Triplo appuntamento per la Galleria 20
Anna Maria Angelini: Percezioni (mostra di fotografia) Vito Carta: Inganni di una memoria infedele (tecniche miste) Marino Benigna: Presenze (mostra di pittura)
Si inaugurano domenica 1 dicembre 2013, alle ore 17.00, presso la nuova “Galleria 20”, a Torino, in Corso Casale 85, negli ampi spazi espositivi, tre mostre personali, tra pittura, fotografia e tecniche miste:
Anna Maria Angelini: Percezioni (mostra di fotografia)
Vito Carta: Inganni di una memoria infedele (tecniche miste)
Marino Benigna: Presenze (mostra di pittura)
Tutte e tre le mostre sono curate da Virgilio Patarini.
Le mostre resteranno aperte fino al 13 dicembre 2013, tutti i giorni, dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso. Ingresso libero
Qui di seguito una breve nota di presentazione delle tre mostre.
In allegato alcune foto di opere esposte.
Anna Maria Angelini
E’ luce la materia di cui sono fatte le fotografie di Annamaria Angelini. Luce allo stato puro. Luce – colore. Laddove il colore e la luce sono colti con tale sapienza tecnica e di composizione da sembrare altro da sé. Da sembrare pittura su tela: luce dipinta, stesa velatura dopo velatura sulla tela. Una luce calda, leggera, a tratti friabile, impalpabile. Una luce pulsante, che si irradia dal centro della fotografia, che si irradia e conquista, con fluidità, ogni centimetro quadrato della superficie, con vibrazioni fitte e modulate, inquiete, che sembrano vivere di un afflato vitale, che a tratti si sfaldano, si addensano, si distendono. Ogni vibrazione di colore è un piccolo sospiro trattenuto, un fremito appena percettibile, un palpito solo accennato. La trasparenza è il tema ricorrente di tutte queste opere, che si presentano quindi al nostro sguardo come un vero e proprio ciclo tematico, anche stilisticamente coerente. O che si squadernano ai nostri occhi come una serie di capitoli di un unico ampio, articolato racconto. Ogni foto una pagina, uno spunto narrativo, una epifania. (V.P.)
Vito Carta
Quelle che affiorano nella luce cangiante della memoria di Vito Carta sono immagini inquiete: volti, corpi, scenari… fotogrammi che galleggiano in una luce che cambia, a tratti morbida, tenue, soffusa, a tratti abbacinante e tagliente. La memoria è il flusso, la corrente che le trasporta, le sparpaglia, le accosta, le mischia, le sovrappone, le allontana, le deforma: scompone e ricompone i contesti in cui le immagini stesse trovano nuove combinazioni, nuova luce, nuovi colori, nuovi significati. Perché VitoCarta sa bene che la memoria è una compagna infedele che mente con abilità, ma spesso nei suoi inganni, nelle sue bugie si nascondono rivelazioni spiazzanti e realtà insospettabili. E l’artista, come un giocoliere, usa l’inganno e la menzogna per raccontarci la verità. (V.P.)
Marino Benigna
Si affida ad un gesto pittorico di stampo decisamente espressionista Marino Benigna. Con inquieta sottigliezza psicologica, la sua pennellata scava i volti, affonda con rapidi segni vibranti nelle tenebre e negli insani guizzi di coscienza degli sguardi, nelle pieghe delle bocche contorte in espressioni primordiali. E con tratti corsivi, turbinosi, ma al tempo stesso precisi, misurati, egli crea tensioni tra colpi di luce e macchie d’ombra nella stesura di una pittura ad olio densa e pastosa, tremula e carnale, facendo tesoro della lezione della Pittura Tonale ma contaminandola con una impaginazione cezanniana che scompone i piani della superficie per dare ancora più corpo e presenza ai volti. Sono presenze inquete e tragiche quelle che affiorano dalle tele di Benigna. (VP)
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