Sezione dedicata al 150° anniversario dell'Unità d'Italia
"Dopo la battaglia di Magenta", titolo del dipinto di Giovanni Fattori eseguito nel 1861, esposto nel palazzo Pitti di Firenze, sede della Galleria d'arte moderna.
La vittoria franco-piemontese, in questa battaglia, apre le porte alla liberazione di Milano, primo passo verso l'unita d'Italia.
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1848
- Carlo Alberto di Savoia firma lo Statuto. Pio IX concede la costituzione. Milano e Venezia insorgono contro il dominio austriaco. Carlo Alberto entra in guerra contro l'Austria: inizia la prima guerra d'indipendenza cui partecipano volontari giunti in Lombardia da ogni parte d'Italia. L'esercito piemontese vittorioso a Goito, Pastrengo, Valeggio, viene sconfitto a Custoza.
Al caffè Michelangiolo di Firenze cominciano a ritrovarsi i giovani pittori non solo toscani, uniti da ideali patriottici edaistanze artistiche
rinnovatrici, che daranno vita al movimento dei rnacchiaioli. Tra loro Fattori, Signorini, Borrani, De Tivoli, Cabianca, ' D'Ancona, Cecion i, Sernesi. Eleuterio Pagliano e Gerolamo Induno partecipano alle Cinque giornate di Milano.
ARTE E RISORGIMENTO
Il Risorgimento raccontato nei tanti dipinti degli artisti italiani di quel periodo storico che ha dato vita poi all'unificazione del Regno.
(Sezione incompleta e in fase di aggiornamento)
Artisti in elenco:
- Giovanni Fattore (1825 - 1908)
- Gerolamo Induno (1825 - 1890)
- Francesco Hayez (1791 - 1882)
- Ippolito Caffi (1809 - 1866)
- Luigi Querena (1820 - 1887)
- Napoleone Nani (1841 - 1899)
- George Housman Thomas (1824 - 1868)
- Pietro Bouvier (1839 - 1927)
Garibaldi sulle alture di Sant'Angelo nei pressi di Capua. Dipinto del 1861 di Gerolamo Induno, esposto nel museo del Risorgimento di Milano.
La tela, realizzata ad un anno dalla vittoriosa campagna garibaldina nel sud d'Italia, appartiene all'ampia serie di dipinti dedicati da Gerolamo Induno alle esaltanti vicende del condottiero. Garibaldi è qui ritratto in atteggiamento assorto, con lo sguardo rivolto verso un orizzonte ampio e aperto ai suoi piedi, privo di precisi riferimenti ambientali, non fosse per il nome della località, tracciata su una roccia, che ambienta la scarna ma suggestiva scena sulle alture di Sant'Angelo, vicino a Capua, teatro di una delle vittorie più grandi e clamorose di Garibaldi, riportata sulle rive di quel Volturno che placidamente attraversa la piatta ed estesa pianura sullo sfondo. La figura carismatica di Garibaldi, in atteggiamento disinvolto e sicuro predomina su tutto il paesaggio.
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1849
Definitiva sconfitta dell'esercito piemontese a Novara. Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele che firma col maresciallo Radetzky l'armistizio di Vignale. La resistenza di Brescia, la "leonessa d'Italia", è ferocemente stroncata dagli austriaci. Eroica mavana resistenza contro l'esercito francese della Repubblica romana, retta da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Carlo Armellini e difesa da Garibaldi. Dopo quella romana, cade anche la Repubblica di San Marco assediata dalle truppe austriache. Anita Garibaldi, in fuga col marito, muore nella pineta di Ravenna.
A Firenze vengono scoperti gli affreschi di Giotto nella cappella Peruzzi in Santa Croce. Induno e Pagliano si trasferiscono a Roma per combattere, a fianco di Garibaldi, a difesa della Repubblica romana.
Particolare della partenza dei coscritti nel 1866, dipinto nel 1878 dal pittore Gerolamo Induno, esposto nel museo del Risorgimento di Milano.
Guarda i videi sulla pittura dei fratelli Gerolamo e Domenico Induno scrivendo o incollando i link, nella riga di navigazione del tuo broswer internet, qui sotto riportati:
http://www.youtube.com/watch?v=hPFUPPVc8BU&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=DgfrpLU3Zns
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1850
- Pio IX rientra a Roma. Camillo Benso conte di Cavour entra a far parte come ministro dell'Agricoltura, Commercio e Marina del governo sabaudo guidato da Massimo d'Azeglio.
