Le reti e le pareidolie di un artista emergente
"L’opera c’è già, seguo il fuoco liquido che ho dentro. Poi qualcosa prende forma”
di Edda Guerra
Gilda Pantuliano, artista salernitana emergente, esordisce a settembre 2018, in pochi mesi colleziona numerosi e prestigiosi riconoscimenti.
La sua indole l’ha spinta da sempre a sperimentare forme espressive differenti eppure il suo debutto è recente. Come mai ha aspettato tanto?
“È stato a causa della mia estrema ritrosia: ho frequentato il liceo artistico e da lì non mi sono mai più fermata nelle ricerche creative e nelle sperimentazioni con materiali. Non avevo l’esigenza e il desiderio di far vedere ad un pubblico vasto quello che avevo dentro. Al contrario, i miei parenti e mio marito mi hanno sempre incoraggiata a percorrere questa strada. Così a settembre, per una forma perversa di rivalsa, ho pensato di iscrivermi ad un concorso, sicura che le cose sarebbero andate male, per dimostrare loro che avevo ragione. È stata una sfida e un gioco. Al primo concorso per me era tutto estremamente normale: trovarmi in quel luogo, incontrare così tanti artisti e scoprire di viaggiare alla stessa lunghezza d’onda. E lì è arrivato il primo premio: il Premio della Critica, quello più ambito. Da lì, mi sono iscritta ad un secondo concorso, e poi un altro Alla fine avevano ragione loro, l’ho dovuto ammettere”.
Ha perso una sfida, ma ha vinto dei premi. E’ soddisfatta?
“Sono molto contenta. Sono solo un’esordiente, ma a quattro mesi dal debutto ho vinto il Premio della Critica, il Premio del Pubblico a Nowart a Salerno e il Primo Premio a Napoli con Mare Motus. Vincere questi tre premi mi ha aperto tante strade: i curatori e le gallerie adesso mi cercano per esporre”.
“Le orme sull’acqua”, serie con la quale ha vinto il Premio della Critica ad Arte Salerno e il Premio del Pubblico a Nowart, è una serie di denuncia. Come si lega la denuncia sociale all’Arte?
“Per me è stato quasi automatico denunciare. Vivendo un rapporto simbiotico col mare non ho potuto fare altro che lasciare spazio alle problematiche ad esso connesso: la sovrapesca e la pesca con la rete a strascico. Ritengo che sia un dovere di tutti salvaguardare il mondo in cui viviamo e l’Arte, in particolar modo, ha l’obbligo morale di denunciare”.
Come funziona il processo di produzione creativa?
“È la domanda delle domande. Io so che devo esprimermi, ma nel momento in cui inizio non so dove arriverò. Parto per un viaggio. L’opera a livello inconscio c’è già e l’unica cosa che un artista può fare è seguire quella sorta di fuoco liquido che ha dentro. Poi qualcosa prende forma”.
Questo processo però nel suo caso parte dal mare.
“Sempre, la mia ispirazione è il mare! Il mare è il parallelo dell’inconscio: il mare delle sensazioni, delle emozioni, degli stati d’animo, di tutto ciò che è nascosto. Sono in simbiosi con il mare e con l’acqua”.
Infatti la serie “Le orme sull’acqua” parte proprio da alcune fotografie di reti di pescatori. Può raccontarci come le ha scattate?
“Per fare i miei scatti, devo approfittare del momento in cui finisce la pesca e le reti vengono messe, vuote e pulite, ad asciugare. Inizio da lontano: mi avvicino al molo, individuo la barca coi colori delle reti che mi interessano e poi chiedo se posso scattare. I pescatori me lo lasciano fare ,ma non vogliono che salga: le donne a bordo di una nave da pesca portano male! Alcuni addirittura mi hanno sceso le reti dalle barche pur di non farmi salire: hanno preso quintali di reti e me le hanno buttate sul molo. Poi inizio a scattare. Mi metto a terra, tra le reti che hanno ancora l’odore del pesce e le vespe che mi volano intorno, e comincio a girare, fino a quando non trovo quel che cerco: delle forme, in quel caos, che specchiate, ribaltate, tagliate mi possano creare delle pareidolie. Per avere tre o quattro foto sulle quali lavorare devo produrre almeno cinque-seicento scatti. Quest’estate sono stata sulla costa adriatica, nel Salento, ma adesso sto volgendo lo sguardo anche alla costiera amalfitana. Voglio continuare con questa serie “Le orme sull’acqua” e poi indagare i restanti tre elementi, legandoli sempre ad una tematica ambientalista”.
