Filo Rosso

2013

Conosceva l’arte del buon senso, la coscienza esatta e la Profezia del suo destino. Rammendava fili di lana rossa avvolti in matasse pesanti e unte di cibo, acqua, pioggia e lacrime.
Conteneva le lacrime in un decanter posto sul tavolo di frassino a fianco del flauto in ulivo ed il calice contenente due gocce di Graal. Ammazzava il tempo guardandosi attorno, scegliendo un libro che, da brava analfabeta, non avrebbe mai letto.
Perpendicolare al mondo pronunciava le parole di provenienza. Che pulsazione, che fissa, la schizofrenia avanzava, la sentiva progredire lentamente tra le vene ed i neuroni. Che fine avrebbe fatto? Rigirava i Tarocchi Egizi e le Sibille e sperava nell’avvenuta di Ammit o Ma’at, solo un Divoratore o una Dea potevano restituirle ciò che aveva perso: il cuore, l’anima. Era sotto effetto della maledizione più grande, possedeva solo una piccola parte della sua anima da ormai quasi cinque anni. Possedeva giusto giusto il quantitativo che la poteva rendere conscia di tale assenza forzata, la quantità perfetta per farle rendere conto che era ancora viva, per modo di dire, perché, moriva dentro.
Soffrire e morire con l’anima intera è un privilegio deleterio, ma, sopravvivere e respirare con solo un piccolo pezzo di sé è una maledizione, puoi sentire parte dei desideri, dei sentimenti, delle ispirazioni. Sai che stai respirando, che stai camminando, ma, non vivi, non concludi, non ami, non odi, non agisci, semplicemente respiri, solo ed esclusivamente perché il cuore che ti rimane è un muscolo. L’ossessione di vendetta verso ignoti svanisce, chiunque ne sia l’artefice ed il ladro rimane un poveretto. La vendetta non le avrebbe restituito nulla se non il vuoto di un fallimento. Voleva ritrovare parte di sé che solo dentro sé poteva ritrovare, accontentandosi di essere un’ameba lucida di acqua salata scivolata dagli occhi.
“Popolo del Regno Divino, come finisce la mia punizione, se come tale la possono chiamare, la mia punizione da meschino mendicante di Cavoure? Battezzami come Tuo maledetto schiavo, come tuo ignobile assassino, attendo la punizione Divina ma dissotterrami da questa immagine di mendicante, le mie membra non sono fatte per elemosinare fiori di Loto essiccati al sole d’Egitto. Distoglimi dal maleficio di chi non è più nulla.”
Ingoiava idromele e rammendava fili rossi.
Aumentavano solitudine e malinconia, nessuno poteva essere e nessuno era.
La Profezia, dove finiva?
Sarebbe stata l’involucro del suo lieto fine nella bara di noce o il sarcofago dorato, sarebbe bastata anche solo una fossa comune pur di finire la tortura della maledizione.
Lettore, non hai idea di cosa voglia dire non possedere più sé ed essere posseduti da un forte vuote quando sei ancora vivo. Non hai idea di quanta sofferenza causa la conoscenza dell’anima e la mancanza di gran parte di essa, lei lo sapeva e lo definiva “il vero Inferno terreno”. Non vi era Arcidemone o Arcangelo che potesse contattare, che potesse venirle in soccorso, tutto ciò che poteva vedere, sentire, toccare era carne e sangue. Le grandi celle dei giardini di Cavour la tenevano prigioniera.
Tradita dalla sua antica patria evocava Demoni alla ricerca dell’anima.
“Canto una canzone romantica per ricordarmi dell’amore, apatica non lo ricordo più” sussurrava tra se allo specchio. Non sempre era l’idromele che parlava.
Strauss e Van Gogh l’accompagnavano nel viaggio senza meta. Nemmeno loro, forse, non avevano tutta l’anima, manca sempre una nota ed una pennellata in loro, nei loro ritratti di uomini privilegiati dal cielo notturno.
Parlale fato, parlale. Ora supplica il Tempo ed il ventre materno. Nessuno si accorge più di lei perché, in lei, non risiede nulla se non dolore e rimpianto di sé. Quel poco che c’è non basta per vivere e mendicare non è una passione, non è un’aspettativa: è una maledizione taciturna e lunga, di certo, il fato non è amico di chi propone solo idromele e lacrime.



Artemisia L. Wolff

Informazioni generali

  • Categoria: Poesia
  • Codice: grnvnt01
  • Eseguita il: 14 settembre 2013

Informazioni tecniche

  • Stile: "Raccontino"

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  • Disponibile: no

Informazioni Gigarte.com

  • Codice GA: GA79634
  • Archiviata il: 15/09/2013

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