Edi Antonella Mantovani
artista
Edi Antonella Mantovani è nata nel 1971 a Quistello, in provincia di Mantova. Ha vissuto tra la provincia di Mantova e quella di Reggio Emilia, dove ha sviluppato un forte legame con il fiume Po e soprattutto con l'argilla, che è un elemento importante della sua produzione scultorea insieme al legno.
Fin dall'inizio, Edi ha coltivato la sua passione per l'arte sotto la guida dello scultore Andrea Iori. In seguito, ha acquisito varie tecniche ceramiche e pittoriche attraverso corsi e laboratori presso l'Istituto Cova di Milano e frequentando corsi di specializzazione per tecniche di modellazione come tornio e raku a Nove di Vicenza.
Edi coniuga la sua passione per l'arte con quella per la moda, essendo anche stilista, costumista e disegnatrice di tessuti per aziende dell'alta moda, ottenendo importanti successi presso marchi oggi famosi in tutto il mondo.
Sempre in continua ricerca sperimentale, ha realizzato numerose mostre personali e collettive di scultura e pittura in diverse città tra cui Mantova, Modena, Verona, Reggio Emilia, Milano e Bergamo.
Edi si muove agevolmente tra figurativo e astratto, spesso con l'obiettivo di immaginare un mondo più libero, con più diritti in cui tutti possano esprimere le proprie potenzialità e capacità senza curarsi dell'incoerenza e dell'invidia delle altre persone.
Da sempre disponibile ad aiutare gli altri, Edi ama proporre corsi e laboratori di ceramica.
Oggi, Edi vive nella provincia di Milano, dove continua a creare opere d'arte che sfidano i confini tradizionali e esplorano nuove possibilità di espressione artistica. La sua dedizione alla sua arte e il suo impegno nel superare i confini artistici la rendono una figura unica e ispiratrice nel mondo dell'arte contemporanea.
Tematiche
Nelle opere di Edi Mantovani prendono vita corpi e volti, paesaggi e storie, ma anche geometrie, riflessi e giochi di luce. Nel suo mondo c'è una tensione tra simbolismo e carnalità, tra cielo e terra, tra creazione e distruzione. La materia esplode e implode, con un rigore formale che talvolta giunge alla dissoluzione delle forme, per sottolineare la forza del gesto e l'emozione che lo ha ispirato, come accade nella rappresentazione di bagliori cangianti che solcano il cielo, carichi di suggestioni.
La creazione dell'opera spesso procede dal disfacimento alla rigenerazione, attraverso il recupero di detriti, cocci, scarti urbani e pezzi di realtà. Gli oggetti dissipati o fuori uso tornano in vita, svelano un'inedita bellezza, raccontano storie passate, presenti o possibili. Il nostro sguardo scopre sensazioni tattili, come la ruvidezza e la spigolosità, e colori che hanno una sommessa luminosità.
(D. Zanelli)