Formazione
Sono nato nel 1971 a Torino, dove vivo e lavoro. Ho ottenuto un diploma di maturità presso un liceo scientifico e la laurea specialistica in architettura. Disegno da sempre, prediligendo la pittura ad olio su tela ed il disegno a matita e olio su carta.
Tematiche
Io sono come un topo nella sua scatola. Un piccolo topolino al riparo del suo nascondiglio, che passa il tempo a rosicchiare il cibo accumulato per l’inverno. Però il mio cibo sono i disegni. Lavoro all’interno della mia abitazione. Il mio studio è una camera della casa in cui vivo. In questo spazio relativamente piccolo sono accumulati tutti i materiali e gli strumenti che mi servono per disegnare e dipingere ma in un certo senso anche le suggestioni che ispirano i miei lavori. Qui ci sono le scrivanie ed i tecnigrafi, con i pennelli i colori e le vernici, ma anche, appesi alle pareti o riposti negli armadi, i quadri ed i disegni (penso che ciascun lavoro finito sia sempre un’inspirazione per i successivi, in qualche modo). Una grande fonte di idee sono i libri e la musica, ed ovviamente il pc. I programmi di grafica e modellazione virtuale sono diventati negli anni un supporto prezioso, ma ovviamente nel tempo la miniera più ricca è internet: un giacimento di immagini e suggestioni alle quali attingere, e nel quale spesso ci si perde (oltre alle foto dei miei propri viaggi, tutte archiviate nel computer). E’ un piccolo microcosmo chiuso in se stesso, piuttosto impermeabile al mondo esterno (nonostante un’ampia finestra con una bella veduta su Torino, quasi sempre lavoro con le tende chiuse). E’ un po come se alle suggestioni ed esperienze del mondo reale fosse permesso entrare qui solo dopo essere state filtrate e digerite, solo dopo essere già state trasformate in esperienza. Proprio come un topo, che mangia tranquillo le provviste nella sua tana, aspettando la fine dell’inverno.
Tecniche
Nella mia ricerca artistica sono sempre stato attratto da tutto ciò che è catalogabile, classificabile. Probabilmente quest’attitudine nasce da una primordiale insicurezza, e forse l’illusione di porre ordine nel caos lenisce questa inquietudine. Per iniziare questo gioco è sufficiente individuare un soggetto che si presti a delle varianti, ed il gioco consiste proprio nell’individuare le regole che stanno alla base delle possibili variazioni. E’ un poco come scoprire una nuova lingua e tentare di decifrarne la sintassi, la grammatica, le eccezioni. Con questi presupposti è facile capire che i soggetti di tale ricerca possono essere i più svariati ed infatti i miei disegni spaziano dalle collezioni di farfalle agli erbari, dai bestiari antichi ai manuali di anatomia , le mappe geografiche, i volti umani, le mani, la pornografia, le bandiere ... Sono tutti linguaggi dotati di un proprio lessico, ed il mio tentativo è quello di isolarlo e reinventarlo, cercando di generare nuovi significati. Consideriamo ad esempio una mappa stradale o una cartina geografica. Esse nascono con uno scopo pratico ben preciso. Ma per rappresentare sulla carta tutte le informazioni che essa deve contenere si scelgono delle convenzioni grafiche, dei segni, dei simboli, che finiscono con il generare un’estetica. Cosa succede se isolo questa tecnica di rappresentazione dallo scopo per il quale è stata creata e ne altero le regole che la governano? Continuerà a trasmettere un significato? Questo significato sarà nuovo ed inaspettato? Oppure per il lettore questa immagine sarà priva di senso, come una lingua sconosciuta? Le mie tecniche pittoriche preferite sono la pittura ad olio su carta o su tela ed il disegno a grafite. In genere il lavoro procede per sedimentazione di strati successivi, ciascuno strato aggiunge qualcosa di nuovo ma allo stesso tempo copre qualcosa dello strato sottostante.