Recensione di Come un'Odissea
“Come un’Odissea – scrive Angela Lo Passo nella prefazione a questo libro di Mariapia L. Crisafulli, edito da Macabor – ha come sottotitolo “appunti di viaggio”, non un viaggio vero e proprio ma le impressioni di esso scolpite nella mente della protagonista, che è però poeta e sceglie le parole come mezzo per fissare le sue immagini non una macchina fotografica né una cinepresa: è soggetto, mezzo e scopo. Il riferimento è chiaro: Itaca è la meta che dà senso al viag-gio, ma dopo non sarà più uguale, non sarai più uguale.” Partire, dalla propria Itaca, dunque, per co-noscersi e per conoscere. Essere colei che parte per diventare poi colei che ritorna. La natura indica al partente il grafico delle sue immagini: di nascita, di crescita, di mor-te. Essa si ripete, si anticipa, si riproduce. È satura è già dissolta. La fonte di malinconico smarrimento è, in pratica, l’impossibilità di vivere il presente se non come ricordo riprodotto dall’attimo fuggente. “Ricordo che poi per giunta – come sottolineava Gesualdo Bufalino – è sottoposto a un’altra minaccia, la minaccia dell’oblio (non solo, ma la memoria èun’infedele in quanto compie una selezione, una deformazione, una sopraffazione, per cui i nostri ricordi a guardarli dopo anni as-sumono un carattere menzognero)”; perché, lo sappiamo, è così difficile per chiunque, vivere, specialmente nel nostro tempo, con quell’imperativo categorico kantiano: “Agi-sci in modo che ogni azione sia degna di di-ventare ricordo.” La personale odissea di Crisafulli è nel suo vivere e morire cento volte, è nell’affrontare la paura che gravita intorno alla vita di tutti. Lo scenario, nel ritorno, è nello scoprire che il vero ritorno, alla fine, non è altro che “il tragitto con tutte le sue insidie/ e non l’arrivo sperato.” Il procedere della scrittura poetica di Maria-pia L. Crisafulli tesse la grande ragnatela dei giorni che scorrono nelle parole mentre, nel silenzio, la voce di Pessoa grida: “Non sono niente./ Non sarò mai niente./ Non posso voler essere niente./ A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo”.
Bonifacio Vincenzi [Critico letterario ]
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