Ultimi eventi "Aut-Out Of-f Biennale"
Una mostra, un libro e uno spettacolo alla Galleria ItinerArte di Venezia
AUT-OUT OF-F BIENNALE - Ultimi appuntamenti
Una mostra, un libro e uno spettacolo
Sabato 7 ottobre 2017 nei due spazi della Galleria ItinerArte a Venezia, Dorsoduro 1046 (di fianco alle Gallerie dell’Accademia) si terranno due eventi: alle 18,30 il vernissage della mostra conclusiva della rassegna intitolata ”Cross Over- 4 personalità a confronto”, con protagonisti gli artisti S. Alessi, R. De Francesco, N. Elia e E. Schellino, e a seguire, alle 19,30 la presentazione del nuovo volume Mondadori intitolato “Cross Over -Attraversamenti e sconfinamenti nell’arte italiana contemporanea”. Entrambi, mostra e libro, a cura di Virgilio Patarini.
Sabato 14 ottobre poi, alle 18,30, si terrà lo spettacolo-atto unico (di 30’ circa) “Saffo, la luce della luna”, testo di Christine Pruner, interpretazione di Sabrina Bordin, regia di Virgilio Patarini.
Tutto a ingresso libero.
La mostra e lo spettacolo sono inseriti nel programma ufficiale della Giornata del Contemporaneo, a cura di A.M.A.C.I., Associazione Musei Arte Contemporanea Italiana ( http://www.amaci.org/gdc/tredicesima-edizione/progetto-cross-over-due-mostre-alcuni-artisti-contemporanei-confronto-e-un )
L’Organizzazione di questi eventi così come dell’intera rassegna è di Zamenhof Art (Milano- Napoli), in collaborazione con l’associazione Le Pleiadi (Venezia). La mostra sarà aperta e visitabile già da venerdì 6 ottobre, fino a domenica 15 ottobre, tutti i giorni dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19, con chiusura il lunedì.
Qui di seguito una breve presentazione degli eventi e dei protagonisti. In allegato foto rappresentative delle opere in mostra e dello spettacolo
LA MOSTRA
Questa mostra è uno spaccato esemplare ed esemplificativo del libro da cui trae il titolo. E il libro in questione è un viaggio. “Cross over” significa infatti, letteralmente, “attraversamento”. Un viaggio attraverso gli invisibili, ineffabili confini tra figurazione e astrazione, tra attrazione, astrazione fatale, figurazione sfatata, trasfigurazione, implosione, deflagrazione di ogni possibile forma di rappresentazione... un viaggio tra astruse definizioni ed altre incluse, inclusive, tra astrazione geometrica ed informale, tra pittura, scultura, fotografia... un viaggio attraverso le consuete, consunte definizioni e i luoghi più comuni, amati e traditi, perduti, rivisitati... un viaggio attraverso, attraverso, attraverso l'attraversamento, poiché forse è proprio qui che si annida il senso di questi tempi senza senso: nella contaminazione, nello sconfinamento. Nell'attraversamento. E nell'inquietudine che ci costringe a non prendere nulla per buono una volta per tutte e a cercare ogni volta una nuova parola capace di gettare un taglio di luce diversa sulle solite storie, soliti quadri, solite tarantelle... solite caramelle per bambini mai cresciuti, date dai soliti noti ignoti, sconosciuti... (V.P.)
