OLTRE IL VISIBILE
L’artista Claudio Fiori, nativo di Lodi, mostra, sin dagli esordi del suo percorso artistico, un’acuta personalità eclettica, nutrita di conoscenza e intuizione. Da sempre ha dedicato (anche durante la formazione artistica e le attività professionali svolte in Italia) la sua ricerca all’osservazione e alla riproduzione del reale. E’ una creatività aperta ad ogni forma di sperimentazione che sia capace di seguire e realizzare le sue inclinazioni che manifestano a pieno un armonico equilibrio tra l’interiorità e le rappresentazioni esteriori.
L’arte sona all’artista infatti, la possibilità si narrare i meccanismi e l’evolversi delle sue riflessioni e, al tempo stesso, di fermare sulla tela le emozioni che contraddistinguono la sua vita, il rapporto con l’ambiente circostante e la società. E’ una singolare pittura spirituale, dove l’artista sente e manifesta il contatto con l’assoluto proprio nella descrizione della semplicità delle cose.
Tale studio prosegue simmetricamente alle vicende della sua esistenza e assorbe le sue esperienze, che lo portano a cercare un rapporto indiscutibile con ildivino, il benessere e un desiderio sconfinato di libertà. Fiori proprio in qualità si artista, avverte il bisogno inevitabile di rivelare ciò che sente portando nel mondo “qualcosa di diverso”, recuperato come da un lungo viaggio: sia fisico, che mistico; da una lontana rievocazione o da un’osservazione imminente. Artista demiurgo, è capace di trasmettere le sue ideologie e di dare voce alle forme esistenti dentro la realtà.
Questa peculiare analisi artistica, lo porta infatti a soffermarsi sulle forme della natura, dove ogni aspetto, in particolare il il corpo umano, viene elevato a qualcosa di assoluto. Proprio in quei tratti, in quel volto fedelmente ritratto, leggiamo “qualcosa” di più profondo che sembra non appartenere al mondo.
Nella serie dei Vritti , si esibisce pienamente l’impeto delle sue idee, che, espresse in frementi e cromatiche tonalità allegoriche, assumono tutti le connotazioni dell’eternità. Realizzati prevalentemente mediante la tecnica dell’acquerello, l’artista vi trasporta il suo spirito tramite effetti di trasparenze e luminosità. E come l’anima si manifesta nel corpo,lo esplicita qui attraverso il colore, che assume caratteri dirompenti e contemporaneamente equilibrati.
Sono cromie altamente intense, solari e vibranti: pure finestre aperte sugli abissi del suo inconscio. L’artista sottolinea l’aspetto estatico e catartico di queste esperienze pittoriche. La tela diventa il silenzio tonale sul quale si stagliano i pensieri tramite le stesure di pennellate prive di censure ed inibizioni, svelando il carattere tipicamente istintivo dell’immaginazione.
L’arte diviene il migliore specchio per conoscere se stesso. La sua sconfinata ricerca di verità e risposte, lo porta a recarsi in India. Taleevento è divenuto lo sfondo di tutta la sua carriera artistica,
Sempre più entusiasmato da questa magica terra, si accinge a conoscerla e ritrarla giorno dopo giorno. Concentra le sue riflessioni in particolar modo sulla popolazione che si trova molto lontana dalle consuetudini occidentali.
Descrive questi popoli, partecipa alle loro vite, coglie in loro la“verità” che raffigurano i colori di quelle terre e l’intensità delle espressioni racchiuse nei volti.
Avvalendosi della crescita formale delle sue tecniche (acquerello, pastello, olio su tela, fino a più recenti sperimentazioni in digital art) si accorge che quelle persone possiedono le gradazioni tonali e gli sguardi intensi che lui aveva sempre desiderato raffigurare.
Proprio come sosteneva il filosofo Wittgenstein, bisogna osservare la superficie, è li che si nasconde la verità. Fiori la scopre nella quotidianità, nei personaggi indiani, nelle loro abitudini, nei colori cangianti dei loro abiti. Sono delle personalità semplici, che vivono a stretto contatto con la natura. L’artista delinea in particolare nella figura femminile un singolare codice di bellezza. Sono donne che emanano la grazia del loro essere nonostante l’aspetto austero impresso dalle fatiche quotidiane, i volti rivelano ancora i tratti colmi di fascino. La loro storia è scritta nel viso, si esprimono con la maestà dei loro panneggi a prescindere dal loro grado sociale. Immortala tramite la dolcezza del pastello i movimenti e le loro pose.
Proprio questa gente gli permette di osservare la realtà con gli occhi innocenti di un bambino e di fare “accadere” la sua poesia. Lontano da artificie globalizzazioni si svolgono tali epifanie.
Negli oli su tela in particolare, il disegno (che determina sempre le basi del suo studio) raggiunge tutta la purezza e profondità descrittiva. Il ruolo prevalente è assunto dalla rappresentazione grafica che, tramite una linea ora a tratti più sottile e ora più marcata, definisce la composizione, dona la base grafica sulla quale affiorano come voci i colori prorompenti. E’ pronto a catturare ricercati ambienti e luminosità dei corpi, cercando di cogliere insieme alla luminosità, tutta l’energia vitale che abita nei personaggi.
Iride, ponte tra il trascendente e il terreno, l’arte divienecosì il punto di unione di queste due sfere.
Nelle ultime elaborazioni dell’artista, denominate Bozzetti Digitali, la sua forma artistica trova nuove opportunità espressive, seguendo a pieno ritmo l’evoluzione della società contemporanea.
E’ proprio tale la potenza creativa della sua arte: il saper coniugare l’indipendenza e l’adattamento ai ritmi di un’esistenza cosmica trovandosi in perfetta armonia tra il regno dove abitano le sue idee il mondo effettivo della realtà sensibile.
Rosi Raneri
Direttrice artistica e critico d’arte
Oltre il visibile
Avanguardie Artistiche 2011
, 2011
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