATI DA UNA COLTRA DI NUBI E DI GAS, UNA SORTA DI POSTAPOCALISSE DOVE NON C'E' PIU' TRACCIA DELL'ESSERE UMANO. COSA VUOI RACCONTARE?
"Racconto uno scenario post atomico, in cui i sopravvissuti al day after vagano in maschera antigas in un ambiente contaminato e inquietante, irrorato dalla blasfema fluorescenza, persi in una spirale di allucinazioni e perdizioni causate dalle nubi tossiche".
DALLA FINE DELL'UMANITA' ALLA TRASGRESSIONE PIU' SPINTA: NEL CICLO BAMBOLA SVISCERI LE PULSIONI PIU' RECONDITE DELL'ESSERE UMANO, CON IMMAGINI AL LIMITE TRA PORNOGRAFIA E SADOMASO. COME CONIUGHI LE DUE DIFFERENTI RICERCHE?
"L'estetica porno-sadomaso-fetish mi ha sempre attratto è reputo si sposi perfettamente con i miei colori forti.Il latex, i piercing, gli spilloni, la carne profanata dal metallo, inoltre, rappresentano l'aspetto erotico delle mie visioni post umane. Le mie donne sono enormi bambole, dei sex-cyborg programmate per il sesso, eccessive nel loro essere carne-lattice. Le due tematiche per me si legano perfettamente, in quanto sono concepite come una sorta di ologramma"
PARLACI DEL TUO LAVORO RUBBISH, L'OPERA HA RICEVUTO IL PREMIO SPECIALE FONDAZIONE ROMA AL TALENT PRIZE.
"Rubbish rappresenta appieno la mia visione delirante e sgomentata dei nostri ambienti di vita quotidiana. Questi territori si costituiscono di paesaggi caratterizzati da ciminiere industriali, sporcizia e devastante inquinamento. Voglio rappresentare un'atmosfera inquietante e repulsiva, un incubo post industriale che, in maniera spesso inconsapevole per i nostri occhi, è diventata una realtà per tutti"
SEI UN ARTISTA ECLETTICO GRAZIE ALLA FACILITA' CON CUI CONIUGHI E UTILIZZI DIFFERENTI MEDIA COME LA PITTURA, LA SCULTURA, L'INSTALLAZIONE E IL VIDEO. COME RIESCI A CONCILIARE TALE VERSATILITA' CON LA NECESSITA' DI VEICOLARE DEI MESSAGGI BEN PRECISI E COSTANTI?
"Tendo sempre a leggere tutto secondo un linguaggio personale. Le mie opere nascono da un lavoro costante : è come se avessi un paio di occhiali speciali che, indossandoli, mi permettono di vedere e di operare secondo il mio stile, senza perdere l'obiettivo prefissato"
(dal quotidiano IL DOMANI di Napoli , Novembre 2011)
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Gennaro Cilento si aggiudica il premio della presidenza della Fondazione Roma.
La tela presenta una forte carica cromatica che dialoga senza interruzione con il paesaggio nucleare rappresentato .
Il fumo delle ciminiere si diffonde in un cielo apocalittico che non lascia presagire nulla di buono.
L'immaginario allucinogeno dell'artista fa i conti con la realtà industriale che circonda le grandi metropoli.
Spazi urbani, architetture industriali e figure femminili riprodotte come "cyborg" sono il "leitmotiv" del lavoro portato avanti dall'artista.
(dal catalogo della mostra "Talent prize 2011, Premio Arti Visive", Museo Centrale Montemartini, Roma; Guido Talarico Edidore)
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Il premio speciale della fondazione Roma, presieduta da Emmanuele F. M. Emanuele, per la quarta edizione del Talent prize va a Gennaro Cilento con l'opera dal titolo "Rubbish", acrilico su tela, definito dallo stesso artista: "Visione allucinata di un paesaggio urbano industriale post-nucleare".
Cilento è diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli (1999).
Il suo progetto artistico, definito "Trip art", si sviluppa in due direzioni: quella delle rappresentazioni di figure femminili e quella di paesaggi post-nucleari.
Le donne appaiono come bambole a uso e consumo di un pubblico voyeuristico.