Quali sono le prime reazioni di chi guarda una sua opera?
“Il mio linguaggio è abbastanza complesso: l’Arte riesce a farmi esternare tutto quello che ho dentro. A volte mi escono queste pareidolie, altre delle forme astratte. È un linguaggio complesso, ripeto, metafisico a tratti, in cui converge molta psicologia. Chi ha visto per la prima volta Le orme sull’acqua, mi ha chiesto cosa fossero”.
C’é qualche autore a cui si ispira?
“Amo moltissimi autori, ma non mi ispiro ad essi. Tutto quello che è nelle mie opere è un prodotto della mia anima. Forse a livello inconscio c’è qualche influenza: ad esempio, facendo un percorso a ritroso, l’opera capostipite – Pareidolia #1 – mi ha ricordato molto l’arte indiana. Invece, per Pareidolia #2 mi sono ispirata al Mito delle Gorgoni descritto da Giovan Battista Marino secondo il quale la Gorgone viene uccisa dal suo stesso potere, specchiandosi nello scudo. Guardandola da lontano, si riescono a scorgere gli occhi e le fauci della Gorgone”.
Sente di dover ringraziare qualcuno?
“Sì. Sicuramente devo un ringraziamento a Veronica Nicoli di ArtetrA e Armando Principe di Princearte. Ho esordito con loro agli Arsenali di Amalfi a settembre e subito dopo mi hanno proposto Arte Salerno. Non posso non ringraziare anche Antonello Diodato Guardigli della InArt Werkkunst Gallery di Bergamo: la persona che ha organizzato e curato la mostra al Museo Diocesano di Salerno. Infine, la curatrice Gina Alfinito: persona bellissima che ho incontrato sul mio cammino. È stata lei a curare Mare Motus a Napoli e ed è lei che mi ospiterà all’Antica Saliera, nel centro storico di Lecce, per la mia prima esposizione personale”.
Lei parla spesso degli “sponsor d’arte”. L’importanza dell’investimento è una sconfitta per gli artisti o la dicitura moderna di un qualcosa che esiste da sempre?
“Non credo sia una sconfitta. Gli sponsor – persone illuminate pronte ad investire sugli artisti- danno la possibilità di portare a termine opere che altrimenti rimarrebbero solo delle idee. Inoltre, anche le aziende ricevono benefici dalle sponsorizzazioni: in termini di ritorno di immagine e di sgravi fiscali. È uno scambio alla pari”.
Biografia di un artista emergente
Gilda Pantuliano nasce a Salerno nel 1972. Sin da bambina mostra la sua personalità creativa e sensibile, suonando il pianoforte e la chitarra a orecchio e disegnando instancabilmente. Consegue il diploma di Maturità presso il Liceo Artistico C. Levi di Eboli. Esordisce nel mondo dell’arte partecipando alla digital exhibition Mare Nostrum – suggestioni dall’ inconscio presso gli Arsenali di Amalfi (SA) dal 14 al 16 settembre 2018, l’evento organizzato dall’ Associazione Culturale ArtetrA di Veronica Nicoli in collaborazione con la Prince Group di Armando Principe .
Partecipa, nella sezione fotografia, alla Terza Biennale di Arte Contemporanea di Salerno, l’evento organizzato da S. A. R. T. presso Palazzo Fruscione dal 6 ottobre al 18 novembre 2018, all’ International Art Prize Arte Salerno 2018, con l’opera “Le orme sull’ acqua- Pareidolìa#1”, vincendo il prestigioso Premio della Critica internazionale. Partecipa, nella sezione arte fotografica, a NowArt Salerno Grande Mostra Internazionale di Arte Contemporanea con l’opera “Le orme sull’acqua-Pareidolìa#2”, aggiudicandosi il Premio del Pubblico. Partecipa, nella sezione fotografia, al Premio D’Arte Contemporanea Mare_Motus approdi dell’anima, con l’opera “Le orme sull’acqua-Il filo dei miei pensieri”, arrivando Prima Classificata. Il 14/01/2019 l’opera “Le orme sull’acqua-Pareidolìa#1” ha una battuta d’asta con quotazione ufficiale su ArsValue organizzata da Prince Art Gallery.
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