Crisalide

terre, carta da scena su legno, 2015

CRISALIDE
cm 78 x 141; terra su carta da scenografia su legno; 2015
Ogni singola vita è composta di errori e di rimpianti, di fallimenti e momenti tristi che si cerca,
in ogni modo, di superare. Certamente sono negativi, eppure sono quelle esperienze che
riescono meglio a formare una persona: la rendono più matura, più consapevole delle sue
capacità.
Questo Eloisa Missinato è riuscita a comprenderlo, focalizzandosi sui mutamenti che si
possono avere soprattutto dal punto di vista fisico. Le sue immagini si concentrano sugli
effetti che un errore, un mutamento radicale della propria vita, può avere sull’intero corpo, o
su uno dei suoi organi vitali. Oltre a una grande e copiosa serie di cuori e cervelli
caratterizzati dai colori più sgargianti e pop possibili, vi è anche un’altra serie di raffigurazioni
che si discostano dai suoi canoni principali, pur senza mai perdere di mira il tema cardine. Il
mutamento è, e sempre resterà, ciò che più ci riguarda.
Crisalide , opera del 2015 della pittrice friulana, incarna fin da subito, e alla perfezione, il
concetto di evoluzione, a cui però se ne aggiunge un altro che va di pari passo: l’attesa. è,
infatti, nel riuscire ad aspettare che si ottengono i frutti migliori di ciò che si è raccolto. Quello
che Eloisa mette in scena è il momento stesso del cambiamento, in cui tutte le carte si
rimescolano e in cui l’essere riesce a cambiare definitivamente. Non importa quanto questo
momento possa durare, che sia un attimo o che sia questione di anni. Allora l’essere umano
è dentro una crisalide, avvolto su sé stesso fino a diventare quasi una forma indefinita. è
proprio questa irrazionalità di forma che rappresenta meglio il cambiamento e il mutamento
in atto.
Lo spettatore è portato fin da subito a essere immerso in un turbinio, un vortice generato
attraverso l’uso del colore blu, attraverso pennellate dense e materiche, le quali rendono
tutto l’ambiente circostante completamente indefinito: non importa che sia cielo, mare o
addirittura brodo primordiale, l’importante è che noi riusciamo a diventare partecipi
dell’annullamento delle dimensioni spaziali finora conosciute. Le pennellate non sono mai
uniformi, si compenetrano a vicenda, l’una prevarica l’altra come se fosse in atto una grande
battaglia. La lotta è presente sulla tela come anche nell’animo di Eloisa, la quale con questa
tela tenta di sconfiggere i suoi demoni e le sue paure. Questo blu, reso in tutte le sue
sfumature, sicuramente rimanda al blu di Picasso, quel blu che aveva caratterizzato la fase
più melanconica e triste della sua vita, ma qui non vi sono figure immote e stantie. Qui vi è
un dinamismo nascosto, vi è uno sconquassamento interiore che sta logorando l’anima.
Eloisa cerca in ogni modo di trovare il lato positivo e la forza nel riuscire a superare
situazioni difficili.
E sopra queste pennellate ecco la crisalide, con il suo azzurro disteso in maniera molto più
rasserenata e tranquilla, con i suoi contorni spessi che quasi sembrano fondersi con il resto
della composizione. La figura ha dei tratti quasi femminili, sia per quanto riguarda il volto di
profilo reso con una piccola dose di fanciullezza, vuoi tutte le altre sporgenze del corpo che
sembrano dei seni. Anche la sporgenza che sembra fuoriuscire da sotto ha una formosità
quasi femminea, da fanciulla.
Avvolti da una vena di malinconia e solitudine, come se stessimo ascoltando una canzone
italiana anni ‘90, ci immergiamo in questa tela diventando protagonisti di un viaggio che ci
porta a una svolta. Ed è questo l’aspetto principale di Eloisa: la svolta, il riuscire a voltare
pagina. Il cambiamento avviene in maniera dinamica ma allo stesso tempo ci porta ad
attendere.
E noi, come quel ragazzino munito di canna da pesca del logo della Dreamworks, a cui
l’opera un po’ assomiglia, attendiamo.
Michele Catinari

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