- Hayez, nominato professore di pittura all'Accademia di Brera a Milano, termina Lasete dei crociati sotto Gerusalemme per il Palazzo reale di Torino, il suo più grande quadro storico commissionato gli nel 1833 da Carlo Alberto di Savoia. Vincenzo Vela scolpisce Spartaco e la Desolazione.
La Meditazione, dipinta tra il 1850 e il 1851 da Francesco Hayez ed esposto a Verona nella Civica Galleria d'arte moderna, è l'immagine simbolo del drammatico biennio rivoluzionario dell'Italia tra il 1848 e 1849, quando Milano, Brescia, Venezia e Roma vissero dei veri momenti di gloria.
Francesco Hayez, oltre a sostenere la causa della rivoluzione con la sua pittura, la sostenne contribuendo anche finanziaramente.
All'accusa di vendere in cambio di ricchezza "il pennello ai carnefici della sua patria", mossagli dall'editorialista del giornale "L'Opinione" di Torino, per aver eseguito affreschi e ritratti presso la corte dell'Imperatore d'Austria Ferdinando I, l'artista Hayez rispose con questo superbo dipinto allegorico, dove una donna sconfitta ma non umiliata stringe in una mano un volume con su scritto "Storia d'Italia" e nell'altra la croce del martirio patriottico delle Cinque giornate di Milano
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1851
- Cavour ministro delle Finanze del regno piemontese.
- Pietro Estense Selvatico pubblica Del Purismo nella pittura, consacrando la fortuna del movimento purista.
Il dipinto rappresenta lo scoppo di una mina nell'isola di San Giuliano. Eseguito nel 1849 dall'artista Luigi Querena, è ora esposto nel museo Correr di Venezia.
- Esce a Firenze il primo numero di "II Bullettino delle Arti del Disegno" (fino al 1854).
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1853
- Nel vallo di Belfiore vengono giustiziati i congiurati di Mantova.
- Esce a Firenze il primo numero di "II Bullettino delle Arti del Disegno" (fino al 1854).
Nel 1848 Daniel Manin e Niccolò Tommaseo vengono liberati dal carcere e portati in trionfo tra la folla di piazza San Marco. Dipinto di Napoleone Nani esposto a Venezia nel museo della Fondazione Querini Stampalia.
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1854
- Pietro Tenerani inizia il ritratto di Pellegrino Rossi (finito nel 1869), dedicato al primo ministro di Pio IX assassinato nel 1848. I fratelli Markò, Serafino de' Tivoli, Carlo Ademollo, Lorenzo Gelati, Saverio Altamura e Nicola La Volpe
cominciano a frequentare le campagne vicino a Colle Val d'Elsa, dove dipingono dal vero costituendo la cosiddetta scuola di Staggia.
Bombardamento notturno a Marghera del 25 maggio 1849. Dipinto da Ippolito Caffi nel 1849 ed esposto a Venezia nella sezione del Risorgimento del muso Correr.
FATTI STORICI E FATTI ARTISTICI - 1852
- Dopo le dimissioni di d'Azeglio, Cavour è nominato presidente
Del Consiglio delregno sabaudo. Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone I, diventa imperatore dei francesi col nome di Napoleone III.
- Nino Costa dipinge Donne che imbarcano la legna al porto di Anzio, opera che influenzerà i macchiaioli. Francesco Hayez espone a Verona la Meditazione, raffigurazione allegorica del martirio delle Cinque giornate di Milano, masi reca anche aVienna per consegnare il ritratto da lui eseguito dell'imperatore Francesco Giuseppe.
Bimba del quartiere romano di Trastevere, per questo chiamata "Trasteverina colpita da una bomba" durante i moti romani del 1849. Dipinto di Girolamo Induno realizzato nel 1950, esposto nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Gerolamo Induno fu pittore e soldato, così ha potuto denunciare gli orrori di una guerra vissuta in prima persona. E' la rappresentazione del martirio di una bambina innocente, che commuove tanto di più perché colpita inaspettatamente tra le mure della casa che la doveva proteggere. E' il tema della morte degli innocenti che la guerra produce come sempre e che tanti artisti ricordano, come lo stesso Picasso nel suo dipinto "Guernica".
