A. Manfredi
pittrice
Tel. 3202168513
mail: manfrediaurora@gmail.com
Mostre personali più recenti:
2000 - "Centro D'Arte Puccini" Firenze
2001 - "La Pergola" Galleria, Firenze
2003 - "Villa Bottini" 17-21 maggio, Lucca
2003 - "Centro D'Arte Puccini" 3-9 ottobre, Firenze
2004 - "La Pergola" Galleria 14-20 marzo, Firenze
2004 - "Ochema" 12-22 giugno, Lucca
2004 - "Marguttiana" 5-31 luglio, Forte dei Marmi, Lu
2004 - "European Gallery" 14-20 novembre, Stresa
2005 - "European Gallery" antologica, 19 giugno 3 luglio, Stresa
2005 - esposizione permante "H. Esplanade" dal 18 dicembre
2006 - "AccademiArte" 9 maggio 23 giugno, Firenze
2006 - "Antico Castello cavalieri del Tau" Piazza Ospitalieri - 14-28 ottobre - Altopascio - Lucca
2007 - "Centro culturale" 5-14 Gennaio, Montecatini Terme - Pt
2007 - "Cenacolo della cultura" 12 maggio 12 giugno, Campi Bisenzio - Fi
2007 - Antico Castello Cavalieri del Tau Piazza Ospitalieri 7-21 luglio - Altopascio - Lu
2007 - "Marina Difesa" 24-30 novembre, La Spezia
2008 - "Centro Culturale Agorà" P.zza dei Servi- Lucca - 7-19 Aprile
2008 - Fondazione Giuseppe Lazzareschi, Piazza
Orsi - Porcari - Lucca - 06 - 22 Giugno
2008 - Baluardo Santa Maria - Sulle Mura - lucca - 27 settembre, 12 ottobre.
2008 - Galleria Permanente "Chateau des Reaux" Chouzé sur Loire - Francia
2009 - personale "Palagio di parte guelfa" Firenze.
2009 - Mostra personale nelle prestigiose cantine Bernardini, palazzo Bernardini, Lucca.
2009 - Mandelieu la Napoule, Cannes - 20 - 25 Ottobre in occasione del premio "Artiste de Montmartre.
2009 - Portovenere esposizione dal 21 Novenbre al 21 Dicembre.
2010 - Mostra di pittura "Scintille d'Arte a Portovenere", Grand Hotel di Portovenere(La Spezia)Dal 30 gennaio al 28 febbraio 2010.
2010 - " mostra personale Meeting Club-Pescia dal 01-05 al 30-06
2010 - Mostra "Antico Castello Cavalieri del Tau" Altopascio dal 15 al 30 maggio
2010 " Arte al Castello - Dono per la Vita-Fortezza di Montecarlo dal 5 al 13 giugno
2010 - Mostra personale 25 settembre 10 ottobre - Villa Bottini - Lucca
2011 - meeting club personale di pittura, dal 2 maggio al 30 giugno
2011 – Personale caffetteria Millennium !5 Agosto 25 Ottobre Lucca
2011- Personale presso “ I Gigli” - dal 1 al 30 Agosto - Prato
2012 - mostra personale, Villa Bottini , Lucca 15-30 settembre
2013, mostra di pittura, Palazzo Guinigi - Lucca
2014 - Biennale - Montecarlo Principato di Monaco , 27 - febbraio 3 marzo
2014 - mostra 3-10 - settembre, Verso un nuovo rinascimento. Villa Bottini, Lucca.
2014 - Museo Archeologico - Olbia SolidArt, mostra di solidarietà, 8 - 14 dicembre
2015 - Expo - Trezzo D'Adda dal 2 Maggio al 31 Ottobre
2018, Mostra personale dal 21- Aprile, 13 Maggio 2018, Oratorio S. Giuseppe .Lucca
COLLETTIVE:
2004 - "l'uomo e il suo doppio" 16 gennaio 9 aprile - ARTpoint - Firenze
2004 - "Palagio di parte Guelfa" 8-14 marzo - Firenze
2004 - "Museo del marmo" 23-31 luglio - Carrara
2004 - "Villa Coturri" 23-31 luglio - Marina di Massa
2004 - U.C.A.I. "il Vangelo immaginato" 3-17 ottobre - Lucca
2005 - premio "Alpi e mare di Apuania" 16 febbraio 6 marzo - Massa
2005 - "museo del marmo" 21- febbraio 3 marzo - Carrara
2005 - "Villa Coturri" 28 aprile 4 maggio -
Marina di Massa.
2005 - Museo del marmo" 16-31 luglio - Carrara
2005 - "Villa Coturri" 2-17 luglio - Marina di Massa.
2005 - "Carlolivi" 16 giugno 3 luglio - Vernio PRATO.
2005 - "La rotonda" 6-21 agosto - Livorno
2006 - "ArtDecò" 8-31 marzo - Firenze
2008 - "logos galleria",2-15 febbraio - Roma
2009 - "Real Collegio" Lucca 1 - 15 Settembre
2009 - " Arte Mura" dal 18 al 20 dicembre
Mostra collettiva “ Real Collegio” Lucca
Mostra 21 novembre Grand Hotel di Portovenere – 1° premio “I Maestri dell’Arte Contemporanea “
Mostra “Galleria il Patio” Cannes – “II Premio Internazionale Artiste de Montmartre”
2010
Mostra Hotel Miramare Cesenatico - “1° Premio Grandi Firme dell’Arte Contemporanea”
Mostra collettiva 10 giugno 31 Luglio, Real collegio - Lucca
2011 - "Artisti Europei a Cremona" dal4 al 10 Giugno - Cremona
2011 - "Tra memoria e futuro" dal 30 maggio al 7 luglio, Real collegio - Lucca
2011- Proponendo dal 19-22 Agosto – Palasport Forte dei Marmi – Lu
2012 - 2013 - ITINERA, mostra collettiva itinerante: Agrigento, Benevento, Cosenza, Firenze, Forlì, Gubbio, Imola, Lecce, Palermo, Salerno.
2015, "Expo Milano" , istituto mazionale di cultura , Trezzo D'Adda , centrale idroelettrica.
............Mostra di pittura dal 02, 05, al 31, 05
2015, " Expo, 30 Giugno, 2015, Trezzo D'Adda, la mostra resterà aperta fino 31 Ottobre.