I paesaggi con i suoi personaggi in maschera antigas, i carrarmati fantastici, i cassonetti, riportano alla mente scenari apocalittici familiari.
Le due tematiche sono concepite come una sorta di lisergici ologrammi postumani.
(da INSIDEART Guido Talarico Editore, Ottobre 2011 )
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Un artista è una persona, per capire la sua arte bisogna entrare nel suo corpo, nelle sue emozioni, nei suoi valori.Un artista ha occhi di gatto, vede anche al buio e oltre. Gli occhi di Gennaro sembrano delle sentinelle di luce e pensano oltre il futuro. L'arte è mentale lo ricordava Leonardo. Quando ho visto le opere di Gennaro Cilento la pelle sgomitava, il cervello volava e ridevo come una matto il suo post nucleare è balcone con vista sul quartiere sanità. L'uomo con la maschera antigas è pulcinella, Totò, Peppino de Filippo; le sue donne sono Tina Pica e Sofia Loren. Lui vuole obbligarci a pensare buh, buh! Le donne sono costruite ma rotonde. Ci stiamo avvelenando, scoppiano le centrali nucleari,scoppiano i cassonetti del pattume ma dentro ci trovi un gatto. Un gatto che fa le fusa non muore. Gennaro Cilento è prima di tutto un napoletano il suo dna è quello di Francesco Clemente, i suoi colori allucinati nascono dalla stessa pianta. L'autoironia è il suo humus culturale senza di lei non si vincono le guerre + importanti della vita degli uomini e delle comunità. Il neorealismo napolitano ritrova un interprete capace di reincarnarlo nella contemporaneità. Gennaro Cilento è un artista dotato di grande passione, amore ed una fantasia bambinesca per queste ragioni l'ho selezionato per la prossima Biennale di arte contemporanea di New York. Identità napoletana e linguaggio universale sono una miscela che si trova raramente, a volte può lasciare un segno nella storia dell'arte.
Pietro Franesi Direttore NYBA Biennale di arte contemporanea di New York (2012)
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...Alla Galleria di Salvatore Serio in Via Oberdan (nei pressi di piazza Carità) è visibile la personale di Gennaro Cilento dall'affascinante titolo "Eclipse". Cilento è un artista stimolato da una forte carica espressiva, mutuata da una fantasia che trova la sua esigenza di comunicazione attraverso il dato fantastico, forma e sostanza di un possibile narrare.Il giovane artista, nel suo silenzioso e quotidiano vivere, lontano dai clamori persegue un tracciato esistenziale motivato da un'ingenua capacità d'osservazione del dato reale, che diviene occasione per motivare, in una colorazione accesa, le proprie visioni, siano esse nature morte o paesaggi, scene idilliache o drammatiche. Queste visioni complesse appartengono senza mistificazioni intellettualistiche al dato oggettivo di una realtà attraversata da una interpretazione fantastica che stabilisce un'identità tra il mondo dato, in tutte le sue contraddizioni evidenti, e il mondo percepito, offerto in una linearità visionaria d'intesa ed esplicita motivazione. Un pensiero, in una sorta di filo rosso costante, emerge dalla pittura di Cilento, un pensiero che si traduce nelle forme forti del rappresentato, il loro divenire altro del dato di partenza, per affermare, a volte con schemi fumettistico-fantastico alla maniera giapponese, una realtà meditata interiormente di cui la trasmissione immediata, di là dal logico rappresentato, è la capacità di ri-generare forme naturali, tecnologiche esistenti. Un processo di ricerca che è cifra di un linguaggio pittorico tendente, in una sorta di continuo mutuarsi, a rappresentare un mondo globale nelle sue interferenze di presunta felicità e d'incombente dramma, dove la natura - in questo l'opera "Explosion" è calzante esemplificazione - diventa forma innaturale e l'artificiale possibile naturale.
