EPOPEA DEGLI ULTIMI
Nelle opere di Aniello Saravo si riverbera una spiccata tensione culturale, un espressionismo contraddistinto da una felice vena cromatica accompagnata da un virtuosismo creativo non comune. L’artista, dotato di una sensibilità straordinaria abbraccia tutti gli orizzonti ai quali l’uomo può accedere. Dominato da una irrefrenabile pulsione grafica Aniello Saravo, attraverso pennellate e tratteggi velocissimi vive il colore, posto come quinta teatrale, recupera quella manualità pittorica essenziale per non perdere di vista lo scopo dell’arte.
Accenti di spaziosità che diventano un mormorare continuo di storia, spesso tragica, un’ epopea sugli ultimi, dei dimenticati, dove figure forti come quelle di un bambino che grida tutta la sua paura o una bambina che stringe a sé la sua bambola per proteggerla da ciò che la terrorizza rappresenti una realtà provocata ed eccitata che attraverso il crisma dei simboli divenga lettura globale. Ispirazione impetuosa dove la lettura dell’opera diviene aperta e semplificata pur rimanendo estremamente profonda. Opere che non si esauriscono nella pura percezione ottica, ma scala emotiva urgente dove l’artista proietta il fruitore nel mondo delle commozioni. Rimanendo nel solco preciso di una solida tradizione figurativa Aniello Saravo mette in gioco la vita affinchè l’umanità possa scegliere tra il bene e il male divenendo egli stesso testimone scomodo del nostro tempo.
Maria De Michele.
Maria De Michele. [Critico d'arte]
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