Servendosi dell’acquerello come della tecnica che permette una più completa smaterializzazione delle forme, Claudio Fiori attua una sua visione che, nell’astratto, riconosce fantasmi della realtà. Perciò in lui v’è una totale decantazione degli aspetti esterni delle cose e delle persone, ma non la negazione della loro entità. Anzi, quest’ultima trae codesto processo l’incentivo a precisarsi al di fuori di qualsiasi accidentalità. La forma resa impalpabile riacquista così una sua consistenza interiore, per cui il recupero dell’immagine avviene più mediante gli occhi dell’anima che non attraverso un apparato ottico-visivo. Pittura basata perciò sugli stimoli offerti dall’attività dello spirito e condotta in obbedienza a concetti mentali distillati con gusto raffinato.
MARIO MONTEVERDI
Dddddizionario critico Artitalia
Dizionario critico Artitalia
, 1987
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