Autodidatta, curioso e sperimentatore, da sempre innamorato del disegno, decide di dedicarsi alla pittura nel 1983, passando gradualmente dal figurativo all’astratto, in quanto unica “forma” che gli consente di fissare sulla tela le proprie emozioni.
Spronato dall’incontro con l’artista modenese Gianfranco Minelli, decide di proseguire la strada intrapresa estremizzando così il disegno, fino a riportarlo ai graffiti preistorici, dove ritiene che segni e colori costituiscono la base di partenza di tutta l’esperienza artistica, Tutto il visibile è riconducibile alla linea, che unita ad altre, crea l’armonia ed il significato artistico dell’opera.
Oltre alla pittura, apprende la tecnica della ceramica presso lo studio della artista sudamericana Nancy Rivero, sperimenta la scultura in legno con la tecnica dell’assemblaggio in quanto la più simile al proprio stile lavorativo, prepara quindi il bozzetto di un’opera dedicata al lavoro per il comune di San Vincenzo (LI), ma le tele restano la sua passione.
Opere di questo periodo sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Dalla fine del 1996 si trova obbligato ad interrompere la carriera artistica. Gli anni che seguono sono anni di riflessioni e di profondi cambiamenti riguardo al percorso intrapreso; anche gli eventi dell’11 settembre 2001 contribuiscono ad ulteriori ripensamenti. Frequenta lo studio dell’artista bergamasco Marco Sugliani dove si impadronisce delle varie tecniche calcografiche.
In questi anni sperimenta l’uso della resina poliestere, il polistirene tagliato ed inciso a caldo, il bassorilievo, l’assemblaggio, l’aerografo.
Anche il percorso iniziale viene abbandonato per la spasmodica ricerca di nuovi soggetti che spaziano dal figurativo alla natura, alternando pulizia formale ad opere dense di materia con tratti ora raffinati ora grossolani.
I colori sono a volte puri altre torbidi, il tutto sembra quindi rispecchiare questi anni di forte sofferenza interiore; un tentativo irrequieto di rappresentare le forti lacerazioni mai sopite e derivate da un periodo caratterizzato da forti prove fisiche e psicologiche.
L’unica sicurezza, nonché’ fonte di piacere ed armonia resta la famiglia.
Anche lavorativamente si trova a fronteggiare una serie di situazioni sempre diverse e mai definite che vanno a incidere la passione e la voglia di “fare arte”.
Questa fase sembra finire con l’inizio di un periodo con ampia disponibilità di tempo per creare, anche se passeranno quasi altri due anni prima di capire che per continuare era necessario ripartire da dove tutto si era interrotto,
Riscopre quindi quei segni abbandonati che diventano delle TRACCE da seguire e da rappresentare nuovamente per poter esprimere al meglio il proprio percorso, sia artistico che autobiografico, ma il 2020, flagellato dal covid-19, lo porta ad una disperata necessità di “pulire” dal superfluo i propri lavori. Nasce così la nuova serie, dove le tracce altro non sono che punti di inizio (o fine) di un cammino composto da idee, persone, momenti, passioni che non finiscono mai ma si tramandano rendendole immortali.