Approfondimento di Amedeo Caneschi
Quando pensiamo alla Pop Art ci viene subito in mente New York , Andy Warhol, la factory ed i personaggi glamour alle feste nei loft della città Americana negli anni 607080 .
In realtà la Pop Art nasce in sordina nei circoli intellettuali inglesi grazie al lavoro di Richard Hamilton ed Eduardo Palozzi tramite l'indipendent group, un gruppo di intellettuali che programmava cicli di incontri presso l'ICA (Institute of Contemporary Art) cominciando a denunciare che la società stava cambiando. In particolare i beni di consumo assumevano sempre più importanza grazie ai nuovi mezzi di comunicazione e la conseguenza sarebbe stato il sovvertire i valori tradizionali della società stessa.
La consacrazione di Hamilton, Allen Jones, David Hockney ed altri avviene nel 1956 in occasione della mostra "This is tomorrow" alla Whitechapel Art Gallery di Londra che proponeva come temi cardine le nuove consuetudini urbane ed i neonati miti nell'immaginario di massa,nonché le nuove tecnologie nei vari campi di architettura, design e comunicazione. Nonostante tutto in questo periodo la Pop Art Europea conservava ancora un impianto tradizionale raccontando una storia legata in qualche modo alla tradizione.
È il critico americano Lawrence Alloway a utilizzare per la prima volta la parola "Popular" presentandola in un articolo del 1958 come una nuova forma d'arte. Ecco le sue parole: "Un'arte fatta di immagini banali legate al consumo di massa, di stereotipi, di semplificazioni in cui le merci hanno più rilievo degli oggetti d'arte e i fumetti raccontano in modo più efficace dei romanzi".
Nello stesso momento a New York un gruppo di giovani e meno giovani artisti iniziavano a dare voce alla teoria sociologica di Alloway ed è proprio lì che la Pop Art avrà la sua consacrazione.
L'espressionismo aveva descritto l'uomo come " mistero e solitudine ", l'uomo costruito dalla Pop Art invece è concreto e sociale. È una rivoluzione estetica che riguarda lo stile e l'atteggiamento.
Roy Lichtenstein,Claus Oldenburg, James Rosenquist, George Segal,Tom Wesselmann e Andy Warhol spostano il fermento artistico mondiale dall'Europa all'America, da Londra e Parigi a New York ed è l'illuminato gallerista Leo Castelli a fare delle loro opere veri e propri oggetti di commercio.
È in questo periodo che la Pop Art ha la massima espansione, un successo enorme e programmato che organizza il centro del mondo artistico a New York.
Una parte di quel successo arriva in Italia grazie all'artista Mario Schifano che durante un soggiorno a New York incontra Warhol e riesce a cogliere i nuovi fermenti che trasporta sulla tela sotto forma di paesaggi urbani e viste autostradali con tagli tipicamente fotografici, testimoniando la realtà nella quale l'uomo contemporaneo è immerso.
Accanto a Schifano a Roma emergono nuovi artisti come Tano Festa, Franco Angeli, Mario Ceroli, Domenico Gnoli e Pino Pascali che abbina immagini e parole provocando uno slittamento del significato (i bachi da seta, ottenuti tramite setole, diventano bachi da setola).
Questa tendenza non era solo nella capitale. La corrente Pop a Torino era rappresentata da Piero Gilardi con i suoi orti mentre Michelangelo Pistoletto, pur in maniera transitoria e del tutto autonoma, eseguiva tele con fondo argento sulle quali si tagliano figure umane immortalate in scene di vita quotidiana e poi trasportate su superfici specchianti attraverso il processo della serigrafia.
A Milano invece avevano sede artisti legati all'ambito anglosassone come Valerio Adami e Emilio Tadini che proponevano scene di vita quotidiana attraverso una pittura piatta caratterizzata da colori artificiali e da spessi contorni neri.
L'esperienza Italiana, in ogni caso,rimane limitata alla prima fase di produzione di questi giovani artisti che poi in seguito lasceranno la corrente della vera e propria Pop Art.
Il centro propulsore rimasero gli Stati Uniti, dove Warhol e compagni continueranno a sperimentare fino agli anni 80 quando, per l'ultima volta, si potranno riconoscere alcuni richiami ad una delle correnti più importanti della storia dell'arte Americana e mondiale che ha saputo prevedere e poi descrivere le tendenze della società contemporanea.