Nuova opera
Il parcheggio in piazza
LA PIAZZA DI SPERONE. Perché non dovrebbe essere un parcheggio.
La chiamiamo così, "piazza”, ma è una piazzetta un po’ più grande di uno slargo, e neppure il nome aiuta ad evocare una grande storia per giustificarne l’importanza. Ma è l’unica riconosciuta come tale, se è vero, come lo è, che quando uno speronese dice "vado in piazza", o dà un appuntamento in piazza, intende dire proprio questa piazza e nessun’altra. Oppure, quando esce di casa, per esempio da via Ferrovia, dicendo ai familiari di andare a Sperone, intende sempre dire di andare qui, in questa piazza. Allora possiamo dire anche, senza sbagliarci, che Sperone sta a questa piazza come essa sta a Sperone, sono cioè la stessa cosa.
Rifatta nel “moderno” stile non è neppure bella, e la disomogeneità di quanto vi si affaccia neppure aiuta ad aggraziarla. Accoglie, però, insieme agli apparati burocratici, anche le funzioni amministrative ed istituzionali, quindi è di per se stessa anche luogo di rappresentanza. È vero anche che è l’eredità del nostro, seppur poco antico, passato, però l’unico che abbiamo, oltre che “presenta”, incisi nel marmo, i nomi dei nostri caduti. Allora mi domando, e vi chiedo: può essere un luogo di siffatta memoria fungere da parcheggio? Io dico di no, via tutte le macchine! Penso proprio che nessun automezzo debba salirvi, se non per casi eccezionali, ma che debba , invece, essere trattata anche con molto riguardo. E voi?
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