CIRO RUJU, 2005 (dal quotidiano IL ROMA Cultura, in occasione della mostra personale "Eclipse" c/o Galleria d'Arte Salvatore Serio, Napoli)
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"PUBBLICITA' TRASGRESSO"
I quadri di Gennaro Cilento sono ipertestuali,raccontano di dittature pubblicitarie,di malessere e solitudine ed emarginazione sociale,raccontano d'evasioni sudate e di attimi fi felicità virtuale "pagati" al costo di 166.Quadri esplosivi,ricampionature di un mondo disadattato che disadatta lo spettatore;quadri gettati nel mondo in cui le immagini feticcio sono state prelevate ed esposte senza pudore alla fruizione/frizione dello spettatore che osservandoli con gli occhi del guardone li ruba all'autore,segue e disegna il suo destino di senso,che è, probabilmente,inintenzionale.I corpi femminili sono deintellettualizzati,commerciali,passivi e seminudi,oggetti "da prendere", il trash della tv italiana; lui è però un artista all'inglese,ci sbeffeggia, sapendo che l'ironia è essenziale nella comunicazione, nel gioco di rimandi l'uomo fantoccio in erezione è bamboccio quanto le sue bambole.L'ironia è parente stretta dell'etica, il prodotto che lui propina è pittoricamente reale ed estetico, la pennellata è degna del Colantonio,pittura reale contrapposta al sesso virtuale.Pittura reale e concreta a differenza delle fasulle immagini che l'industria culturale sessuale usa per schiacciare coscienze amorose assopite.Cilento è un riformista del sesso e della pittura, la sua pittura denuncia il sesso svenduto e le indulgenze sessuali ed incita all'amore per la pittura.
Domenico Di Caterino, 2003
"ECLIPSE- DIPINTI VISIONARI E SURREALI..."
Un'esplosione cromatica dirompente,dai colori fluorescenti,sfavillanti e rutilanti per rappresentare il mondo stravolto e sconvolto dalla mano dell'uomo,l'universo artificiale delle industrie e in particolare l'inquinamento dovuto alla scoperta deleteria dell'energia nucleare.
Tutto filtrato attraverso la sensibile interpretazione pittorica del giovane artista napoletano Gennaro Cilento che,preferisce definire la sua, "arte sintetica",evidenziando la poetica delle sue opere.
Con la personale "Eclipse",visibile alla Galleria d'Arte Salvatore Serio, l'artista ha presentato dipinti dai forti contenuti e dai soggetti visionari e surreali,riprendendo in modo del tutto innovativo e personale lo stile delle avanguardie storiche d'inizio secolo.
"Eclipse", il quadro che dato il nome alla mostra, è "la paura di un evento futuribile,-spiega l'artista-,dalle conseguenze catastrofiche e apocalittiche". E' una visione tragica quella di Gennaro Cilento, che imprigiona il disastro ambientale nella sua arte,tramite la tecnica dell'acrilico,quasi simulando l'effetto dell'aerografo.Dalle atmosfere dense e monotono delle fabbriche, nel dipinto delle "industrie" del 1995; allo scontro futurista tra la forza della natura, la lava ardente che esplode dal cratere di un vulcano verde, quasi a ribellarsi all'avanzamento tecnologico dell'uomo,contro la forza meccanica e artificiale di un singolare carrarmato marino dai lunghi tentacoli metallici,in "Explosion mpaf".Nelle opere del pittore napoletano,"l'uomo perde la sua relazione con la natura - afferma Dario Marco Lepore, curatore della mostra insieme con Salvatore Serio - per vivere una realtà parallela, artefatta,virtuale,ricca di magnetismi che evocano nuove interpretazioni del percorso umano, in un ipotetico sviluppo tecnologico che prevarica la nostra realtà".
Cilento,appena ventinovenne,vanta una serie invidiabile di esposizioni,personali e collettive,in Campania e in tutta Italia.
Tra le più importanti figurano la mostra "Mediterraneo...", a cura di Gerardo Pedicini, al Museo Storico Archeologico di Ponza nel 2000; l'esposizione "Parete..." diretta da Corrado Morra nella Sala Gemito di Napoli nello stesso anno; la mostra di arte contemporanea alla Galleria Serio nel 2003 fino all'esposizione nei locali del Centro S.Sofia nel 2004. Nel suo interessante percorso artistico,iniziato all'istituto statale d'arte "F.Palizzi", per poi proseguiere gli studi artistici all'"Accademia" della città partenopea, Cilento ammette che deve molto al suo maestro Rosaro Mazzella,che gli ha svelato i trucchi del mestiere e che,ha inciso profondamente nella formazione artistica del giovane pittore.
