0 Loading ...

La Donna è Arte La Donna è Arte

La Donna è Arte

Ben volentieri pubblico la parte saliente della mia presentazione della mostra "La Donna è Arte" visitabile fino al 10 marzo nella Sala Azzurra della Fiera di Pordenone nell'ambito di Ortogiardino:
"...L’alto numero di artiste qui presenti ci dà una panoramica importante dell’Arte femminile odierna dove a prevalere sono non già dei temi intimistici e domestici bensì dei temi sociali, legati ai diritti delle donne: il diritto di essere un soggetto libero e capace di autodeterminazione, di mettere in atto le proprie potenzialità, di mostrare solidarietà umana laddove ancora allignano violenza, sottomissione, mancanza di rispetto.
Certo è che, quella delle donne di oggi, non si può definire una pittura banalmente felice o estetizzante piuttosto una pittura ricca di significati, poiché intende consegnare dei messaggi importanti e proclamare la propria specificità.
La prima cosa che si evince guardando questa esposizione sono la ricerca da parte delle artiste di uno stile personale, la volontà di apprendere e di mettere in pratica nuove tecniche, di dimostrare la padronanza nell’uso del colore e dei mezzi espressivi.
In alcune opere non mancano il divertissement e il lavoro creativo, certosino quando l’artista per decorare usa sabbie argentate, piccoli vetri e perline realizzando delle passamanerie preziose inglobate in forme geometrizzanti. Le artiste dunque usano al meglio i materiali perché li sentono, li accarezzano, li trasformano, li riutilizzano: il nodo di un pezzo di legno può diventare un personaggio o essere parte integrante dell’opera mentre la porporina crea delle textures e irradia energia.
L’energia, è la prerogativa di molte delle nostre artiste che, naturalmente, operano con esiti diversi perché diverse sono la loro formazione e la loro tempra. Usano spatole, juta e cartone ondulato, quando serve aggiungono malte o resine, pietrischi e jais, conoscono tutti i segreti dell’action painting e del dripping dimostrando di essere in grado di andare oltre fino ad arrivare a quel “panta rei” - tutto-scorre, fatto di cromatismi caleidoscopici con una cifra stilistica tutta propria.
Quando incidono col fuoco del pirografo fanno affiorare la vita e con essa i ricordi che si fanno simboli e segni pregnanti nel racconto di sé.
Quando invece usano il filo e la navetta nell’ arte antica del chiaccherino riescono, come questi quadri testimoniano, a creare un cielo stellato da Mille e una Notte in una città d’Oriente, capace di far sognare.
Qui è ben rappresentato anche l’acquerello usato per delle composizioni complesse ora di carattere naturalistico in cui la luce, le sfumature o le tonalità cromatiche possono accendersi, creare dei controluce, suscitare delle emozioni specie quando ad apparire è Venezia, col suo palazzo ducale e il via vai di gente nell’ora del crepuscolo oppure quando il cielo diventa arancione, ai limiti del visionario, prima di riprendere la delicatezza del verde nelle sue declinazioni.
Quando ad essere usata è la grafite unita al carboncino il risultato è davvero interessante perché l’accuratezza esecutiva si unisce a dei contenuti che diventano dei veri e propri racconti in punta di matita: il violoncello stupito di fronte al cataclisma, il dialogo fra luce ed anima, il fluire di pensieri sotto le fronde di un salice.
Qui abbiamo dimostrazione di come un’artista donna quando fa la scultrice non si accontenti di modellare. E’ come se il suo obiettivo fosse quello di dare un’anima alle sue creazioni: dipingendole con dei colori ad olio le rende così più realistiche ed espressive.
Anche la fotografia qui mostra di avere un valore aggiunto. I temi trattati non hanno l’ovvietà di tanta bellezza ma hanno un contenuto sociale denso di rimandi: il lavoro precoce delle operaie nei cotonifici, la perdita dell’innocenza e quindi della felicità mentre, in delle ambientazioni fatiscenti eppure seduttive, si aggira il mistero surreale di una sofferenza che si fa universale, simboleggiata dalla testa di una ragazzina imbozzolata come un baco da seta il cui urlo nessuno può sentire. Altro che un semplice clic!
