ISABELLA cm.162 x 162, acrilico su tela, 2019
Una delle grandi particolarità di Egle è proprio quella di raffigurare i suoi bouquet di fiori in tele di grandi dimensioni. Queste sono sempre delle istantanee molto dettagliate del suo tempo che passa, del suo percorso di riflessione interiore e di scoperta della sua persona.
Interessante è la scelta del mazzo di rose, legato tendenzialmente al matrimonio, quindi all’unione con una persona con cui passare il resto, o almeno si spera, della propria vita in pace e serenità. Qui la situazione è diversa, la persona con cui si cerca il legame affettivo non è un individuo altro, piuttosto è la propria identità, da scoprire e riscoprire per poter davvero avere una vita migliore.
Il titolo di quest’opera è Isabella: peculiarità delle opere di Egle è dare il nome della santa o beata del giorno in cui finisce di dipingere la sua grande tela, alta come un ragazzino. Da qui si può dedurre che l’opera è stata realizzata il 22 febbraio.
La pazienza e la forza d’animo sono gli elementi che accomunano beata Isabella a Egle, entrambe figure che cercano di superare situazioni difficili per costruirsi nuovamente un futuro migliore, chi nel nome della fede cristiana e chi nel nome di un rapporto migliore con il proprio io.
Dal punto di vista puramente tecnico, questa tela raffigura e cattura un istante, rappresenta un dettaglio di un bouquet di rose, ma è un soggetto che sembra quasi appartenere a un universo differente dal nostro, dove linee e colori si confondono e dove vigono le leggi della natura che caratterizzano le opere delle prime avanguardie novecentesche. Sono figure molto grafiche, oserei dire disegnate, che non hanno alcun tipo di contatto con la realtà circostante, eppure sembrano essere possedute di un’anima propria, come se possono essere proprietarie di una propria personalità. I colori si mescolano e si confondono, creando sfumature e contaminazioni: da una parte il bianco, bianco smunto quasi tendente al grigio, dall'altra il rosso ricco di sfumature lattee e chiaroscurismo di carattere grafico.
Lo stile “sprezzato” tipico della pittrice torna anche in quest’opera. Interessante poi la scelta di posizionare al centro della composizione floreale l’unico fiore veramente rosso, il quale sembra voler diffondere la sua essenza anche ai fiori presenti ai suoi lati. Come se l’intero mazzo stesse indicando un corpo puro, intatto e perfetto, che però al suo interno presenta il germe di un dolore talmente tanto dilaniante e forte che contamina tutto il resto fino alla autodistruzione. Il colore rosso, non a caso, simboleggia passione, morte, sofferenza, è il colore che nella liturgia cristiana viene utilizzato, oltre che per la Pentecoste, anche per le celebrazioni dei martiri.
È questo che sta cercando Egle, come Isabella, trovare il nucleo del suo dolore interiore, delle sue sofferenze, per sconfiggerle e tornare al suo stato di perfezione.
Ma lo fa dipingendo.
Michele Catinari
Isabella
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