IL LIBRO: CROSS OVER - Attraversamenti e sconfinamenti nell’arte italiana contemporanea, tra Figurazione 2.0, Astrazione Geometrica e Informale. A cura di Virgilio Patarini. Editoriale Giorgio Mondadori, settembre 2017. Pagg. 350, euro 40
Il libro si articola in tre parti. La prima affronta il tema generale dell’attraversamento e della contaminazione tra generi, tecniche e arti differenti che contraddistingue tante manifestazioni dell’arte contemporanea degli ultimi decenni e che costituisce una novità nella storia dell’arte, approfondendo l’opera di artisti che si muovono con maggior audacia in questi territori di confine. La seconda indaga le possibilità espressive di una figurazione che potremmo definire “2.0”, tra recupero della tradizione, utilizzo di nuove tecniche e tecnologie, fusione di stili, e sconfinamenti verso l’astrazione e l’Informale. La terza parte approfondisce i temi dell’Astrazione geometrica e di quella Informale in chiave contemporanea, con particolare attenzione al rapporto dialettico e di fertile contaminazione tra i due “stili”. Nella prima parte, intitolata “Attraversamenti “, dopo un excursus storico-teorico, approfondimenti dell’opera di Siberiana Di Cocco, Giuspeppe Orsenigo, Alessandro Pedrini. Nella seconda parte, intitolata “Figurazione oltre la figurazione” approfondimenti dell’opera di Vito Carta, Mario D’Amico, Dusap, Laura Longhitano Ruffilli, Franco Maruotti, Maria Luisa Ritorno, Ivo Stazio. Nella terza parte intitolata “Tra ragione e sentimento”, in primo piano il lavoro emblematico di Salvatore Alessi, Alberto Besson, Marco Bozzini, Liana Citerni, Raffaele De Francesco, Paola Gamba, Michelle Hold, Antonio Perilli, Rita Vitaloni. In appendice un capitoletto dedicato allo stesso Virgilio Patarini, che oltre ad essere critico e curatore, è anche un artista.
L’AUTORE Virgilio Patarini (Breno, BS, 1967) scrittore, artista visivo, regista teatrale, critico e curatore di mostre, ha diretto Festivals e Rassegne e curato oltre trecento mostre d’arte contemporanea e un centinaio di cataloghi e pubblicazioni sempre dedicate all’arte, tra monografie su singoli artisti, cataloghi di mostre e pubblicazioni di argomento più generale. Per l’Editoriale Giorgio Mondadori ha curato negli ultimi anni una decina di libri, tra questi i volumi tematici “Post-Avanguardia” (2010), “La materia è il colore” (2010), “Terza Dimensione” (2010); le monografie “Valentina Carrera, Bereshit” (2011), “Cerchiari, Le cinque vite del Drago” (2012); i libri di taglio storico “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze” (2013) e “Dramatis Personae. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea” (prima edizione 2013, seconda edizione rivista e aggiornata 2016) e il catalogo “Ferrara Art Festival 2014”.
GLI ARTISTI IN MOSTRA
SALVATORE ALESSI nota biografica
Salvatore Alessi nasce in Sicilia, a Mazzarino (CL) nel 1953, dove vive e lavora. Dopo aver conseguito il diploma di maturità artistica presso il Liceo Artistico di Catania, si laurea in Architettura presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma. Da sempre svolge la sua attività di ricerca artistica ed espositiva parallelamente a quella di architetto, partecipando ad un numero crescente di mostre e premi su tutto il territorio nazionale e all’estero, in spazi espositivi privati ed istituzionali. Tra gli eventi più significativi degli ultimi anni ricordiamo le mostre personali alla Raphael Art Gallery di Lecce nell’aprile del 2010, all’Atelier Chagall di Milano nel luglio 2013, a Ferrara, a Palazzo della Racchetta, nell’ambito del Ferrara Art Festival, nel luglio 2015, a Piacenza allo Studio C, nel novembre 2015, e a Venezia alla Caos Art Gallery nell’aprile 2016.
