approfondimento di Amedeo Caneschi, responsabile artistico di Gigarte

Il mondo dell’Arte ha vissuto grandi cambiamenti negli ultimi anni. Oggi con Amedeo Caneschi, responsabile artistico di Gigarte, ci soffermiamo sugli aspetti legati alla vendita di Opere d’arte nel contesto attuale in cui ci troviamo a lavorare.

Il nostro focus è sugli Artisti emergenti che non hanno ancora quotazioni di mercato solide. Cerchiamo, quindi, di fornire consigli e suggerimenti oltre che di chiarire i dubbi che possono nascere di fronte alla domanda “quale è il canale migliore per vendere le mie opere d’arte?”. Tutti gli artisti se lo chiedono, noi stessi riceviamo quotidianamente richieste di suggerimenti e consigli in tale senso.

>> Cosa è cambiato nel mercato dell’arte?

Negli anni il rapporto consolidato tra artista, mercante e galleria d’arte è profondamente cambiato. La figura del mercante è ormai quasi sparita. Il mercante era il tramite tra Artista e gallerista, colui che reperiva gli Artisti da proporre alle gallerie. Una figura determinante che aveva la funzione di collante tra il “produttore d’Arte” ed il mercato di possibili acquirenti finali, gestito dalle gallerie.

A partire dagli anni ‘90 anche le gallerie hanno avuto difficoltà, dal momento che sono entrati nuovi attori in gioco. Il mercato ha iniziato a “frammentarsi” e le gallerie si sono trovate a fare i conti con nuovi canali di vendita che hanno progressivamente rivoluzionato il modo di acquistare arte (come vedremo tra poco la televisione in primo luogo).

La reazione delle gallerie è stata, spesso, di trovare nuove opportunità inserendo archivi storici di artisti della seconda metà del ‘900 e/o trasformandosi in casa d’aste. Meno difficoltà hanno avuto le gallerie situate in città importanti come Venezia, Firenze e Milano perché hanno potuto contare su una larga percentuale di clienti stranieri. Ma si tratta di contesti, appunto, specifici e particolarmente fortunati.

La domanda che si pone, quindi, potrebbe essere: “quali opportunità oggi per gli Artisti”.

>> Opere d’arte e vendite televisive

Dagli anni ’80 la televisione è stato un mezzo di vendita per tutti i mercati e quello dell’arte non ha fatto eccezione. Del resto ci siamo trovati di fronte a una rivoluzione culturale dei consumi che non ha risparmiato nessun settore.

Nel mondo dell’arte si è imposta fin da subito come un canale per veicolare vendite di opere ad un pubblico altrimenti difficilmente raggiungibile. Si esce dalla logica della galleria d’arte che gestisce un proprio pacchetto di clienti per portare le Opere degli artisti a potenziali clienti che in precedenza non avrebbero potuto essere raggiunti.

Da un punto di vista di artisti storicizzati questo è stato di aiuto per i collezionisti per poter avere un termine di paragone reale dei prezzi di mercato.

Per gli artisti emergenti la televisione è stata, però, un’arma a doppio taglio. Questo perché l’artista è stato per certi periodi dipendente dalle principali emittenti televisive del mercato dell’Arte. All'artista, infatti, venivano commissionati mensilmente molti quadri assicurando un reale stipendio (ossia un’entrata economica regolare) contrattualmente definito da 1 a 3 anni. Successivamente, quando l’emittente aveva fatto “magazzino” delle Opere dell’Artista le sue quotazioni soffrivano di significativi ribassi per poter aumentare le vendite.

Difficilmente questi Artisti hanno avuto una seconda possibilità per risollevare le proprie quotazioni sul mercato.

Oggi la televisione è un mezzo per gli artisti emergenti? Sì, ma se utilizzata con intelligenza. Può essere un mezzo di forte visibilità per gli emergenti essendo ancora la maggior parte dei collezionisti legata alle modalità tradizionali di vendita. L’attenzione, però, deve essere proprio sul prezzo di vendita e sul non proporre troppi lavori.

La rinuncia a vantaggi economici immediati nel breve periodo sarà decisamente ricompensata da un mantenimento delle proprie quotazioni e vendite entro termini congrui.

>> Casa d’aste: l’importanza della quotazione sul mercato

Abbiamo parlato poco sopra dell’attenzione da porre sulla quotazione delle proprie opere. Mentre con la televisione si cerca una vendita immediata dell’Opera tralasciando talvolta anche l’elemento del prezzo con la casa d’aste si agisce in maniera opposta.

La finalità della casa d’aste è di confermare le proprie quotazioni sul mercato, sia con la stima che con l’effettiva aggiudicazione in sede di battuta d’asta. Entrambi gli elementi danno un effettivo, e reale, valore di mercato dell’opera.

A questo si aggiunge che tali valori sono consultabili da qualsiasi collezionista attraverso portali come ArtPrice e Ars Value. Un ottimo strumento per gli Artisti emergenti che vogliono imporsi con quotazioni congrue sul mercato.

Partecipare, dunque, alle battute d’asta contribuisce ad essere stabilmente parte del mercato dell’arte.

>> Conclusione

Torniamo alla nostra domanda iniziale su quale sia il miglior canale per vendere le proprie opere.

Da quanto abbiamo esplicitato sopra la risposta non può essere che “dipende”.

Da cosa? Dagli obiettivi che l’artista di prefigge per lo sviluppo della propria attività. Se si punta a veicolare vendite senza dubbio la televisione è un ottimo strumento ma al quale non affidarsi completamente. Si deve ricorrere a questo strumento per tentare di avere una percentuale di vendita più alta, anche mettendo in secondo piano il prezzo.

Per un supporto sul lungo periodo alle proprie quotazioni la battuta d’asta è, però, uno strumento imprescindibile. Anche in questo caso è necessario affidarsi a professionisti e realtà serie del settore. Negli ultimi anni sono moltissime le case d’asta che si sono diffuse sul mercato e riuscire a scegliere professionisti che possano davvero aiutare lo sviluppo del proprio percorso artistico non è sempre semplice.