.............Padova, mostra museo mediolanum,
25/09/2016, "- Museo Art Gallery, Mostra di pittura a cura di Francesco Dau, presenta la mostra il Critico .............Dott.ssa Mattea Micello.
2017, "mostra biennale Venezia, Palazzo zenobio..a cura del Critico Giorgio Grasso, 13, agosto, 10 settembre ...
2018, Mostra personale dal 21- Aprile, 13 Maggio 2018, Oratorio S. Giuseppe .Lucca
2018, Mostra Castello di Fombio, Lo. a cura del critico Giorgio Grasso, Angeli e Demoni. 3 novembre ore 16,00
Formazione
Profilo Biografico di Aurora Manfredi
Aurora Manfredi nata e cresciuta in lucchesia , si forma presso scuole ad indirizzo artistico. Lavora da oltre 30 anni, Inizialmente nelle sue opere si dedica ad una rivisitazione classica di paesaggi e alle ancor più classiche nature morte; ma non era quella la strada che appagava il suo “ sentire”: ecco allora la necessità di filtrare il reale attraverso le sue sensazioni e gli stati d’animo del momento. Dai colori accesi, materici, quasi violenti, all'accostamento più caldo e pacato, alla calma cromaticità: nei dipinti cerca di trasmettere i suoi sentimenti con tutta la forza del colore suscitando nell’osservatore attenzione e interesse. La pittura di Aurora Manfredi è un continuo divenire, affonda la sua ricerca nella cultura, ne assimila la concezione più
pura e la trasmette con impegno cercando di arrivare alla perfezione….anche se difficile da raggiungere. I vari temi che porta avanti sono un impegno costante: dal mare, all’universo, alle Virtù, attualmente il tema è la genesi… Il suo dinamismo sempre al passo, è in continua evoluzione, anche il suo curriculum è molto ricco, mostre in Italia e all’estero, premi e riconoscimenti.
Daniele Menicucci.
pensieri di Aurora Manfredi:
”Virtù Cardinali”
Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza:
fulcro dell’umano vivere. Tali virtù si configurano nelle quattro influenze del sole ( Oriente, Occidente, Mezzogiorno, Settentrione), che passando per lo zodiaco dona e illumina la vita sulla terra; e nonostante che l’uomo possegga scienze e saperi, senza virtù non avrebbe quella luce morale che lo illumina nel proprio divenire.
Aurora Manfredi
La pittura, la mia passione: fissare sulla tela le proprie emozioni.
La fotografia, il mio hobby: cogliere attimi irripetibili.
Aurora manfredi
Commento sui Pianeti
Ho cominciato a dipingere pianeti in seguito ad una conferenza sul grande Galileo Galilei alla "Scuola Normale di Pisa". Sono rimasta affascinata da quel mondo che conoscevo solo in parte e che mi dava una grande emozione, ho continuato a documentarmi seguendo conferenze e leggendo documenti che si interessavano a questo
"Lontano dal tempo cronologico", è così come io lo immagino, uno spazio ovattato, pieno di luce, dove regna il silenzio, dove tutto ha una dimensione infinita. Aurora Manfredi
La vita, la morte e la teoria degli opposti. Un rincorrersi di luci, un sospingersi di respiri, un’esondazione di colori caldi che deflagrano il freddo di una realtà, spesso, troppo tagliente spietata.
Maurizio Vanni
L’Arte è tormento….è estasi…..è razionalità…. È sapere…l’Arte è amore.
Aurora Manfredi
Steiner ritiene che in ogni uomo sono latenti facoltà per arrivare alla conoscenza di mondi superiori e ritiene che la forma d’espressione più diretta è l’arte….
Aurora Manfredi
La musica dipinge di colore ogni cosa, penetra dentro te, ti fa sognare. Dipingere è come ascoltare musica, stendi il colore e lasci che esso ti trasporti nel viaggio delle tue emozioni.
Aurora Manfredi
Riflessioni: L’Incoerenza dell’uomo
L’uomo da sempre ha cercato di migliorare se stesso e la società….Nei secoli sono stati costruiti monumenti grandiosi arrivati fino a noi, una testimonianza di quanto fosse grande la volontà dell’uomo che, malgrado le difficoltà è riuscito a lasciare segni di una civiltà in continuo crescendo ed oggi cosa facciamo? Siamo ricoperti di spazzatura, di scorie radioattive, di centrali nucleari. Tutti condividiamo la responsabilità per il benessere presente e futuro, tutti siamo chiamati a portare il nostro contributo. Abbiamo dato origine all’isola dei rifiuti, perché non trovare il modo di trasformare i rifiuti in energia? Perché non sfruttare forme di energia rinnovabile? Chernobyl, Fukushima, fanno capire quanto le scelte fatte siano negative; cosa vogliamo lasciare hai nostri figli e hai figli dei nostri figli? Perché non ci adoperiamo per fare qualcosa di alternativo che veramente possa giovare al mondo intero? Si parla di progresso, ma non è progresso dare origine all’isola dei rifiuti, non è progresso costruire centrali nucleari, ma è progresso amarci di più, è progresso amare i nostri figli e i figli dei nostri figli, è progresso amare di più il nostro pianeta. Cerchiamo di tutelare il mondo che Dio ci ha donato, che non ci appartiene che non appartiene nemmeno a quei pochi che hanno il potere, ma all’umanità intera …
Aurora Manfredi
Tecniche
olio
Acrilivo
tecnica mista
Premi
Tel-3202168513
mail: manfrediaurora@gmail.com
2000, "premio internazionale di pittura" - premio speciale della giuria.
2002, "premio internazionale di pittura" - premio speciale della giuria.
2003, "premio internazionale di pittura" - diploma.
2004, "premio alpi e mare di apuania" - terzo premio.
2009, Esposizione a Mandelieu la Napoule, Cannes. Insignita del Premio "Artiste de Montmartre".
2009, Portovenere - I° Premio Maestri dell'Arte Contemporanea"
02/01/2010, Cesenatico - 1° premio "Grandi Firme dell'Arte Contemporanea"
2012 - 1° Premio Effetto Arte - 28, Gennaio, Palermo, Pres. Paolo Levi
2012 – 1° premio Gondola D’Oro – 21 Aprile - Venezia
2014 - Premio di tutte le arti- concorso a tema: “ L’Arte sia servizio al mondo perché impari ad amare e rispettare la vita”, Fondazione Elisabetta e Mariachiara Casini.
