Antonella Di Cesare
pittrice
ANTONELLA DI CESARE,
la pittrice che taglia quadri e cornici.
18 Maggio 2012
Un blu acceso. Un verde smeraldo che sembra il fondo di un lago incantato. Un tratto deciso e sicuro, tagliente come una scure. E se non è una scure, è comunque un taglierino, come quello che utilizza l’artista Antonella Di Cesare per scindere in due i suoi dipinti di cartone, che sono presenti, assieme a tanti altri, nella sezione personale della galleria M.a.f. di corso Mazzini.
«Il mio stile predominante è quello dei colpi di pennello» ha detto la giovane pittrice «ma ne ho elaborati anche altri». Colpi di pennello tirati con grazia, con maestria, con attenzione e precisione. Non c’è spazio alla rabbia nella pittura di Antonella Di Cesare. Semmai alla contemplazione di figure chiare ma dal destino incerto. Come il quadro che riproduce i due corpi avvinghiati ma confusi in un mare di altre forme: un presente chiaro per le due persone stilizzate, ma un futuro indeciso le circonda.
Sogni e visioni: è questa la materia prima su cui lavora. Come nel quadro che rappresenta il turbine che precede la creazione: colori, lampi di luce e zone di ombra, proiettati su tre tele diverse, affiancate e parallele.
Molte innovazioni. Come l’uso di un pannello di legno preso da un mobile e usato come tela per dipingere, che reca ancora attaccati sui due lati i tasselli di collegamento. O come la pratica di tagliare gli angoli delle cornici, lasciando quindi alla tela la possibilità di uscire dalla dimensione ripetitiva a cui spesso è sottoposta. A tal proposito, ha dichiarato: «E’ una tecnica che ho cominciato ad utilizzare qualche anno fa per sperimentare qualcosa di nuovo. E ho visto che adesso anche altri artisti la stanno usando». E ancora, con ironia: «Avrei forse dovuto metterci il copyright».
Sulle origini della sua passione per l’arte, ma rivendica una marcata precocità: «Non ricordo quando ho cominciato a dipingere. So che a cinque anni avevo già una certa tecnica, che poi si è affinata. Sono andata all’istituto d’arte perché speravo di migliorare, ma lì cercavano solo di inculcarmi uno stile. Io però avevo già il mio».
Uno spirito libero, dunque, che intende, con la sua arte, dare una dimensione aulica alle due forme di arte pop più conosciute: le copertine dei dischi, in primis, come la storica cover di The Wall dei Pink Floyd; i fumetti, a cui è dedicata tutta una sezione della sua mostra.
Tanti i soggetti minori illustrati: Marilyn Monroe, Kim Novak, Charlie Chaplin. Ma spicca su tutti un simbolo dell’Italia che non c’è più: la mondina, disegnata in bianco e nero, con i pantaloni tirati su e la schiena piegata, che presta un occhio distratto al visitatore con quel sorriso malinconico e quella dignità popolana, sepolta oramai in un remoto passato.
Formazione
Nata a Forlì il 6/10/79,fin da piccola ho sperimentato l’arte del disegno sviluppando un mio stile personale.
Ho frequentato l’istituto d’arte conseguendo il titolo di maestra d’arte e successivamente il diploma di maturità in Restauro e Decorazione nel 1998.
Ho eseguito anche restauri presso la chiesa di S. Apollinare Nuovo di Ravenna,San Giovanni Evangelista a Ravenna, la chiesa di San Carlino di Ravenna,colonna dell’ Aquila a Ravenna,oggetti vari per chiese di Forli’ tra cui Santa Lucia,il Duomo e San Pellegrino,i ritrovamenti in mosaico di via M. D’ Azeglio a Ravenna,sono a conoscenza del restauro ligneo,pittorico,murale stuccature dorature
Tecniche
“ I suoi quadri vivono attraverso l’insieme di vibranti tocchi di colore,che creano intense superfici,su cui forme sinuose portano l’occhio dello spettatore a perdersi in un tutt’uno di linee,colori e forme.Tra le sue opere ci sono gessi,dipinti ad olio,a matita,acrilico penna,decorazioni su oggetti.Le piace la ricerca ,di conseguenza accanto ad immagini stilizzate o d’intonazione metaforica compaiono anche fiori,paesaggi e ritratti, trasmettendo sempre emozione e sensibilità per i colori.(dal resto del Carlino).
Premi
CONCORSI
“ MELOZZO da Forlì 22 artisti più uno”1997 Forlì.
“25 aprile LA LIBERAZIONE” 1998-2000 Forlì.
“GUERRA e PACE” 1998 Forlì.
“ANFAS” Forlì (1°premio).
“ANLA” Forlì.
“PREMIO ZANGHERI” 2010 Forlì.
“ARTE SOTTO I PORTICI” Forlì.