Opere dunque come narrazioni, ma anche come esortazione, come invito pressante allo studio, all’azione! Un valore etico che si può trovare nella figura di una violinista la cui bellezza è modellata dall’impegno oppure in un libro aperto sul quale un camaleonte che ha del magico simboleggia la trasformazione e quindi la crescita che solo la cultura è in grado di operare.
Molte pittrici in queste opere usano dei simboli e delle metafore eloquenti. Le barche a vela in mare aperto o il cavallo lanciato alla corsa danno il senso della libertà mentre l’orologio dei giorni e della vita “…che passa e tutto avvolge” rende l’idea della caducità e dell’inarrestabile fuga del tempo.
Così pure il cavaliere errante che si mette in viaggio sfidando l’ignoto avendo come unica guida la luna e le stelle. Una desiderio di fuga e di evasione che ritorna con l’immagine della nave, col mistero di un messaggio in bottiglia che si trasforma in fiore. L’uno dopo l’altro questi simboli si dipanano fino a diventare strettamente privati e criptici. La chiave per decodificarli rimane solo all’artista che, interpellata spiega e racconta la sua opera apparentemente dadaista come un fiume in piena! Chi avrebbe potuto capire che quell’alberello colorato corrisponde al ritratto dell’anima di un morente che, nel momento del trapasso, si trasforma in energia pura!
Questa è un’altra delle novità che riguarda un congruo numero di pittrici: la consapevolezza delle proprie scelte stilistiche e tematiche!
Fino a qualche anno fa l’artista per lo più diceva: è il quadro a parlare di me! Invece, e questo lo trovo positivo, c’è determinazione nel volere spiegare e precisare il senso del proprio lavoro e questo, si sa, mette in evidenza una maggiore preparazione artistica e la capacità di leggere dentro di sé.
Non mancano in queste opere le affascinanti protagoniste del mondo classico: dee e semidee pronte a fare festa in un Olimpo a misura della loro bellezza, la bellezza che la mela di Paride metterà in discussione aprendo nuovi scenari tra mito e storia.
L’icona di una ieratica Nefertiti riporta ad uno dei tesori d’arte dell’antico Egitto, ma la donna di oggi, la donna vera qual è? Si chiedono alcune nostre autrici. Mentre una di esse ricorre ad un’attrice del passato quale Kim Novak bella e dimenticata, un’altra delle nostre pittrici mostra due ritratti all’insegna del male di vivere e della malattia dalla quale, sembra dirci, si può uscire con dignità e coraggio!
La preghiera per qualcuno è rifugio e conforto: puntualmente l’arte registra! Ed hanno di che pregare le donne disgregate di alcune grandi tele dove l’infinita desolazione di un volto si unisce al corpo dilaniato dall’amore divenuto odio. Lo stesso che fa trasmutare il cuore, sede dei sentimenti, dei ricordi e delle passioni dell’uomo. Un cuore che sovradimensionato rientra nell’alveo della pop art, capace di sdrammatizzare ogni dramma.
Ma quella che, invece rasserena è la Natura con il susseguirsi delle stagioni: a partire dalla primavera con un nido di rondine che fa a gara con quelli veri mentre un ramo di convolvoli sembra accompagnare con la sua musica il gioioso garrito dei rondinotti. Per poi continuare durante gli altri periodi dell’anno: nella stagione felice, quando il paesaggio s’infittisce di verzure, i tronchi sono inondati di luce e i girasoli fingono d’impazzire nel loro moto perenne.
La siesta sotto un albero aiuta ad affrontare la canicola mentre i campi esultano di sorgo, gli stagni gioiscono di anatrine mentre altrove la brughiera apre la strada verso la marina.
Tuoni e fulmini precedono i temporali di fine estate, ammutoliscono la terra che in inverno tace ovattata nelle nevi mentre sarà il fischio del vento a fendere l’aria e ad annunciare la bufera.
Fin qui l’analisi riguardante le opere esposte!
Tuttavia, anche quest’anno, La Donna è Arte ha un focus, un centro d’interesse dedicato ad un vero e proprio dramma quello delle “Spose bambine” un problema che di primo acchito può sembrare non ci tocchi, invece sì! Al punto che, secondo Il Friuli.it, questa piaga riguarda 2000 minori all’anno nel territorio nazionale ed è esteso anche nella nostra provincia. Questo sulla base di segnalazioni anonime (provenienti dall’ambito scolastico) riguardanti le sparizioni sospette di ragazzine nate e cresciute qui che, senza motivo, vengono richiamate al loro paese dalla famiglia per essere vendute. Purtroppo intervenire è difficile perché pur essendo un reato, questo non viene riconosciuto come tale in quanto avviene fuori dai nostri confini.