Tra i luoghi prestigiosi dove ha esposto in mostre collettive o in premi nazionali e internazionali ricordiamo, negli ultimi anni: nel 2010 nelle Sale del Bramante a Roma; a New York; alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Monreale; a Palazzo della Racchetta, Ferrara; all’ AmArt Louise Gallery di Bruxelles; alla Galleria Rosso Cinabro di Roma; alla Galleria Zamenhof di Milano; alla Pinacoteca Civica di Imperia; al Palacongressi di Agrigento; al Castello Carlo V di Lecce; al Palazzo della Provincia di Brindisi; nel 2011 alla Galleria d'Arte Moderna Alba di Ferrara; alla Galleria Thuillier di Parigi; a Palazzo. Barberini di Roma; alla Macclesfield Library di Manchester; al Castello Veneziano di Parga (Grecia); alla Art Metrò Gallery di Bologna; al Siena Art Institute di Siena; alla Galleria Città Amica, Torino; alla Fiera "Contemporanea 2011” di Forlì; alla Galleria Ariele di Torino; nel 2012, presso Villa Malfitano Whitaker, Palermo; al Palazzo della Provincia di Savona; all’Atelier Chagall di Milano; alla Galleria Thuillier, Parigi; a Palazzo Zenobio , Venezia; alla Galleria Zamenhof, Milano; nel 2013 al Carrousel du Louvre, Parigi e alla Galleria20, Torino; nel. 2014, all’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, Università di Roma "La Sapienza" Facoltà d'ingegneria civile e Industriale e Chiostro del Bramante, Sala delle Capriate, con Catalogo Mondadori; alla Rocca Viscontea di Laccarella (MI); al Ferrara Art Festival, Palazzo della Racchetta, con Catalogo Mondadori; al Piacenza Art Festival, presso il Complesso Museale .Ricci Oddi, con Catalogo Zamenhof Art; alla Galleria20, Torino; alla Galleria Studio C, Piacenza; nel 2015 sempre alla Galleria20 di Torino; al Padiglione Grenada e Guatemala, 56^ Biennale d’Arte di Venezia, Officina delle Zattere, Venezia; alla Galleria d’arte “Studio C”, Piacenza; nel 2016 allo Spazio E, Milano; alla MUEF Art gallery, Roma; alla Galleria Il Rivellino, Ferrara; alla Galleria IterArte, Venezia.
Hanno scritto di lui
Quella di Salvatore Alessi è una pittura che scaturisce da un perenne rapporto dialettico tra ragione e sentimento. Fuor di metafora una pittura sempre in bilico tra una scansione dello spazio di matrice Astratto-geometrica e guizzi di gesto e colore d’impronta Informale. Si tratta a tutti gli effetti di un’indagine paziente e sistematica che l’artista siciliano svolge da anni sulle infinite possibili variabili di un rapporto fondante, formale ed espressivo al tempo stesso, tra pochi elementi essenziali: linee rette, diagonali, piani sovrapposti, segni «graffiati» e guaches di colore.(…) Ma quale che sia la struttura portante, fondata su linee diagonali o su quadrati sovrapposti, su rette verticali o orizzontali, la funzione principale è sempre la medesima, ovvero quella di dettare il ritmo della «composizione»: nella sequenza di linee o di figure geometriche ogni elemento accanto all’altro è un «battere», ogni sovrapposizione è un tempo rubato, ma anche un effetto di «avvicinamento» o di «allontanamento». E poi le macchie di colore o i segni graffiati sono elementi «dissonanti», che spezzano la linearità della sequenza ritmica, ma anche la prevedibilità della composizione. A questo scopo Salvatore Alessi ha ideato nel tempo tutta una serie di «segni», come suoni, accordi, «fonemi», diversi di volta in volta (reticoli, tratteggi, «scarabocchi», piccole schegge poligonali, macchie di colore), ma sempre con la medesima funzione: ovvero quella di spezzare la regolarità della composizione geometrica con uno scarto, un sobbalzo emotivo.
Analogamente l’alternarsi di diverse modalità di stesura del colore, dall’ à plat allo sfumato, alla macchia informe e liquida di colore, serve a spiazzare, a marcare un cambio improvviso di «ritmo» o di «tonalità», secondo un’idea decisamente «jazzistica» della composizione che in questa chiave riesce a coniugare l’algida, apollinea classicità dell’Astrazione Geometrica con la dionisiaca, dodecafonica emotività dell’Informale. Il tutto con raffinatezza di segni e di stesure di colore.
