Fabrizio Alvaro

pittore

Nasce a Roma il 2 febbraio 1938.
Nel 1952, all’età di 14 anni, si presenta al concorso internazionale di pittura infantile, bandito dalla Camera di Commercio di Washington, con una giuria composta da G.C. Argan, Italo Cremona e Cesare Zavattini. Si pone all’attenzione della critica ottenendo il primo premio, un’auto elettrica a tre ruote di fabbricazione elvetica. I suoi dipinti: “Colosseo e preti”, “ritratto del fratello” e “tramonto ionico” saranno esposti al Palazzo delle Esposizioni di Roma (Valle Giulia).
Nel 1957 inizia a lavorare presso l’Atelier di Augustin Philipovic, scultore Iugoslavo. Lo stesso anno si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma. Terminati gli studi artistici fa la prima esperienza in campo cinematografico come aiuto dello scenografo Mario Chiari, collaborando per i film “Jovanka” e “Barabba”, prodotti da De Laurentis. Continua il lavoro nel cinema senza abbandonare la pittura.
Nel 1972 riprende la pittura figurativa con paesaggi materici nel suo studio romano fino al 1973 quando ottiene la Cattedra di Disegno Pittorico presso la scuola serale “Arti Ornamentali” detta degli “Incurabili”, sita in Roma, dove rimane ad insegnare per 10 anni.
Nel 1983 è chiamato in Tunisia dall’organizzatore e produttore Mario Mariani che gli affida un set cinematografico “Anno Domini” dove rimane fino al febbraio del 1984.
Continua la sua pittura di colore creando paesaggi solari di grandi dimensioni. Si interessa e studia la 3D e giunge ad analizzare ed a sperimentare, in pittura, quello che il famoso grafico Steranko espone in grafica bicromatica tridimensionale.
Nel 1990 collabora con lo scenografo e regista Amedeo Fago nei film “La storia semplice”, “L’amore necessario”, “Il sogno della farfalla” con il regista Marco Bellocchio.
Nel 1996 inizia una collaborazione con l’Alenia dell’Aquila, dove è responsabile della produzione pittorica per il parco giochi da allestire a Singapore. Terminata la fase di progettazione e di insegnamento nei corsi di formazione dell’A.D.A., Società annessa all’Alenia, gli viene affidato l’incarico per la realizzazione di un’opera da collocare nel primo dei tredici giochi elettronici, dal titolo “Omniscent Sun”. Usa colori acrilici molto diluiti, avvalendosi dei raffinati aerografi giapponesi in modo da ottenere l’effetto tridimensionale. Dopo 10 mesi termina l’opera dalle dimensioni di mt. 115,50 x 6,00, considerato il paesaggio più lungo del mondo.
Analizza, nel suo studio a Saracinesco, molti testi medici sulla cromoterapia tra cui Theo Gimbel, Crista Muths e Max Luscher, continuando nella ricerca pittorica avvalendosi di tecniche ottiche come gli occhiali, per la tridimensionalità, in plastica di gelatina per ottenere un effetto cromatico sottrattivo.
Il 2000 è stato un anno importante per la ricerca del colore relativo alla cromoterapia. Gli viene proposto dal gallerista Enrico Fabbro di Vittorio Veneto, una mostra permanente nella galleria, in zona Serravalle, dove sono esposte numerose opere con tecniche di sovrapposizione di colore, paesaggi facenti parte del mito di Agarta (Malesia) “la Città invisibile”, le cui mura sono luce.

Formazione

nel 1957 si iscrive presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, dove si diploma.

Tematiche

figurativo - paesaggistico