Bibliografia
Hanno scritto di lei:
21, Aprile 2018
Commento del Prof. Claudio Spinelli
In occasione dell’ inaugurazione della mostra personale “Genesi”
dell’Artista Aurora Manfredi ( Lucca, 21 aprile 2018). Oratorio S. Giuseppe
I colori che dominano le opere della pittrice Manfredi, nascano dall’integrazione della luce con l’oscurità…una mescolanza di luce ed ombre. Mi ricordano i colori dei Greci, perché erano diversi dalla norma, non avevano nulla dello spettro cromatico di Newton. Omero nell’Iliade e nell’ Odissea nomina solo quattro colori: il bianco del latte, il rosso porpora sangue, il nero del mare, il giallo-verde del miele e dei campi di grano. I colori per i Greci dovevano esprimere forti emozioni e dare una sensazione di luminosità, di gradazione, di chiarezza, di agitazione, di movimento. Alcuni autori nel medioevo, avevano addirittura ipotizzato che i Greci avessero dei difetti retinici - parlavano di “cecità dei Greci”- e vedessero un numero di colori in meno rispetto agli occhi dei moderni. In realtà i colori li vedevano come noi, i loro occhi erano come i nostri; solo sentivano il bisogno di esprimerli in modo diverso…gli davano un significato…un’interpretazione diversa. I quadri di Aurora Manfredi, mi evocano, anche i colori ed i paesaggi (puri, immutati, primordiali) di William Turner (1775-1851), grande interprete, insieme a Constable, della pittura romantica Inglese. Turner utilizza colori sfumati: blu, gialli, rossi-sangue; colori pulsanti come il cuore …come il movimento dell’anima. La sua luce che esce dal buio…i suoi colori vogliono esprimere, come quelli dei Greci, forti “sentimenti”: felicità, tristezza, angoscia ed in particolare il sentimento del sublime. Quel “sublime dinamico”, come fu definito da E. Kant, perché dipingeva nei suoi quadri l’energia della natura: quella furia degli elementi che imprime grande velocità all’atmosfera. Tipici, infatti, sono i suoi quadri delle tempeste, delle mareggiate, dei naufragi ma anche dei tramonti.
Grazie Aurora per l’invito a questa tua mostra personale, per me è un onore essere presente insieme al Prof Giorgio Grasso, e avere l’opportunità di esprimere una mia riflessione sulle tue opere. Sono i colori dei tuoi quadri che dominano la scena ed impattano fortemente i nostri sensi: come il nero, il blu, il rosso, il giallo, l’arancione; colori che ci riportano, improvvisamente, insieme al titolo di questa raccolta “Genesi”, indietro nel tempo: alle nostre origini ed in particolare all’origine del mondo. Claudio Spinelli
LA FUGA PER UN ARTISTA E LA RICERCA DELLE ORIGINI
Credo che nell’animo di ogni artista, la ricerca delle nostre origini…delle nostre radici più autentiche sia come una forza magnetica che attrae e che induce ad una fuga dalla realtà quotidiana, dal mondo post moderno verso un mondo mitologico. Infatti, di per sé il mito non è nient’ altro che narrare l’”inizio” della storia…la “genesi”, storie irreali ma che appaiano come reali…il mito è un viaggio tra realtà ed irrealtà. Questa “fuga per un artista” è una necessità, perché permette di ritrovare se stesso…di scavare nella profondità del suo animo, permette di essere il padrone assoluto della sua creatività, delle sue idee fantastiche, della sua opera…creata con i suoi pennelli, con le sue dita, con le sue mani, con i suoi colori, con le sue idee, con il suo cervello…con la sua mente…in sintesi con la sua anima. Creare, da parte di un artista, un’opera d’arte evoca, inevitabilmente, la potenza creatrice Divina. Questo modo di agire è peculiare dell’uomo, poiché è “Immagine di Dio” e come scrisse Karol Wojtyla in occasione di una Lettera agli artisti: “Il Grande Artista Divino” ha trasmesso una scintilla della Sua Trascendente Sapienza all’”Artista Uomo”, chiamandolo a condividere la Sua “potenza creatrice”….gli uomini, come gli artisti, possiedono in sé una forza creatrice, specchio dell’azione creatrice divina, e per questo sono “costruttori di bellezza”. prof. Claudio Spinelli.
18-01-2016
DA MOSE’ AD AURORA MANFREDI
Giuseppe Recchia , Critico , Regista, Scrittore .
Con Aurora Manfredi iniziamo un viaggio fantastico che percorre cieli fra nuvole colorate ed espanse tra forme psichedeliche ed astratte o forse fa lo stesso percorso di Mosè nel mar Rosso, viaggio narrato nella Bibbia, quando Mosè portò in salvo gli israeliti lasciando l'Egitto ed iniziò così la loro peregrinazione nel deserto. Gli egiziani dovettero subire dieci piaghe prima che il Faraone decidesse di liberare gli israeliti – dopodiché avvenne il passaggio del mar Rosso. Mosè stese il suo bastone e il mar Rosso venne separato in due parti da Dio. Gli israeliti camminarono sulla terra asciutta e attraversarono il mare. Dietro di loro stava venendo l'esercito egiziano in inseguimento. Mosè allora agitò il suo bastone e il mare ritornò normale, sommergendo ed annegando tutto l'esercito egiziano. Tali ricordi hanno reso colma la mente di Aurora e le hanno fato assaporare, in termini di colori, l’immaginario viaggio nel fluire inconscio del dipingere pochi segni del figurativo bagnati nella tempesta astratta di colori ad olio.
Se interpretiamo l’avventura artistica di Aurora, possiamo dire che Lei affronta questo viaggio per portare in salvo i suoi fantasmi da antiche schiavitù del pensiero e che trova nei colori la sua libertà espressiva.
