Le allusioni della materia
Si inaugura sabato 25 maggio 2013 alle ore 16.30 presso l'Atelier Chagall (Alzaia Naviglio Grande, 4, Milano) la mostra organizzata da Zamenhof Art e curata da Virgilio Patarini intitolata: “Le allusioni della materia”, Opere di Simone Azzurrini, Giorgio Carluccio, Fiorella Manzini, Giovanni Mattìo, Giancarlo Nucci, Marco Pedroni. La mostra proseguirà fino al 6 giugno 2013. Dal mercoledì al sabato, ore 15 – 19. Domenica ore 11 – 19. Lunedì e martedì chiuso. Ingresso libero
Il canto della materia
(nota critica introduttiva)
Dopo l’irruzione sulla scena artistica di ‘pittori’ come Alberto Burri, Antoni Tapies, Jean Fautrier e tanti altri protagonisti del cosiddetto ‘Informale’a partire dalla metà del secolo scorso il concetto di quadro, di ‘opera pittorica’ è profondamente cambiato. La materia ha fatto irruzione con tutta la sua carica sensuale e immanente, la sua presenza ineludibile. L’illusione è venuta meno e si è aperto un varco all’allusione. I quadri non rappresentavano, non raffiguravano più la realtà: nessuna illusione ottica di nessun tipo, nessuna “finestra” immaginaria. I quadri “erano” la realtà: una realtà materiale, tangibile. Il quadro non rimandava ad altro da sé, il quadro non alludeva ad un messaggio: il quadro “era” il messaggio. L’arte di colpo era ciò che si presentava all’occhio (e al tatto) dello spettatore: hic et nunc. Sic et simpliciter. E di colpo ci si è resi conto della straordinaria carica allusiva insita nella “materia” stessa della pittura. Non era necessario forzare il fluire della materia pittorica sulla tela per caricarlo di significati: bastava lasciarlo scorrere, bastava lasciare che la mano agevolasse, assecondasse le necessità interne della materia e dei materiali utilizzati perché una straordinaria stratificazione di senso (e di sensi) affiorasse. Il senso arriva dai sensi: non solo dal senso della vista, ma anche e soprattutto dagli altri sensi tutti insieme, il tatto sopra tutti. E questo sanno perfettamente i sei artisti qui radunati. E anche coloro che utilizzano l’olio su tela (Mattìo e in parte Manzini) lo fanno con tecniche e soluzioni stilistiche tali da trasformare a loro volta il colore in materia inconsueta, spiazzante. Specie se considerati accanto agli altri autori più ‘materici’ (Nucci e Pedroni). E gli scultori Carluccio e Azzurrini cavano dalla “materia” rispettivamente tutta la potenzialità simbolica (Carluccio) e tutta la più sottile e impalpabile forza evocativa (Azzurrini). Ed ecco che la giustapposizione dei diversi gruppi di opere e artisti ci rivela un’altra piccola ‘verità’, una piccolissima verità che abbiamo sempre avuto davanti agli occhi e che forse anche per questo non abbiamo mai visto: anche i ‘colori ad olio’ sono ‘materia’.
Oltre a ciò possiamo osservare come in tutti gli artisti qui presentati prevalga una certa essenzialità, non solo nella scelta dei materiali, e nel rigore del loro utilizzo, ma anche nella composizione e nell’utilizzo del colore. Il che contribuisce non poco a fare di questi quadri o sculture delle opere “originarie” oltre che “originali e costituisce poi la struttura ritmica di base sulla quale e grazie alla quale la materia di cui è fatta l’opera può, per così dire, “suonare”.
Ecco, sì. È questo che fanno questi artisti qui radunati: come antichi sciamani, con opere che sono al tempo stesso totem e piccoli templi e arcani incantesimi, fanno “cantare” la materia.
Virgilio Patarini
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