“ARTE DONNA” Castrocaro Terme.
“LE SIGNORE DEI PORTICI” 2011Forlì.
“VERNICE ARTFAIR” 2011 Forlì.
“PRESEPI APPESI” 2011 Rocca San Casciano.
“fiera SAN GIOVANNI”2011 Adarc Cesena.
“ARTPRIZE 2011 artists in the world” Roma.
“ART SHOPPING FOR CHRISTMAS”2011 Roma.
“UN ANNO d’ARTE per una VITA di SOLIDARIETà” calendario 2012 associazione “gli ELEFANTI” Forlì-Cesena.
“LA MIA CITTA’”rassegna selezionata,Cassa di Risparmio di Cesena.
“VERNICE ARTFAIR”2012 Forlì.
“FUOCO e AMORE” 2012 Forlì.
“1° MAGGIO 2012” Spazio espositivo GARO Forlimpopoli.
“ARTE DONNA “ 2012 Galleria ex Pescheria fiera San Giovanni Cesena.
“PREMIO ZANGHERI “2012 Forlì.
PERSONALI
“LE ALI DELL’ARTE 2008“ Presso gelateria Alta marea Forlì.
“LE ALI DELL’ARTE 2009” Presso galleria i Portici Forlì.
“LE ALI DELL’ARTE 2009/2010 Presso disco pub Big Mamy Castrocaro Terme.
“LE ALI DELL’ARTE 2010” Presso galleria i Portici Forlì.
“LE ALI DELL’ARTE 2011” Presso ristorante La Cantinaza Castrocaro Terme.
"L'ARTE PER SOGNARE" 2011 Presso Easy bar Forlì.
“L’ARTE PER SOGNARE 2012” Presso galleria M.A.F. Forlì.
“LE ALI DELL’ARTE 2012” Presso Castello Svevo Termoli.
"COREOGRAFIA" saggio di danza Serracapriola (FG).
Bibliografia
ANTONELLA DI CESARE,
la pittrice che taglia quadri e cornici.
18 Maggio 2012
Un blu acceso. Un verde smeraldo che sembra il fondo di un lago incantato. Un tratto deciso e sicuro, tagliente come una scure. E se non è una scure, è comunque un taglierino, come quello che utilizza l’artista Antonella Di Cesare per scindere in due i suoi dipinti di cartone, che sono presenti, assieme a tanti altri, nella sezione personale della galleria M.a.f. di corso Mazzini.
«Il mio stile predominante è quello dei colpi di pennello» ha detto la giovane pittrice «ma ne ho elaborati anche altri». Colpi di pennello tirati con grazia, con maestria, con attenzione e precisione. Non c’è spazio alla rabbia nella pittura di Antonella Di Cesare. Semmai alla contemplazione di figure chiare ma dal destino incerto. Come il quadro che riproduce i due corpi avvinghiati ma confusi in un mare di altre forme: un presente chiaro per le due persone stilizzate, ma un futuro indeciso le circonda.
Sogni e visioni: è questa la materia prima su cui lavora. Come nel quadro che rappresenta il turbine che precede la creazione: colori, lampi di luce e zone di ombra, proiettati su tre tele diverse, affiancate e parallele.
Molte innovazioni. Come l’uso di un pannello di legno preso da un mobile e usato come tela per dipingere, che reca ancora attaccati sui due lati i tasselli di collegamento. O come la pratica di tagliare gli angoli delle cornici, lasciando quindi alla tela la possibilità di uscire dalla dimensione ripetitiva a cui spesso è sottoposta. A tal proposito, ha dichiarato: «E’ una tecnica che ho cominciato ad utilizzare qualche anno fa per sperimentare qualcosa di nuovo. E ho visto che adesso anche altri artisti la stanno usando». E ancora, con ironia: «Avrei forse dovuto metterci il copyright».
Sulle origini della sua passione per l’arte, ma rivendica una marcata precocità: «Non ricordo quando ho cominciato a dipingere. So che a cinque anni avevo già una certa tecnica, che poi si è affinata. Sono andata all’istituto d’arte perché speravo di migliorare, ma lì cercavano solo di inculcarmi uno stile. Io però avevo già il mio».
Uno spirito libero, dunque, che intende, con la sua arte, dare una dimensione aulica alle due forme di arte pop più conosciute: le copertine dei dischi, in primis, come la storica cover di The Wall dei Pink Floyd; i fumetti, a cui è dedicata tutta una sezione della sua mostra.
Tanti i soggetti minori illustrati: Marilyn Monroe, Kim Novak, Charlie Chaplin. Ma spicca su tutti un simbolo dell’Italia che non c’è più: la mondina, disegnata in bianco e nero, con i pantaloni tirati su e la schiena piegata, che presta un occhio distratto al visitatore con quel sorriso malinconico e quella dignità popolana, sepolta oramai in un remoto passato.