IKKUNA IKKUNAT
Seriche dita dell’aurora toccano qualche profonda e sconosciuta corda del mio essere e mi destano. Dai “vetrage” bianchi, incorniciati dall’intelaiatura della finestra, percepisco l’incedere del giorno.
Il primo suono che rompe l’ovattato silenzio è il canto degli uccelli, timido dapprima, poi sempre più ricco e vario, che mi parla ricordandomi il mondo primogenio dal quale provengo.
La luce vira verso un bianco sempre più luminoso: è l’alba.
Il rumore della prima auto in cortile, mi giunge attraverso la finestra e, con un salto di millenni, eccomi passare dai primordi innocenti dell’era tecnologizzata: pochi suoni e poche luci per percorrere tutto lo spazio, tutto il tempo del mondo e cominciare un nuovo giorno.
Dissolvenza.
Quante sono le cose che colgo attraverso la mia cara finestra e quanto più cara essa deve essere nei paesi nordici, dove le finestre sono senza imposte per carpire fin l’ultimo raggio di sole, che avida la natura lesina a quelle latitudini.
Visitando le isole Foroyar, sulla linea frastagliata dell’orizzonte, spicca l’alternarsi delle sagome erbose delle case e in esse occhieggiano multicolori finestre a rompere la monotonia della luce artica. Finestre che diventano cornici sgargianti, come le IKKUNAT finniche, non barriere opposte al mondo, ma zone di passaggio tra l’interno e l’esterno, con un continuo flusso di emozioni che le attraversa. Icone che indagano l vita sotto i più molteplici e misteriosi aspetti.
Non potevano, dunque, scegliere titolo migliore per la loro mostra questi giovani artisti: le loro IKKUNAT diventano il simbolo di quella reciprocalità e quasi complicità che esiste nella comunicazione pittorica tra colui che guada e ciò che è guardato.
Un simbolo fecondo di ispirazione e di buon auspicio.
Monia Agnoletto
Ikkuna Ikkunat
Evento
lunedì 30 gennaio 1995
quartiere fiera - Pordenone - Pordenone - Italy
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