Geronimo Induno, Garibaldi al Vascello.
Garibaldi viene dipinto sulla villa del Vascello ormai distrutta: sulle rovine della città si staglia la figura dell’eroe.
Garibaldi all'assedio di Roma, dipinto di George Housman Thomas
Garibaldi e il maggiore Leggero trasportano Anita morente (1864-1865), dipinto di Pietro Bouvier esposto nel Museo del Risorgimento di Milano.
La battaglia della Cernaja, dipinto di G. Induno esposto presso la fondazione Cariplo a Milano.
Realizzato nel 1857, e identificabile con la Battaglia della Tchernaja presentata all'Esposizione Annuale di Brera del 1859, esso appartiene alla serie di opere dedicate da Gerolamo Induno alla guerra di Crimea, un repertorio estremamente apprezzato per il significato ideologico, e affrontato da diversi artisti. La straordinaria fortuna di queste immagini indunesche, rimane documentata dal lungo commento di Caimi pubblicato sulle Gemme del 1861: "Lettore, ricorderai per certo la guerra in Crimea come una delle forti cagioni, se non la la prima, dell'indirizzo che presero sì portentosamente e in sì breve tempo gli affari della nostra penisola. E ricorderai il picciolo, ma generoso, ma ardito, ma provvido Piemonte, che collega il suo bel contingente di 15.000 uomini colle grosse falangi di Francia, e manda i suoi figli ad imparar la guerra sopra un terreno inospitale, fra pericoli d'ogni sorta, e mentre ivi tempra la spada ed il coraggio pensa con gioia sublime alle battaglie, che un dì avrebbe combattutto pei fratelli italiani, i cui gemiti trovavano una eco nella reggia dei Savoia (...) All'idea della Crimea si consocia pertanto l'idea dell'Italia che si fa libera ed una; ed ecco perché ogni volta ci cade sotto gli occhi o un libro, o un dipinto, o altro oggetto qualunque si riferisca a quella Tauride benedetta, ci par di vedere sciorinarsi il vessillo tricolore e sentir ripetere in tutti i toni, anche noi italiani formiamo una nazione. Di lì il nostro affetto per tutto ciò che ci parla della Crimea, e in specie per i dipinti, e con entusiasmo per quelli di Gerolamo Induno, il quale ha un diritto particolare a tradur sulla tela quella splendida epopea" (Caimi, 1861, p. 65).
Un altro dipinto dela battaglia della Cernaja, di autore sconosciuto.
La battaglia di Magenta di Giovanni Fattori, esposto nella Galleria d'arte moderna di Firenze.
Il dipinto rappresenta uno degli episodi più noti della seconda guerra di indipendenza italiana, ovvero la Battaglia di Magenta.
La scelta rappresentativa del Fattori, però, sposta la visuale su un momento particolare dello scontro, e cioè il ritorno dei feriti; si noti la scelta dell'artista del dipingere la scena il momento successivo alla battaglia, quando ormai il fervore si è acquietato.
La composizione è asciutta ed equilibrata, ma non si può ancora definire macchiaiola per via della permanenza delle regole accademiche: disegno e chiaroscuro.
Il gioco dei soggetti è equilibrato da un'aria di apparente tranquillità data dagli ufficiali in primo piano che seguono con attenzione le operazioni di ristoro dei feriti che avviene per mezzo di una diligenza equipaggiata con due suore che raccolgono appunto i derelitti (sulla parte sinistra del quadro). La parte destra è occupata da una serie di truppe schierate, il che fa comunque ricordare il contesto bellico in cui ci si trova ad agire, rammentato da un bellissimo sfondo che rappresenta la città di Magenta (appena abbozzata), dove ancora i fumi dei cannoni fanno intuire che lo scontro è all'attivo, ma è ormai giunto al termine.
La visione dello scontro è in lontananza e quasi metà del quadro è simbolicamente occupata da un cielo azzurro che si apre verso l'infinito, espandendo la prospettiva del dipinto e consentendo nel contempo l'ampliamento degli orizzonti dello spettatore, che già guarda "da fuori" gli eventi.
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LA SEZIONE E' IN AGGIORNAMENTO
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