Ma Aurora Manfredi non ha sempre usato questa tecnica che potremmo definire astratta. La sua ricerca essendo libera, fantastica e dunque espressionista nel modo di operare, si inserisce in un filone nel quale emerge in maniera emblematica e psicoteraupetica il suo lavoro di artista. Essere felici è un’arte, e l’arte aiuta ad essere felici. Non a caso han preso vita tantissime tecniche come la teatroterapia, la musicoterapia, la danzoterapia, che consentono di lavorare sulla psiche. “Ma gli studi hanno dimostrato che al di là delle metodologie, è l’esercizio artistico di per sé a dare benefici”.
Con questi nuovi lavori Aurora Manfredi ha raggiunto forse il punto più alto della sua ricerca, anche se siamo certi che Lei non ha terminato il suo cammino e che ci farà altre sorprese.
18 . 01 . 2016
Giuseppe Recchia
Aurora Manfredi, alla quale ho risevato una particolare attenzione, in quanto di Lei si è occupato come critico d’arte, un vecchio e caro amico, Giovani Faccenda, molto bravo e competente. All’epoca mi fece conoscere uno dei grandi mastri della pittura Toscana, Nino Tirinnanzi, che era stato allievo di Ottone Rosai.
Aurora Manfredi è nata e cresciuta in lucchesia. Un’innata passione per i colori la conduce a frequentare i corsi del Liceo Artistico, dove si diploma. Dipinge da oltre venti anni e oggi ha raggiunto il culmine della sua espressione artistica: un passo più in là e saremo in piena astrazione. Il processo creativo di Aurora Manfredi è in piena maturità a non per questo ritiene raggiunto il limite del suo mondo creativo e per questo i suoi dipinti sono allusivi a luoghi interiori, che divengono il punto da cui si genera la volontà di scartare soluzioni troppo rappresentative a favore di evanescenti trame autosignificanti. Il quadro diventa oggetto nel quale emerge in maniera significante la voglia di rendere visibili spazi e atmosfere come dimore delle emozioni, luoghi da cui hanno origine i sentimenti, ma anche l’impeto creativo fatto di forza puramente emozionale, capace di tradurre la realtà visiva in una sorta di realtà emotiva. «Nei dipinti della Manfredi lo spazio si muove e libera se stesso dentro a turbinanti ed evanescenti vortici tendenti a risucchiare il fruitore e dove i moti dell’animo, come in una centrifuga, si mischiano a quelli dell’artefice mentre l’atto creativo si traduce in atto ri-creativo l’anima in fondo è pura essenza, ben al di sopra della sfera dell’umano. I suoi dipinti spesso rasentano la monocromia, tutto è e deve essere rarefatto, aereo, appena percettibile: divino quindi. Ed è per questo che queste opere sono straordinariamente appaganti, un meraviglioso lenimento del problema vita, un distaccarsi, in alto, dal quotidiano tattile e rugoso.
Paradossalmente, ma non troppo, nel guardare i dipinti di Aurora Manfredi, il mio pensiero si volge alla grande arte bizantina del XII° e XIII° secolo a quegli artisti che attraverso la linea purissima delle loro icone cercavano l’anima per dare a questa un’espressione e per usufruirne. Aurora Manfredi è andata oltre, ha “catturato” l’anima e utilizza quegli occhi per guardare e descrivere le cose, la vita, il mondo.
Lorenzo Gassi...artista
La pittura di Aurora Manfredi
Immergendoci nei soggetti dipinti da Aurora, scopriremmo un mondo ricco di colori che solo un animo sensibile e delicato può mostrare.
I colori che principalmente dominano nelle sue opere sono: il giallo che simbolegga l'elemento passivo femminile, il rosso la sensualita' e il blu spiritualita'.
L'utilizzo di colori come simboli per esprimere le intime sensazioni dell'artista, collega le sue opere al gruppo degli espressionisti chiamato DER BLAUE REITER ( IL CAVALLIERE AZZURRO), un esempio di un famoso componente e' l'artista Marc Franz, distinguibili le sue pennellate rappresentate con forti colori.
Il colorismo intenso di Aurora, fluttua sulla tela e le forme, a volte distinte, altre indistinte, delle masse di colore sembrano vibrare in una magica, nebbiosa atmosfera.
Le luminosita' eteree che prevalgono i suoi dipinti dissolvono le tensioni di forme e contrasti di tono in intimo bagliore.
Contenute, ma intensamente evocative, le opere sembrano nascondere qualche bruciante verita', come fossero incarnati di una lunga e profonda meditazione.
Il suo obbiettivo che raggiunge con successo, e' immergere l'osservatore in un'esperienza totale del colore, trascinandolo nelle sue opere, tele che incarnano lo spirito del movimento: una risposta ai misteri inaccessibili della psiche umana, che solo la forza vitale e proiezione dell'immaginazione rendono molti dipinti di AURORA MANFREDI a mio giudizio memorabili.
BRUNO POLLACCI, Prof. Belle Arti
Ciao Aurora,
i tuoi lavori mi arrivano come "veicoli della tua anima", in cerca di respiro,aperti all'imprevedibilità dell'infinito, liberi da costrizioni formali, gioiosamente vitali. Sembra di avvertire una libertà ed una purezza interiore capace ancora di meravigliarsi della vita.
Ti auguro di vivere l'avventura della pittura come un viaggio imprevedibile.
Bruno.
Claudio Raccagni
Aurora Manfredi è una delle poche artiste che ho avuto piacere di seguire e vedere il forte cambiamento artistico.
Dalle opere colorate, coperte da nebbie positive, ai colori più netti, ma con soggetti molto più spigolosi, come le sue figure geometriche, che riportano al mistero, alla scoperta dell'ignoto.
L'artista ha seguito una strada predefinita, per poi avere il coraggio di seguire il proprio inconscio, le proprie sensazioni prime.
Opere diverse, di periodi definiti, ma che non mancano mai di evidenziare l'eleganza dell'artista stessa, nel comporle.
Come scrissi le mie opinioni su Aurora Manfredi: " Aurora è cresciuta". Le sue opere sono la nascita di nuove creature, nuovi figli, che raccontano di lei. Opere femminili, che stringono la mano alla forza della parte maschile. Un unico lavoro completo.
Partita da lavori calmi, introspettivi, ora Aurora ha dato via libera alla ricerca, alla strada sensoriale del suo essere.