Virgilio Patarini (Da “Cross Over”, Ed Giorgio Mondadori, 2017)
RAFFAELE DE FRANCESCO nota biografica
Raffaele De Francesco lavora e dipinge a Milano, dove come professione principale si occupa di ricerca scientifica nel campo biomedico. Da sempre appassionato di arte e di pittura, ha iniziato la sua attività di pittore nel 2008 dedicandosi interamente alla pittura informale. La pittura rappresenta così per Raffaele De Francesco un mezzo di conoscenza della realtà complementare a quello scientifico: da una parte la ricerca scientifica, con il suo approccio razionale ed oggettivo, dall’altra la pittura, come strumento di conoscenza istintivo ed introspettivo. Tra le mostre degli ultimi anni ricordiamo, nel 2016: “Tra Ragione e Sentimento”, mostra collettiva alle Grotte del Boldini, Ferrara e alla Galleria MUEF, Roma; “Visioni Contemporanee “, mostra collettiva alla Galleria Click Art di Cormano (MI); “Koinè 2016”, mostra collettiva itinerante allo Spazio E di Milano, alla Galleria MUEF di Roma, alla Galleria Il Rivellino di Ferrara e alla Galleria ItinerArte di Venezia; “L’istinto e la Ragione”, doppia personale alla Galleria Click Art di Cormano; “Gli Elementi”, 5 mostre tematiche collettive degli artisti del Gruppo E allo Spazio E di Milano. Nel 2015 “Patterns and Changes”, mostra personale allo Spazio E di Milano; la mostra dei finalisti del Concorso “Il Segno 2015”, a Palazzo Racchetta, Ferrara; “Milan City Art”, mostra collettiva allo Spazio E, Milano; “Leonardo”, 10 mostre tematiche collettive degli artisti del Gruppo E, Spazio E, Milano; “Koinè 2015”, mostra itinerante allo Spazio E di Milano, nel Complesso Museale Ricci Oddi di Piacenza alla Galleria del Rivellino di Ferrara, alla Galleria MUEF di Roma e a Castel dell’Ovo a Napoli; “Gesto/Gestalt”, mostra tematica a Palazzo della Racchetta, Ferrara e Complesso Architettonico Museale Ricci Oddi, Piacenza. Nel 2014: “Stratificazioni”, mostra personale allo Spazio E di Milano; “Koinè 2014”, alla Rocca Viscontea di Lacchiarella (MI); nel 2013 “Koinè 2013” alla Galleria Zamenhof di Milano, a Palazzo della Racchetta, Ferrara, e alla Galleria 20 di Torino. Nel 2012 “Koinè 2012” alla Galleria Zamenhof di Milano e a Palazzo Zenobio a Venezia; nel 2011 è finalista al Premio “Il Segno 2011”, alla Galleria Zamenhof, ed espone nella mostra tematica “Matter and Soul 2” all’Atelier Chagall di Milano). Nel 2010 “Post-Action Painting 2” Mostra Collettiva alla Galleria Zamenhof di Milano.
Hanno scritto di lui
Dopo aver a lungo sperimentato tecniche e approcci differenti nell’ambito dell’Informale e dell’Action Painting, a partire dal 2014 Raffaele De Francesco comincia ad azzardare incursioni in territori nuovi e meno conosciuti, pur senza rinnegare del tutto le sue origini, ed anzi, in alcuni casi facendo tesoro delle tecniche acquisite, ma utilizzandole per scopi differenti.(…) Si va ancora oltre lungo questa direzione con gli ultimissimi «nuovi esperimenti», in cui diverse tecniche, materiali e fonti d’ispirazione trovano sintesi formale: compaiono scritte, tela grezza di juta, cartone ondulato ritagliato a simulare onde, forse colline di un paesaggio stilizzato: tutti elementi che si vanno a sommare ai consueti cerchi e rettangoli e quadrati in rilievo, colorati a tinte piatte su fondi di cemento. C’è un’evidente ricerca di armonia sui toni bassi dei grigi e dei marroni nella gamma cromatica, e sulla giustapposizione di elementi allineati geometricamente. Quello a cui viene di pensare, guardando uno di questi piccoli quadri non è un paesaggio o uno scorcio urbano, ma piuttosto un ordinatissimo cantiere edile o il magazzino di uno spedizioniere: l’opera d’arte diviene allora (anche) metafora di qualcosa da costruire, o un pacco da spedire. Una casa o un viaggio. O entrambe le cose assieme.
