La Verde Stagione. Giovani poeti italiani
Mariapia L. Crisafulli. Il viaggio (un topos immortale), sia fisico che trascendente
Giovanissima, (classe 1996), siciliana, con all’attivo già diverse pubblicazioni di narrativa e
poesia e con collaborazioni importanti anche nel campo della critica letteraria, Mariapia L.
Crisafulli da sempre ha avuto un rapporto particolare con il mondo della poesia.
Quando le domando da quanto tempo ha iniziato a scrivere, lei risponde senza esitazioni:
“Avevo più o meno otto anni. Sebbene ancora piccola, il mondo poetico lo conoscevo
anche da prima, da “uditrice”: in casa, con mia nonna, si leggevano poesie, quelle classiche,
di Carducci e Pascoli, che spesso neppure capivo fino in fondo. Eppure a me piacevano; mi
piaceva la loro musica, le immagini che qualche volta proiettavano nella mia mente di
bambina curiosa e vivace. Mi piacevano talmente tanto che, un bel momento, decisi di
scriverne qualcuna anche io. È passato più di un decennio da allora, e io le scrivo ancora.”
In una sorta di automatismo espressivo, Crisafulli cerca di restituire alla pagina ciò che di
intenso accoglie dal fuoco dei giorni, in modo di concepire e – perché no – interpretare la
vita attraverso il prisma delle emozioni come anche delle inquietudini, sue e degli altri. Il
suo è sempre uno sguardo particolare sulle cose, fuori e dentro lei.
E di sé rivela: “Ho sempre letto di tutto. E amato di tutto. Credo che esista la poesia giusta
da scoprire e gustare al momento giusto, indipendentemente dal suo autore. Se proprio
devo citare qualche poeta, il mio primo pensiero va, forse troppo istintivamente, a Pessoa,
Kavafis e Ungaretti: molte delle loro poesie si sono rivelate “giuste al momento giusto”,
soprattutto in questi ultimi mesi. Ma con questo non reputo lontani dal mio sentire altri
autori di cui, molte volte, ricordo e rileggo i versi, pur avendo dimenticato il loro nome.
Preferisco le poesie ai poeti.”
E quando poi alla fine le chiedo quali siano, secondo lei, i temi che costantemente
ritornano nel suo percorso poetico, non ha nessuna difficoltà a rispondere. “Certamente il
viaggio (un topos immortale), sia fisico che trascendente. E poi il ricordo, la nostalgia, la
notte, il silenzio, ma anche la forza di vivere e di resistere alla vita quando non ci sa o non
ci può accontentare; l’amore che, dalla notte dei tempi, muove e scuote tutti i pensieri di
tutti gli esseri umani. E poi il potere straordinario della parola, che cura, diventando essa
stessa poesia: da strumento a protagonista.”
Bonifacio Vincenzi
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