Professore di Belle Arti Marco Polloni
Non un confronto speculare della realtà ma una relazione allusiva a luoghi interiori, che divengono il punto da cui si genera la volontà di scartare soluzioni troppo rappresentative a favore di evanescenti trame autosignificanti, che si definiscono sul piano concreto ed oggettivo della superficie pittorica, la quale si rivela come forma e contenuto, tramite una tecnica libera, quasi espressionista, ma legata ad una matrice dal deciso sapore romantico. Il quadro diventa oggetto nel quale emerge in maniera significante la voglia di rendere visibili spazi e atmosfere come dimore delle emozioni, luoghi da cui hanno origine i sentimenti ma anche l’impeto creativo fatto di forza puramente emozionale, capace di tradurre la realtà visiva in una sorta di realtà emotiva.
Nei dipinti lo spazio si muove e libera se stesso dentro a turbinanti ed evanescenti vortici tendenti a risucchiare il fruitore e dove i moti dell’animo, come in una centrifuga, si mischiano a quelli dell’artefice mentre l’atto creativo si traduce in atto ri-creativo.
02/01/2010
1° PREMIO BIENNALE
"GRANDI FIRME DELL'ARTE CONTEMPORANEA".
Motivazione Critica di MARIAROSARIA BELGIOVINE.
Grande energia del colore per la sua capacità di evocare i tumulti della natura.
Le visioni delle marine, esaltano la sua gestualità dai colori seducenti e dalle luminosità incontrastate, di inequivocabile bellezza creativa.
02/01/2010
Rassegna “MAESTRI DEll'ARTE CONTEMPORANEA”
Premiazione Grandi Firme dell'Arte Contemporanea a Cesenatico.
Commento critico di CLAUDIO RACCAGNI, Poeta, Scrittore, Critico D'Arte
sull'opera " Visioni".
“La variazione della vita: dal terrore degli accadimenti al sogno stesso della vita. Paura; illusione; smarrimento e poi tranquillità assoluta. L’opera dell’artista riesce in pochi centimetri a percorrere un’intera vita o, se si parla dei sogni stessi dell’artista, si percorre in un istante il passaggio tra sogno ed incubo. Al centro l’essenza della vita, che può essere il “Dio” o la serenità e la bontà che ognuno sa esistere in una vita futura, oltre la vita stessa. Il valore delle opere si ha proprio nell’esprimere in pochi secondi emozioni diverse e concrete.
In un’altra opera di Aurora: “Foschia”, si richiama il periodo di smarrimento o difficoltà che ognuno può passare nella propria vita, ma una foschia che lascia intravedere il periodo migliore, pur essendo molto marcata. Ecco che quindi si intravede il carattere combattivo, maturo, fiducioso dell’artista stessa, che riesce ad esprimere la vita, dell’uomo, della natura, conglomerando il tutto in pochi “infiniti” colori.
20-10-2009
"ARTISTE DE MONTMARTRE", Motivazione critica di MARIAROSARIA BELGIOVINE.
I colori, stimolati dalla sua ricerca espressiva, diventano il perfetto veicolo per trasformare in gesto la sua suggestione emotiva.
Una pennellata energica e decisa, sottolinea la fusione della natura a simbolo comunicativo, evocando fuggevoli composizioni oniriche con percettibile immediatezza.
21-11-2009
Critico D'Arte Gerard Argelier.
"I MAESTRI DELL'ARTE CONTEMPORANEA",
Energia del colore, con suggestive apparizioni della realtà che si concede alla visione creativa.
Ottima gestualità ed impostazione creativa che apprezza la sua idea di energico
monocromatismo.....
CRITICO D'ARTE Enrico Dei
La pittura; una disciplina molto particolare, che in fondo non è disciplina. Certo esistono
codici e schemi precostituiti, come la cono scenza del colore, il disegno, l’uso dei pennelli e
tutto ciò che è materia per dipingere a differenza della fantasia, la volontà, il sacrificio perché dipingere è anche sacrificio. L’interiorità che con grande fatica si trasporta sul supporto pittorico è un codice? Uno schema? A mio avviso è un prodotto dell’intelletto e quindi libertà di vivere, ma per acquisire questa libertà in pittura bisogna lavorare, lavorare, e ancora lavorare, come avviene nella vita produttiva di ognuno di noi, ed è solo con questa costante che si può arrivare ad un proprio linguaggio pittorico.
In pittura, per superare gli ostacoli, non è permesso distogliersi, e strada facendo bisogna togliersi di dosso le scorie come, insicurezza, sconforto e altro, perché il risultato è ancorato nella psiche, e i ripensamenti e le cadute di tensione non facilitano la traduzione del pensiero nella gestualità che vorremmo, ricordando così le difficoltà più ricorrenti che s’incontrano nella poetica artistica. L’arte è ingenerosa egoista dura esigente, ma tanto bella e affascinante, l’arte non è maschile né femminile, eppure riesce a far innamorare senza distinzione di sesso.
Aurora Manfredi dopo essere caduta tra le braccia di quest’arte cerca di trasmettere questo amore sulla tela con sentimento deciso, ma pudico nello stesso tempo; nelle sue opere si legge quanto il cromatismo sia l’ossatura del proprio lavoro. Il colore rivela il suo stato d’animo al momento in cui si pone davanti al cavalletto, spesso il passionale rosso predomina sui suoi accennati paesaggi, accennati e mai definiti, più per una formula di ricerca che volontà di carpire una pagina dalla narrazione definita e di facile lettura. La sua espressione pittorica, in continuo sviluppo, pur non correndo le alee di facili avventure, è tesa alla ricerca di sensazioni con una metodologia mai vincolata e subordinata a firme e a mode. Con un naturale e progressivo incedere segue l’istinto che la fa progredire e incontrare quelle “scoperte”, sentite e successivamente assimilate, come logica conseguenza di un impegno costante sorretto da un commovente entusiasmo e da solide basi culturali, con cui trascrive le proprie visioni intellettive.
DONAT CONENNA, critico d'arte:
"CERTEZZE E INQUIETUDINI DEL PAESAGGIO SENTITO"
Nei cantieri dell’arte, dovunque si operi per la creatività, come dovunque si viva di ricerca stilistica, esiste una sola convinzione, vige un solo credo, indefettibile e ricrrenti: non avere e non dare certezze intorno al proprio cercare.