Margherita Coppola, 2005 ( dal quotidiano IL ROMA CULTURA, in occasione della mostra personale "Eclipse" c/o Galleria d'Arte Salvatore Serio, Napoli
"META-VISIONI"
Dipingere significa rovesciare le cose.Dis-toglierne la consuetudine,de-costruirne la rappresentabilità in un incubo iconoclasta e deturpante che,risalendo nelle immagini degli oggetti,costruisce la visione meravigliosa d'una mutazione apocalittica. La pittura per
Gennaro Cilento genera un mondo parallelo, in cui si con-fonde la natura "normale" delle cose.L'immagine risultante da un gioco degli spostamenti, delle interferenze, delle trasmutazioni, di composizioni dell'incomponibile: l'entrare ed uscire dal senso comune che chiama lo sguardo ad decentrarsi dai suoi riferimenti reali.
La rappresentazione delle cose nell'immaginario di questo pittore è nel ricostruire un sistema metamorfico degli oggetti con il non-sense del delirio iconico-pervasivo della pittura.Realtà e irrealtà non sono più piani che si compongono o si stratificano;sono, invece, aspetti l'uno nell'altro risuonanti.In ogni oggetto,per lo sguardo "senza battito di palpebre" di Cilento,passa il suo mostruoso altro.L'oggetto in pittura non è quell'oggetto ma la meravigliosa proliferazione fantastica,sogno di una metamorfosi dello sguardo, che quelle forme, nel fare dell'artista, germinano.
Egli esegue con precisa incisione iconica il pervenire della visione alla sua de-lirante formazione,costruita in una pittura che compone a tasselli,in un gioco di combinazioni cromatiche che fanno altre immagini dentro l'immagine riconoscibile ritagliata sul fondo. La costruzione tissulare indica una idea analitica della forma, continuamente scomposta e ricomposta in se stessa.
L'imago mundi di Cilento sembra sorgere da un immaginario generazionale,di critico sviamento del senso condiviso,dicendo la pitturanella visionarietà delle metamorfosi.
Franco Cipriano, 1999
"BIOMECCANISMOSTRIFICAZIONI"
Non esagero , se affermo che Gennaro Cilento con i suoi acrilici raffigura con
particolare entusiasmo artistico una trasgressiva visione della realtà composta
di mostruose e angosciose BIOFORME ampliate da incubi e prospettive lontane.
Essi saranno la testimonianza visiva dell' "UMANITA' PRIGIONIERA DELLA
TECNOMATERIA".
Osservando le sue opere e volgendo lo sguardo al passato su alcuni artisti
dell'800 principalmente su alcuni quadri di Hugo, Blake, Bocklin, Wiertz etc,
notiamo che la loro raffigurazione era basata sul "PENSIERO PRIGIONIERO DELLA
MATERIA", così come quella della figurazione del '900 come Moore, Bacon,
Picasso etc, che segnarono il limite della caduta esistenziale dell'uomo con la
"METAMORFICA DELLA MATERIA".
Gennaro Cilento con le sue "BIOMECCANISMOSTRIFICAZIONI": bizzarre apparizioni
di macchine spaziali, treni, bidoni per l'immondizia, macchine da cucire,
paesaggi urbani etc si affida all'abilità del pensiero contemporaneo e alla
tecnica tesa con meticolosa manualità per la sua "TRASFIGURAZIONE SCENOGRAFICA
DELLA REALTA'" e in questo nuovo realismo non si può considerarlo un sinistro
inventore di "tales of terror" e nemmeno in contrapposizione al pensiero
contemporaneo, anche se le sue opere assumono a volte un carattere
provocatorio, sconvolgente, ma in ogni caso fanno pensare a chi le osserva, ad
un valore semantico per la decontestualizzazione e per l'ambiguità della loro
"MAGNIFICAZIONE".
Siamo ben lontani dalla tipica certezza borghese, teorica e assoluta di
Winckelmann che cercava nell'ideale di bellezza, la calma astratta dell'arte
greca.
