Nuova opera
Il crocicchio di via Santa Croce.
Lo slargo, o crocicchio, di Via Santa Croce, allora Italo Balbo, caratteristica stradina del vecchio centro abitato di Sperone.
Così doveva presentarsi, una volta attraversato il lagno e superata la curva strettoia, ai contadini di ritorno dalla campagna. E proprio lì, erano nati, cresciuti e giocavano tutti i bambini della tristissima vicenda accaduta nel Settembre del 1945, ma già scomparsa tra le pieghe del tempo.
Salvatore e Andrea, rispettivamente di 8 e 7 anni, nel primo portone a sinistra del disegno, figli di Vincenzo Alaia, macellaio, e Maria Colucci, casalinga.
Pietro e Aniello, di 9 e 7 anni, fratelli anch'essi, in quell'edificio d'angolo sull'altro lato della strada che conduce giù in fondo sulla destra al vicoletto cieco, con i loro genitori Giovanni Prevete, calzolaio, e Teresa Vetrano, contadina.
Pietro Paolo, di anni 10, un po' più giù sulla destra, figlio di Carmine Napolitano e Felicia Orciuoli, contadini.
Mia madre mi raccontava di 6-7 bambini, ma solo di 5 ne ho trovato traccia nell'anagrafe dello Stato Civile di Sperone.
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