Essendo caduco e provvisorio, cangiante e congevole il concetto principe sul quale l’artista poggia le sue immaginazioni, se ne evincerà che l’unica “ certezza “ possibile, definitiva, che possa essere assunta dagli attori (letteralmente, chi genera l’atto del dipingere ) e dai fruitori è quella data dal sentire e vedere interiore.
Non occorre risalire al vecchio, divino Sigmond Freud per convincersi che del “ diman artistco non v’è certezza “. Vogliamo fare un esempio? Picasso, dal periodo blu, al periodo rosa, dalle “Mademoiselles d’Avognon”, a “ Guernica”,agli eccentrismi cubisti: dov’è la certezza stilistica? Converrà dunque tutto ridurre o tutto dilatare ad una sorta di convenzione fra le parti, il facitore e il fruitore, per affermare- come potrebbe essere il caso di Aurora Manfredi, da Lucca- che l’arte sia l’unica certezza, proprio quando assurge unicamente a “ segno “ , impronta, logo, e non già a significato o a contenuto.
Una certezza non infallibile, che è, giust’appunto, atemporale in quanto appartiene alla maestà del tempo e ai suoi corsi e ai suoi ricorsi, alle sue fughe in avanti e ai suoi ritorni all’ordine.
Tacitata dunque l’ansia di omologazione, che sempre prende l’osservatore a fronte di una unità espressiva di estesa sensibilità, come l’operazione coloristica (solo cromi, non ci sono segni in questa pittrice ) di Aurora Manfredi lascia intendere d’essere, l’analisi dell’excursus può spedirsi sveltamente, orientando la cartina di tornasole verso le sorgenti che hanno dato luce all’espressionismo, anche quello paesaggistico, che – nel caso Manfredi- assume interesse perché è ana expression atipica: non ci sono colori forti nella sua gamma, eppure siamo di fronte ad una espressione estrema, alle frontiere dell’astrattismo.
Ecco, in quest’area – vastissima e non poco popolata – possono collocarsi le opere della pittrice lucchese.
E’ nei territori del colore pulviscolare, nelle lande della psico-cromia che può andarsi ad annidare il movente espressivo ed espressionale della sua mano.
Ma non è che Manfredi voglia farci sentire l’eco spenta del galoppo di un qualunque cavaliere azzurro. No. E’ un espressionismo il suo,dove un solo colore offre la dominante poetica, una tonalità soffusa, una modulazione viva ma non accesa, intensa ma non fauve
Del paesaggio visitato.
Narrazione limpidamente brumose, nitidamente evanescenti, chiaramente vissute dal continuum gestuale della memoria, rimembranze dove il tutto e il nulla espressivo giocano un ruolo decisivo nella movimentazione delle masse tonali, in virtù di una avvincente mnemonic-session, doveimprovvisi grafismi tonali, fendono quella sorta di bruillard gravante sulle superfici: sicchè il “paesaggio” , a volte latteo, a volte solare, sembra lievitare, al centro della tela, sino al calar delle nebbie, all’abbassarsi delle maree dei ricordi, quando da lontano appaiono i contrafforti di Mont St. Michel, (da fruire, come in altre tele deve pur vige un riferimento geografico, come fatto simbolico, metaforico). Ambienti che la mano di Aurora Manfredi destina evidentemente al giardino incantato delle emozioni, che per quella sorta di magia cartesiana che è l’arte del rappresentare (dipingo, dunque sono nel posto che dipingo:non a caso osservando le sue “Cascate “ se ne sente lo scrosciar dell’acque), affiorano e riaffiorano tra gli orizzonti pulviscolari dell’arcipelago mnemo”.
Il cerchio si chiude, dunque. Tutto quadra nei conti dell’osservatore dell’operazione Manfredi?
Basterà invocare gli alitatori di quella grande energia rinnovabile che è la memoria per esplicare il suo sensibilissimo metro espressivo? Riaprendo il discorso “sulle certezze”, possiamo affermare agevolmente che le “soluzioni” espressioniste di Manfredi altre certezze non offrono se non quelle invocate dalla unicità interpretativa dell’opera d’arte. Unicità che non esiste. Esiste la molteplicità, che è lda demandarsi alla unicità emozionale dell’osservatore. “Davanti all’immagine”, citiamo per citare, anche la più chiara e decodificabile, non è il critico visitante a dover far fluttuare le emozioni in chi guarda, ma è l’osservatore medesimo, il fruitore a dover far esplodere dentro di sé, i momenti emozionali che più egli sente culturalmente vicini.
PROF. DANIELE MENICUCCI, critico d'arte
Aurora Manfredi: "GLI OCCHI DELL’ANIMA".
Gli artisti dipingono con gli occhi, la mente e il cuore. Dipingere è sempre un celebrare qualcosa, e avere un appagamento estetico e spesso anche emozionale.
Un bel dipinto quindi, nutre vista, pensiero e cuore.
E qui restiamo nei confini, nei limiti dell’umano. Ma nell’uomo c’è anche qualcosa d’altro, qualcosa di più del tangibile e dell’emotivo: c’è l’Anima. L’Anima che, evitando di addentrarci in temi di religiosità, è l’essenza e la sublimazione dell’uomo.
Ebbene, certi dipinti, per non dire quasi tutti, di Aurora Manfredi mi hanno fatto pensare, ed è la prima volta, ad una ispirazione che viene direttamente dall’anima: la Manfredi guarda e propone con gli occhi dell’anima.
Ed ecco quindi lo smaterializzarsi delle cose, soggetti che magicamente si disfano senza decomporsi: un’evocazione pura, appena visibile, appena palpabile. E’ troppo “ umana” la materia per Aurora Manfredi, e allora lei la filtra, esegue un processo di rarefazione infinitesimale e assoluto, spiritualizza il materico.
E’ un espressionismo sui generis il suo, niente a che vedere con la ricerca emozionale esasperata di tanti interpreti di questa forma di arte figurativa: lei non cerca e non vuole una platealità d’espressione.
Qui siamo oltre e al di sopra dell’emozionalità corporea, sentimentale e anche mentale: l’anima in fondo è pura essenza, ben al di sopra della sfera dell’umano.