Virgilio Patarini (Da “Cross Over”, Ed Giorgio Mondadori, 2017)
NICOLA ELIA nota biografica
Architetto, nato a Lecce nel 1955, condivide l’impegno professionale con la ricerca artistica.
Con una lunga esperienza, prima nella progettazione e successivamente nel management pubblico dei Beni Culturali, dal 2012 al luglio del 2017 è stato Direttore del MUST- Museo Storico della Città di Lecce.
Laureato nel 1978 all’IUAV di Venezia, viene influenzato dallo studio delle avanguardie artistiche del primo Novecento, i cui riferimenti risulteranno poi fondamentali per le ricerche successive.
Dalla iniziale produzione pittorica di matrice astratta ed informale, i suoi interessi artistici si muovono verso la materia, spaziando tra la modellazione ed il trattamento di lamiere in ferro ed il riuso di materiali naturali, ma anche sulle tecniche di ispirazione grafica e fotografica di soggetti urbani, architettonici e paesaggistici.
I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre e rassegne in Italia, tra queste: Bologna, Ex Ospedale degli Innocenti; Sulmona, Polo museale civico diocesano; Catanzaro, Open Space; Roma, Centro Luigi Di Sarro; Ferrara, Palazzo della Racchetta; Milano, Atelier Chagall; Otranto, Castello Aragonese; Lecce, Seminario Arcivescovile; 54ma Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Puglia, a Lecce; Lecce, Galleria SpazioPalmieri23.
Hanno scritto di lui
Il pittore e architetto Nicola Elia [...] ci consente di sondare con lucida operazione intellettuale e assistere al lento processo di accrescimento e di svuotamento al contempo del soggetto trattato, per ritrovare nell'oscuro magma del vero silenzio espresso la lirica vitalità [...] L'artista [...] non teme di essere folgorato e incenerito dalla fuoriuscita di [...] incandescente materia che rifiuta di essere cancellata, sovrastata o soffocata da possibili altre stratificazioni [...]. Così come l'uomo svelandosi mostra le "cicatrici" delle proprie celate follie, qui egli interviene con il suo metodo sartoriale di taglia e cuci, per un rammendo nell'azione di salvezza che tenta di trarre dall'oscurità del cratere la lava dell'abisso che trascina scaglie e detriti infuocati di miriadi d'altre vite, annullate, carbonizzate, disintegrate, disperse nel nulla, nella voragine del mondo che ci spaventa e ci fa pensare per un solo attimo alla morte!