A Pordenone è nata addirittura un’associazione Neda day che si è fatta promotrice di numerose iniziative e di una proposta di legge volta a prevenire e contrastare il fenomeno dei matrimoni forzati prevedendo il carcere per quei genitori che obbligano le figlie minorenni a sposarsi. Questo dà conferma del fatto che la disparità di genere persiste e non solo in altri paesi! Soprattutto in certe culture discriminazioni e violazioni sono ancora diffuse a causa di strutture patriarcali e radici culturali che emarginano le donne nella vita economica, sociale e politica. Una di queste violazioni riguarda il diritto delle donne di scegliere se, quando e con chi sposarsi. Dunque è necessario, a livello legislativo, riconoscere che i matrimoni forzati sono una delle forme di violenza contro le donne. Anche perché ben 13,5 milioni di bambine ogni anno sono costrette a sposarsi!
Tutte queste bambine non sono pronte, né fisicamente, né psicologicamente, ad affrontare un matrimonio tanto meno una gravidanza. Il loro fisico non è formato e il rischio di complicanze dovute al parto è altissimo. A tutto ciò si aggiunge il fatto che un matrimonio precoce viola i diritti fondamentali di ogni bambina. Il diritto alla salute, all'istruzione, al gioco; il diritto di vivere in un contesto sicuro e protetto, di compiere decisioni autonome e di poter scegliere liberamente e al momento giusto il proprio compagno. Molte di queste giovani donne, mi disturba pure il ricordarlo, sono sottoposte a violenza fisica e sessuale. Mi fermo qui anche se ci sarebbe molto da dire!
Certo è che l’Arte non può rimanere indifferente allo strazio ed alla sopraffazione che certe pratiche comportano e quando ho chiesto alla pittrice Sandra Barro se quest’anno intendesse lei creare un’opera su questo spinoso problema mi ha risposto di sì con slancio facendo seguire la realizzazione di un’opera di grande efficacia espressiva! L’artista infatti ha affidato al dolce volto di un’adolescente e ad uno sguardo perso che racchiude tutto lo struggimento della perdita, di raccontare l’ineluttabilità di una vita già segnata dalla coercizione, simboleggiata da una mano adulta che incita all’abbandono dei giochi infantili mentre un’altra mano, sulla spalla, fa riflettere. Sarà quella della madre che la conforta o quella del suo aguzzino che vorrebbe sedurla? La risposta sarà soggettiva e forse ce ne saranno tante altre. Sandra Barro avrebbe potuto calcare la mano e, volutamente, non l’ha fatto! Qui il pathos è contenuto, ma c’è, si trova persino negli occhi attoniti di una bambola vestita da sposa e nella testa piegata al destino ed alla rassegnazione. Grazie Sandra Barro!
Prima di chiudere vorrei citare l’omaggio alla donna espresso da due scultori: Grillos e Manzato con delle opere che si trovano nella hall. Un canto alla bellezza interiore ed esteriore espresso con delle opere seducenti di grande politezza. Li ringraziamo senza dimenticare un altro prezioso contributo artistico, quello della Scuola Mosaicisti di Spilimbergo che il mondo ci invidia poiché capace di rendere attuale un’arte eterna che ci è stata consegnata integra dalla storia.
Qui a La Donna è Arte si continua dunque nel solco tracciato all’insegna della creatività, dell’attenzione al presente ed al futuro ben convinte che fare Arte al femminile non significhi fermarsi a ciò che è liquido, di facciata, bensì mettere in campo tutte le nostre risorse mentali, il nostro entusiasmo ed il nostro pensiero, puro pensiero per contribuire a cambiare il mondo in meglio!
Giovanna Calvo Di Ronco
La mostra è stata organizzata dall'Associazione Panorama con il sostegno della Fidapa.




Evento

domenica 3 marzo 2019

Fiera di Pordenone - Pordenone - Pordenone - Italy
Hai bisogno di informazioni?

Contattami

Vuoi chiedere maggiori informazioni? Lasciami un messaggio, risponderò al più presto
Cliccando su "Invia il messaggio" accetto che il mio nome e la mail vengano salvate per la corretta erogazione del servizio
Ti piace questo sito?

E'stato creato gratuitamente su Gigarte.com

10%
Drag View Close play