I suoi dipinti spesso rasentano la monocromia, tutto è e deve essere rarefatto, aereo, appena percettibile: divino quindi. Ed è per questo che queste opere sono straordinariamente appaganti, un meraviglioso lenimento del problema vita, un distaccarsi, in alto, dal quotidiano tattile e rugoso.
Paradossalmente, ma non troppo, nel guardare i dipinti di Aurora Manfredi, il mio pensiero si volge alla grande arte bizantina del XII° e XIII° secolo a quegli artisti che attraverso la linea purissima delle loro icone cercavano l’anima per dare a questa un’espressione e per usufruirne. Aurora Manfredi è andata oltre, ha “catturato” l’anima e utilizza quegli occhi per guardare e descrivere le cose, la vita, il mondo.
GIUSEPPE CORDONI, critico d'arte: Aurora Manfredi ci introduce, senza contrasti, in un suo delicato e ininterrotto gioco a nascondersi. Come fanno le cose con le brume, per sentirsi fasciate dai loro silenzi e protette. Ci porta dinanzi alla fluidità d'una materia cromatica cangiante in cui, smarrita ogni loro stabile solidità, sfumato ogni loro contorno, gli elementi del paesaggio si con-fondono nel legame di una medesima matrice tonale. Si riducono a percezioni evanescenti d'un mondo interiore che mai trova riposo.- Stemperandovi la sua e nostra fatica di esistere, dietro il velame di questa loro impalpabile solitudine, oltre la linea di confine incerta fra cielo ed acque, il luogo perso e ritrovato dei nostri attimi più intensi e irripetibili.
GIAN LUCA BIAGINI, psicanalista: quando il ricordo di un accadimento importante si è fatto indistinto, quando un'emozione lontana, che crediamo sepolta, è riattualizzata da un evento ad essa legata, siamo nella dimensione della evocazione, di quella rappresentazione del passato, non diretta, ma originata dalla suggestione della memoria, che trova nelle arti figurative la sua espressione più compiuta. In ognuna delle tele di Aurora Manfredi l'osservatore è afferrato da sensazioni svariate, ma tutte, credo, riconducibili alla riattualizzazione di stati d'animo mai dimenticati. Un'atmosfera onirica avvolge le sue tele, molte delle quali sono accompagnate da un titolo che, al di là dell'immagine dichiarata, tende a rappresentare lo stato d'animo dell'artista, emergenza dell'inconscio dalla quale l'osservatore viene irrimediabilmente catturato.
PROF. BELLE ARTI MARCO POLLONI
Riflessioni sulla pittura di Aurora Manfredi
Di fronte ai dipinti di Aurora Manfredi, ci si rende conto della complessità del semplice. Sembrano quasi immagini “acheropite”, frutto di vaste e complesse intuizioni che si concretizzano come sensazioni rese oggettive. Espressioni visive che rivelano mondi interiori, complessi moti dell’animo, resi manifesti sulla tela con qualità tutta propria, fatta di materia, forma e cromia; fattori che permettono alla mente e alla gentile mano di Aurora di comporre stesure pittoriche ora evanescenti e rarefatte, di turneriana memoria, ora decisamente esplosive ed intense.
In tali atmosfere il fruitore si perde, per poi ritrovare se stesso in una dimensione emotiva strettamente personale avvolta intorno ai propri stati d’animo. L’attività espressiva si aggiunge alle impressioni e l’atto creativo è ricondotto alla “forma-colore”; con una trama materica leggera, morbida, quasi intangibile, ma molto ben visibile, carica dei giusti contenuti espressivi che ben si prestano al linguaggio scelto dalla pittrice.
GIOVANNI FACCENDA
Una luce crepuscolare accende sulla tela quella che è una «visione interiore», di luoghi, cose, fatti, sempre palpitanti nell’anima come lo sono i sogni e le illusioni. La pittura, per Aurora Manfredi, è un viaggio nella memoria, un concerto di liquide emozioni, che assumono la forma e la consistenza del colore, nel segreto riproporsi di un incantesimo antico come gli uomini. Quanto vibra, alle fondamenta dell’immagine, con moto sussultorio, è un respiro affannoso che intende partecipare, sottovoce, verità a lungo taciute e lirici abbandoni. Quelli che indoviniamo abitare Aurora ogni volta che si trova davanti al cavalletto, nella magica solitudine di momenti un tempo, forse, solo vagheggiati.
MARCO PALAMIDESSI
“L’arte di Aurora Manfredi, fortemente evocativa, sentimentale, volta a suscitare emozioni romanticamente intense, riesce a toccare corde profonde e inaspettate dell’animo umano. Lontana dalle esasperazioni plateali di larga parte della produzione artistica contemporanea, questa pittura dalle cromie soffuse e delicate, dai passaggi tonali che vanno dai colori caldi a quelli freddi passando sempre sulle vie del cuore, riesce nel suo intento emotivo e spirituale a coinvolgere l’intimità dello spettatore. I colori si manifestano come già imbevuti di un’esperienza interiore: il pennello, che romantico ubbidisce all’intelletto, lieve passa sulla tela non prima d’intingersi entro i fluidi interni alle arterie dello spirito. Ogni effetto è definito sullo spazio pittorico per mezzo di ogni gradazione di luminosità; tutto si fa indistinto, evanescente, schermato dal sentimento, pronto a suscitare fortissime emozioni. Ancora una volta il colore diventa intimità, paesaggio, stato d’animo percepito ma non sempre riconosciuto e posseduto; le velature cromatiche, le stesure appassionate avvolgono come in una nebbia cangiante la nostra percezione del regno delle cose.”
AURELIO VILLANOVA, Pittore Accademico:
la pittura di Aurora Manfredi è piena di visioni surreali in un subconscio agitato di fantasia, toccando sempre un vertice di poesia riscoprendola nell'intimo delle proprie sensazioni, dove pittura e poesia hanno la stessa matrice.
commento di DIEGO MEREU:
"Nuvole"
Sciogliendo lo sguardo in un volo soffuso
tra scuri anfratti e nebbiosi terricci
ritrovo il confine,
perduto orizzonte.
La luce del sole filtrando trapassa
l'eterno mutare di questo paesaggio
il colore, mia guida, mi attira vorace, verso
l'arancio che nube rischiara,
in fiotti di luce che dall'alto s'avanza.