Ercole Pignatelli
ELENA SCHELLINO nota biografica
Ricercatrice, viaggiatrice, danzatrice, artista, nasce a Lecco nel 1971. Diplomata in Teatro Danza prosegue gli studi nelle Terapie Espressive conseguendo il diploma di Danza MovimentoTerapia presso Art-Therapy Italiana e di Art-Psycotherapyst, GoldSmiths’ College Università di Londra. Dal 1996 ha esperienze lavorative di ricerca e di pratica nell’ambito del movimento sia in strutture pubbliche che private, in ambito creativo, educativo/preventivo e clinico. Da più di 20 anni segue un cammino personale di ricerca interiore e consapevolezza che la porta ad incontrare e ricevere iniziazioni da grandi maestri sia in occidente che in oriente, conseguendo diversi diplomi. Circa cinque anni fa inizia a rendere materia alcuni atti sciamanici utilizzando tele cristalli e colori immergendosi in una nuova forma d'espressione che la sorprende e la travolge ogni volta. Tra le principali mostre a cui ha partecipato negli ultimi anni ricordiamo: Ferrara Art Festival e Piacenza Art festival con la collettiva Alma Mater Materia; “Koinè 2015”, progetto mostra itinerante tra Milano, Piacenza, Ferrara e Roma. A Palazzo della Racchetta di Ferrara - Mostra Personale “Atti Sciamanici” a cura di Virgilio Patarini. Nell’ottobre 2015 presenta a cura di Virgilio Patarini - Vibrazioni - una personale allo Spazio Libero 8 sui Navigli a Milano Nel 2016 Partecipa a Roma e a Castel dell’Ovo a Napoli alla collettiva Koinè – per un linguaggio comune dell’arte contemporanea- a cura di Virgilio Patarini. La mostra segue a Roma Ferrara Milano. Nel 2016 a Roma mostra bi-personale “Sound of Silence” Rosanna Pressato ed Elena Schellino, a cura di Virgilio Patarini, con la collaborazione di Roberta Sole, Francesco Giulio Farachi e Maurizio Bedini. A Bologna partecipa alla Collettiva Internazionale 15^ edizione “Arte a Palazzo” presso la Galleria -Farini Concept- a Palazzo Fantuzzi. Riceve diversi premi e riconoscimenti e viene inserita in alcune pubblicazioni tra cui “La Via Italiana All’Informale: da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di Virgilio Patarini, edito da Mondadori e “Italiani” selezione d’Arte Contemporanea a cura di Vittorio Sgarbi
Hanno scritto di lei
A prima vista le grandi tele dipinte potrebbero sembrare semplicemente dei classici esempi di Action Painting: Pittura Informale-Gestuale. Ma basta restare a guardare per più di due secondi che subito affiora la sensazione (o la percezione) che si tratti anche, o forse soprattutto, di altro. Innanzitutto (…) ci sono forme e figure ricorrenti che affiorano dal Silenzio, dal bianco della tela: cerchi e spirali. E poi la trama dei segni sulla tela è abbastanza precisa e rarefatta, il fondo è la tela bianca, come si diceva, e dunque è facile vedere, percepire, intuire, ricostruire la sequenza dei gesti che ha prodotto quei segni. (…) Si tratta comunque, per il fruitore, di una percezione non necessariamente conscia: più facilmente è il nostro “corpo” che istintivamente, “mimeticamente”, inconsciamente, intuitivamente “sente” la precisa sequenza di gesti che ha prodotto quella ben definita trama di segni. Se ne decifra non solo il disegno, ma anche la serie di movimenti che lo ha prodotto e in soprattutto in quale ordine. È il nostro corpo che decifra tutto questo e nel decifrarlo, quasi senza rendersene conto, ripete “internamente” quella sequenza di movimenti.
(…) Ed ecco che ci rendiamo conto che quei movimenti disegnano, nel caso della Schellino, una danza circolare, a spirale, che ricorda la danza ipnotica dei Dervisci Rotanti, ma anche i gesti di monaci che costruiscono pregando mandala o che pregando scrivono icone.
Virgilio Patarini
LO SPETTACOLO
SAFFO. Nella luce della luna
Testo di Christine Prune, regia di Virgilio Patarini, interpretazione di Sabrina Bordin
Dalla recensione di Federica Pezzoli su “Estense.com”, 29 agosto 2015:
“Sabrina Bordin si serve di tutta la propria corporeità per interpretare la Saffo di Pruner; il suo è uno strano triste destino: “amare ed educare all’amore chi mi dovrà abbandonare”, veder sbocciare e far crescere i fiori “che qualcun altro coglierà per portarli alla bocca”
Vedi link: http://www.amaci.org/gdc/tredicesima-edizione/saffo-nella-luce-della-luna
VEDI PROGRAMMA COMPLETO DELLA RASSEGNA SU
https://www.zamenhofart.it/aut-out-of-f-biennale/
domenica 1 ottobre 2017
Dorsoduro 1046 - Venezia - Italy
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