Christian

artista

La mia ricerca ruota attorno all’albero, al variare del contesto con le stagioni. Il mio sforzo è fermare la grandiosità del paesaggio, mettendo in risalto la potenza ascensionale del tronco.
Attraverso la pittura, indago la “sacralità” dell’albero: così come è sottolineato dalla religione come nesso fra la terra e il cielo; il sotto col sopra. Da qualche tempo la mia attenzione è rivolta alla verticalità dell’albero, prima come elemento che impediva di scorgere del tutto l’orizzonte: tema sviluppato ampiamente in molti disegni; ora come elemento duttile che contrasta l’orizzontalità del paesaggio. In questa fase l’albero non copre più l’intera superficie pittorica, come nei lavori precedenti, bensì contribuisce alla grandiosità del paesaggio. Attraverso l’uso del colore, cerco di tradurre la grandiosità propria del paesaggio giacché essa, riesce a favorisce interrogativi. I luoghi che mi circondano mi offrono una fonte inesauribile di spunti creativi , oltre che di riflessione, che traduco attraverso la luce che determina l’intera opera. È la luce, il punto centrale attorno al quale ruota questa fase pittorica. Attraverso l’opera scopro luoghi naturali che prima sfuggivano al mio campo visivo.
Considero il paesaggio naturale un’opera divina. Per questo cerco di trasferire sulla tela momenti come l’alba, il tramonto, scenari lacustri, la luce calda che investe il primo pomeriggio e i riverberi delle stagioni che determinano il passaggio fra il giorno e la notte. Talvolta, i cieli dell’opera assumono colori innaturali che accendono la mia emozione. All’interno di questi scenari, che partono da schizzi che faccio durante le mie passeggiate e che rielaboro in studio, compare il tempo, che strutturo attraverso pazienti velature di colore. L’opera, a mio modo di vedere, deve offrire sì l’immagine ma insieme deve conferire il valore temporale, giacché l’opera è un viaggio da intraprendere.
Lo specchio è l’elemento che compare nell’ultima parte del mio lavoro. Il quale, riflette staticamente il movimento ascensionale del tronco, che si contrappone alla violenta mobilità originaria di esso. Lo specchio pertanto restituisce ciò di cui l’occhio umano non riesce a rilevare, fissando l’inosservato: immobilizzando la mobilita e l’irruenza della natura.