Sei tu, mia fattrice
dal tocco sinuoso, che togli la vista di ciò che confina col cielo,
sfiorando lontano la terra.
Gesti sensuali, docili al tatto, paion carezze dell'occhio sapiente
curve leggere, riempion il manto di questa pianura,
velata d'oscuro, che piano e suadente si apre alla luce
dell'astro sorgivo che accende l'incanto.
SANDRA LUCARELLI, critico d'arte:
Sono le stesure timbriche lontane lingue di memorie,abbandoni sedimentati nelle infrastrutture dell'anima come un canto zampilla la luce nel diaframma elargito che trattiene i toni fragili delle sfumture. Speciali progressioni di minuetti empatici terminano in occultamenti d'ombra guglie di silenzio. Anche i compendi luminosi chiedono il loro spartito tra le veemenze di marea degli oli su tela.
Intrattenimenti.... dove la tecnica cede lo spazio al godimento estetico che ne costituisce la più elementare eleganza.
AURORA MANFREDI Evanescenze ed occhi dell’anima
Qui dipingo e qui sono. Sono nel posto che ho dipinto, sono nel giardino liquido e incantato delle emozioni. Una luce accende, fra i colori della tela, luoghi, fatti e sensazioni e così la sua nebbia è la tua nebbia, il suo mare è il tuo mare, anzi sono “la nebbia” e “il mare”.
Gli artisti dipingono con gli occhi, la mente e il cuore: Aurora Manfredi dipinge sì le sue evanescenze con gli occhi, ma dietro si scorge un’ispirazione che viene dall’anima. Perché quella materia che ormai da tempo va componendo e ricomponendo, nel tentativo di trovare il giusto equilibrio fra concreto ed astratto, paesaggio e non paesaggio, ha la necessità di essere filtrata. Deve essere resa leggera quasi fosse un sogno.
Così i suoi quadri sono carichi delle suggestioni, dei ricordi, del tempo che passa, di come puoi immaginare situazioni che, forse, non hai mai vissuto, ma che avresti voluto così.
La Manfredi è un’artista generosa che ti permette di entrare nel suo quadro e, nonostante un vago senso di stupore, tu hai la speranza di trovarti nel tuo “posto segreto”, quello delle memorie a volte felici e, proprio perché tali, venate di malinconia, a volte dolorose, ma che ti stimolano a continuare.
Scrive di lei il psicoanalista Gian Luca Biagini: “Si dice che un evento lontano resti nella nostra memoria come un ricordo dai contorni precisi e quando il ricordo di un fatto importante si è fatto indistinto, quando un’emozione lontana viene riportata alla luce da un qualsiasi evento, siamo nella dimensione dell’evocazione, di quella rappresentazione del passato non diretta, ma originata dalla suggestione della memoria. Così in ognuna delle tele di Aurora Manfredi l’osservatore viene catturato da sensazioni molteplici, ma tutte riconducibili al tornare di attualità di stati d’animo mai dimenticati.. Dipingere è trasferire gli stati d’animo sulla tela ed attribuire un codice al messaggio che l’artista riceve dal mondo che gli sta davanti ….”
Ma mentre tu ammiri la superficie delle sue tele, lei non si ferma e va verso il profondo, alla ricerca delle radici; una volta che ritiene di averle trovate, reinventa i suoi ricordi e i suoi sogni, tramite sospensioni di leggero sapore metafisico, stemperando sulle tele, con rara sensibilità, luci e colori, tonalità e fantasie, poesia e pittura.
Anima o materia, essere o divenire? Il concetto essenziale è il passaggio, è l’esistere per poter continuare. Insomma una pittura di movimento alla continua ricerca di soluzioni che possano apparire convincenti (guardate attentamente i suoi tramonti dove tutto finisce con lo scomparire in un’orgia monocromatica di rosso o quelle splendide nevicate dove bastano due accenni di colore diversi dal bianco per darvi la suggestione di essere in mezzo alla purezza del creato). Siamo di fronte ad un tentativo di ritornare ad un punto originario della verità ove materia e forma coesistono indifferenziate, alla ricerca del proprio passato e del proprio divenire. ALBERTO GAVAZZENI
13.05.2015
Splendida pittura che nasce dal sentimento delle cose ed approda a spazi surreali in un clima chagalliano, mentre le visioni oniriche percorrono la poetica dell'immaginario in un sogno ad occhi aperti.
Carla d'Aquino Mineo.
PUBBLICAZIONI:
2004, Periodico di informazione d'arte e designer "senza titolo".
2004, Re di quadri "Ricambio generezionale" a cura di Donat Conenna - Stresa
2004, catalogo "Firenze Otto Marzo" a cura assess. Tradizioni Popolari Fiorentine, ARTpoint-gallery - Fi.
2004, Rassegna Artistico-letteraria "l'uomo e il suo doppio" a cura di Federico Napoli - ARTpoint - gallery - Firenze
2005, Re di quadri "informazione d'arte e designer" a cura di Donat Conenna - Stresa.
2005, Premio internazionale Arte SS 325, a cura EstrArte PO. Carlolivi PO. Boart BO.
2005, Premiocittàdilivorno "ROTONDA" Mario Brogiotti - Livorno.
2005, CATALOGO PERSONALE a cura di Donat Conenna - Stresa
2008, "Catalogo internazionale d'arte contemporanea" a cura di Gigarte
2008, Bimestrale di informazione, Turismo e Cultura "Living"
2008 "Contemporanea" a cura galleria arte moderna" Alba"
2009, "Catalogo internazionale d'Arte contemporanea" a cura di Gigarte.
2009 "Catalogo Lucca Contemporanea" Associazione Artisti Lucchesi.
2010, "ARTE e COLLEZIONISMO 2010" Annuario D'Arte Moderna e Cont. - Effeci Edizione D'Arte - Francesco Chetta Editore
2010, Living Tuscany, mensile di informazione Turismo e Cultura.
2010, Arte in Lucca - Il paesaggio nella memoria.
2011, Pubblicazione - ArtAntis info, Bimestrale d'Arte. Gennaio Febbraio.
2011, Pubblicazione - Artisti Europei a Cremona, Giugno
2012-2013 ITANERA - dieci città d'arte II ed.
2015, Artisti in Toscana - Tuscany Contemporary Art