Antonio Milanese, 1999
"LA LIRICA TERRIBILITA"
....Ciò che più colpisce in queste opere e ci induce a segnalarle al fruitore
è la capacità che questo giovane artista dimostra nel saper scandagliare
drammaticamente la nostra realtà antropologica per poi tradurla in icone della
nostra contraddittoria contemporaneità.
Ed è una cosa molto difficile questa; per quanto in molti ci provino, riesce
solo ai bambini, ai pazzi e ai pochi genuini artisti.
Presuppone, infatti, l'innocenza dell'approccio, un corredo di principi etici
primordialmente massimalistici, la capacità di tradurre nella metafora del
gioco l'impulso ancestrale dell'amore e della morte, la capacità di un ritorno
scandaloso all'infanzia per meritare il regno dei cieli.
Gennaro Cilento sembra possedere questi requisiti, qualunque sia la categoria
alla quale attualmente egli appartiene.
E' un mondo, quello che ci descrive, fatto di oggetti animati da una specie di
panteismo che impone loro una perpetua, traballante metamorfosi all'insegna di
un cannibalismo tecnologico che coniuga la macchina per il caffè espresso con
la maschera antigas, il carrarmato con i contenitori dell'immondizia, la
telecamera con pinze zoomorfe che trasforma un'idea di sottomarino in un
angosciante mostro apocalittico.
Tutto ciò, però, nulla concede ad abusati intellettualismi ed al catastrofismo
falsamente macabro di tanta simbologia delle mode giovanili prevalenti.
Ci trovi miscelati Ventimila Leghe sotto i mari e la prima guerra mondiale, il
design anni cinquanta e Alice nel paese delle meraviglie, i Nibelunghi e gli
Uforobots, le esposizioni universali, i Vesuvi romantici di un Wright of Derby,
la guerra del Golfo e quanto altro per liberare associazioni ti capita di
pensare lasciandoti trasportare dall'ambiguo fascino di queste opere
allucinate.
Niente in esse è dato per scontato: non il dramma, perché sopraffatto da una
irridente ironia; non la tenerezza infantile di macchine per cucire, trenini ed
aeroplanini, perché subito avverti con angoscia una loro latente natura di
malefiche macchine mortali; non la paciosa apparenza di soggetti dal design
demodè, perché li senti pronti a generare il genocidio con chirurcica
precisione; non, infine, la fastosa decorazione che riempie di ectoplasmi di
corolle e di girandole figure e sfondi avvelenati da un'atmosfera di tinte
complementari ostentate con blasfema gioiosità.
Se al d là dei soggetti tipici di un immaginario moderno attinente alla
coscienza ed alla cultura propria delle ultime generazioni, queste opere in
fondo riproducono ancora l'eterna metafora della vita racchiusa nella lirica
terribilità delle fiabe contadine, non riusciamo però ad intravedervi una
esplicita conclusione con il relativo contenuto morale.
Forse Gennaro Cilento, ha avuto il dono di esprimere una fiaba a finale aperto
la cui conclusione puo attenere solo al singolo lettore, ma col sapore
spiazzante dell'ambiguità di una profezia fatta dalla Sibilla Cumana
Domenico Natale, 1995
Formazione
1994:Diploma Istituto Statale d'Arte Filippo Palizzi (Sez.Arte della Stampa)
1999:Università: Accademia di Belle Arti di Napoli (Sez.Pittura)
Tematiche
Trip Art (Visioni post-nucleari)
Il progetto artistico TRIP ART, si sviluppa in due direzioni parallele; quella della rappresentazione di figure femminili e quella di 'paesaggi post-nucleari'.
Le donne appaiono come BAMBOLE ad uso e consumo di un pubblico voyeuristico;oggetti del piacere "sintetico-feticista-sadomasochista",sex-cyborg programmate per il sesso,eccessive nel loro essere 'CARNE-LATTICE'!
I paesaggi nucleari con i suoi personaggi in maschera antigas, i carrarmati fantastici, i cassonetti per l'immondizia, riportano la mente a scenari apocalittici alquanto familiari.
Le due tematiche legano in quanto concepite come una sorta
di lisergici ologrammi post-umani.
Tecniche
Pittura
Premi
2011: Premio Speciale Fondazione Roma, Talent Prize 2011 (Guido Talarico Editore),Premio Arti Visive,Museo Centrale Montemartini,Roma