Scolastica
cm.162 x 162, acrilico su tela 2019
L’attività di Egle è un’attività che meriterebbe maggiori studi e approfondimenti.
La sua è un’arte che viene utilizzata per scandire il tempo, gli attimi che passano e che vengono fotografati attraverso la sua pittura. Ma come vengono “fermati” questi attimi? Raffigurando bouquet di fiori, grandi ammassi di petali in altrettanto grandi tele. L’atelier di Egle sembra essere un universo parallelo: entrare nel suo studio è un po' come essere Alice quando entra nel paese delle meraviglie in attesa di assistere alla venuta del Brucaliffo. Siamo circondati da grandi fiori e foglie colorate che inondano tutto lo spazio. Va poi detto che lo spazio che Egle ha creato nel corso di questi primi mesi dell’anno di attività, sembra essere ammanto di neve, poiché buona parte dei fiori sono bianchi. Con il passare del tempo l’artista è riuscita a crearsi un universo tutto suo, di cui lei è la sola regina dominatrice, un “mondo floreale” che renderebbe molto bene in una mostra immersiva, magari simile alla sala parigina contenente quelle grandi Ninfee di Monet all’Orangerie.
La prima di queste opere da prendere in considerazione è Scolastica. La principale particolarità delle opere prese in considerazione è proprio quella di dare al titolo delle sue pitture il nome della santa o beata a cui è dedicato il giorno in cui dipinge. Proprio per questo possiamo dedurre che quest’opera è stata realizzata il 10 febbraio, un giorno qualsiasi del duro inverno che caratterizza il nord d’Italia.
Scolastica era la patrona dell’ordine delle monache benedettine, nota per leggende in cui lei era protagonista di efferati martiri. Ad esempio nel teramano vi è la leggenda in cui si parla di amputazione del seno della santa, il che l’ha portata a essere protettrice delle puerpere. Una santa quindi fortemente legata al mondo femminile, soprattutto agli organi di sesso femminile.
Ed è proprio questa grande femminilità che emerge dall’opera di Egle, con questi fiori suadenti e aggraziati che emergono dallo sfondo bianco, fiori che vanno a comporre un bouquet sensuale ma al contempo maturo, con fiori ormai maturi e nel pieno del loro splendore. Tempo qualche giorno e saranno solamente dei semplici ammassi di petali raggrinziti che avranno sulle loro spalle un lungo vissuto, una lunga storia da poter raccontare.
Qui, in mezzo a una serie di fiori emergono al centro colori dinamici vivi, poco più sotto compare un fiore che sembra guardarci, interrogarci. È simbolo di bellezza nascente che emerge da quel bouquet quasi smunto. È un fiore che indica, forse, una piccola speranza verso il futuro, verso il futuro più positivo.
Tutti i petali qui raccolti sono realizzati con un fare “sprezzato”, sono figure non chiuse, figure in divenire, con una pennellata che sembra far emergere un minimo di inquietudine dal fondo, un po' come nei dipinti di Kokoschka. Sono figure sinuose, che si confondono, che cambiano, come se questo bouquet stesse emergendo da un buco e ci stesse avvolgendo, coprendo con i suoi petali e farci sentire tutto il suo profumo.
Sono colori che raccontano una vita caratterizzata da sofferenza, passione, a cui si aggiunge speranza per il futuro, per un domani che sia più positivo.
Un po' come quella Scolastica che, dopo la sofferenza del seno strappato, ha sperato per un futuro nella gloria celeste.
Michele Catinari
Scolastica
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